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La Stampa Rassegna Stampa
28.01.2023 Zelensky e la Shoah
Cronaca di Julia Kalashnik, Monica Perosino

Testata: La Stampa
Data: 28 gennaio 2023
Pagina: 2
Autore: Julia Kalashnik, Monica Perosino
Titolo: «Duello sulla Shoah»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2023, a pag.2 con il titolo "Julia Kalashnik, Monica Perosino" la cronaca di Julia Kalashnik, Monica Perosino.

Guerre en Ukraine, en direct : lors des commémorations de la Shoah,  Volodymyr Zelensky rappelle que « l'indifférence et la haine » tuent  toujours ; Vladimir Poutine accuse Kiev d'être dirigé par
Zelensky ieri al memoriale di Babi Yar, presso Kiev

Ieri la guerra contro Hitler, oggi l'"operazione militare speciale" contro «i neonazisti ucraini». Vladimir Putin ha scelto il Giorno della Memoria per rompere il silenzio e esaltare, ancora una volta la sua guerra, celebrando i soldati russi che «oggi come allora stanno coraggiosamente combattendo contro il male». Da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di origine ebraica, ha risposto con la commemorazione a Babi Yar, uno dei più importanti memoriali dell'Olocausto in Europa. Nel silenzio della capitale raccolta attorno al monumento che ricorda il massacro nazista di 33 mila ebrei ucraini, Zelensky ha onorato i milioni di vittime dell'Olocausto, ammonendo poi che «l'indifferenza uccide come l'odio». Il memoriale era stato colpito dalle bombe russe lo scorso primo marzo: «Bisogna essere determinati a salvare chi l'odio cerca di distruggere - ha detto Zelensky -. L'indifferenza e l'odio sono sempre in grado di creare insieme solo il male. È per questo che è così importante che tutti coloro che hanno a cuore la vita mostrino determinazione quando si tratta di salvare coloro che l'odio cerca di distruggere». Ieri, per la prima volta, la Russia non è stata invitata alla cerimonia di Auschwitz-Birkenau, per commemorare la liberazione del campo di sterminio nazista da parte dell'Armata Rossa nel 1945. Una decisione condannata dal rabbino capo della Russia Berel Lazar, che ha parlato di «un'umiliazione», ma difesa dal premier polacco Mateusz Morawiecki, che ha accusato Putin di «costruire nuovi campi a Est». Dal Cremlino intanto sono arrivate nuove accuse a Joe Biden. Secondo il portavoce Dmitry Peskov il presidente degli Stati Uniti potrebbe risolvere rapidamente il conflitto usando «la sua capacità di dare istruzioni al regime di Kiev» invece «sceglie la strada di pompare ulteriormente armi in Ucraina». E mentre arriva la notizia che nelle quattro regioni ucraine occupate e annesse dalla Russia verrà ordinato di utilizzare il fuso orario di Mosca, i raid missilistici continuano a mietere vittime. Sei persone sono morte nella regione di Donetsk, due a Kherson e due nella regione di Kharkiv. Ieri notte a Kharkiv le sirene antiaeree sono scattate quattro volte, per riprendere a ululare incessantemente dalle 8 di mattino. Dall'inizio dell'invasione russa nella regione l'allarme è scattato 1.657 volte, anche per 58 giorni di fila, secondo il sito specializzato alerts.in.ua. Ma la città si sta ripopolando, e molti ucraini tornano a casa, nonostante i raid e le interruzioni di corrente. Uno di loro è Maksym, 45 anni, che lavora nel settore della comunicazione e aiuta l'esercito ucraino, specialmente con donazioni in denaro. «Per il mio compleanno - racconta - ho fatto una raccolta fondi per un mio amico soldato, aveva bisogno di diversi tipi di rifornimenti per la sua unità».

Kherson è caduta
Kherson

Maksym è solo uno dei milioni di ucraini che contribuiscono come possono affinché l'esercito possa respingere l'assalto russo. Chi non combatte raccoglie denaro attraverso varie fondazioni, che a loro volta comprano attrezzature di base per i soldati, droni, kit medici, autoveicoli. Secondo la banca centrale ucraina gli ucraini hanno già donato «milioni di dollari», ma è impossibile quantificare la cifra esatta. Oltre agli sforzi dei civili, il Paese conta molto sul supporto militare dei partner occidentali: servono armi pesanti, tra cui sistemi missilistici a lungo raggio, aerei e cari armati, per poter liberare territori occupati e fermare la nuova possibile offensiva russa, che sarebbe ormai imminente. «La controffensiva ucraina portata avanti solo con artiglieria e fanteria è impossibile, è necessario formare il cosiddetto "pugno corazzato", con i cari armati. E con il supporto aereo», dice Serhiy, 40 anni, volontario di Kharkiv, che in questi giorni distribusice cibo e aiuti umanitari. Dopo il via libera di Berlino, l'Ucraina dovrebbe ricevere 14 Leopard 2 dalla Germania e lo stesso numero dalla Polonia, nonché 14 Challenger 2 dalla Bretagna e 31 Abrams dagli Stati Uniti. Anche Madrid pare ora pronta a fornire all'Ucraina carri armati Leopard 2. Con la questione dei carri armati risolta, i leader ucraini hanno rinnovato i loro appelli pubblici per i caccia occidentali, soprattutto per i jet da combattimento F-16. Di recente il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto su Facebook che gli amici dell'Ucraina stanno già lavorando alla questione della fornitura di aerei F-16, non specificando, pero, di che Paese europeo si tratti. E i civili continuano a fare pressione come possono: c'è chi lancia appelli sui social, chi organizza flash-mob per ottenere carri e jet in grado di fermare l'offensiva e difendere i cieli. A partire dall'inizio dell'anno gli attacchi russi con droni e missili hanno inflitto nuovi danni al sistema energetico del Paese, già al collasso. La situazione è complicata dal freddo, perché il consumo di elettricità aumenta. Le città attualemente più sotto pressione sono Odessa, Lviv, Vinnytsia, Kyiv, Sumy e Poltava.

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