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La Stampa Rassegna Stampa
21.12.2022 Zelensky vola da Biden
Commento di Alberto Simoni

Testata: La Stampa
Data: 21 dicembre 2022
Pagina: 19
Autore: Alberto Simoni
Titolo: «L'amico americano»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/12/2022, a pag.19 con il titolo "L'amico americano" l'analisi di Alberto Simoni.

Alberto Simoni - US CORRESPONDENT - La Stampa | LinkedIn
Alberto Simoni

300 giorni di guerra: Zelensky incontra Biden a Washington, per avere i  missili Patriot | Euronews
Volodymyr Zelensky con Joe Biden

A Washington fra i corridoi del Congresso mentre i deputati sono impegnati nel dibattito se divulgare o meno la dichiarazione dei redditi di Trump, corre la voce – lanciata dal sito PunchbowlNews - che il presidente ucraino Volodymir Zelensky è in viaggio per gli Stati Uniti. È partito direttamente dal fronte. Fuori è buio e nessuno, men che meno Nancy Pelosi, speaker in uscita della Camera, si presta a confermare i rumors benché gli inviti ai deputati a non lasciare la capitale per le feste di Natale e a riunirsi stasera in Campidoglio portino la sua firma. "Abbiamo ricevuto il biglietto", ha spiegato alla Stampa l'assistente di un deputato democratico. Zelensky arriverà oggi. Vedrà Biden, il Consiglio per la Sicurezza nazionale e quindi terrà un discorso al Congresso prima di rientrare in patria. È il primo viaggio all'estero da quando "la brutale e ingiustificata invasione" dell'Ucraina, nel gergo della Casa Bianca e degli alleati, è iniziata il 24 febbraio. E oggi segna il trecentesimo giorno di guerra, un dettaglio enfatizzato dai funzionari Usa. Biden ha parlato con Zelensky l'11 dicembre, mercoledì scorso ha formalizzato l'invito che è stato accettato venerdì. Quindi domenica è giunta la conferma della visita e Biden ha allertato Nancy Pelosi. È una missione storica che arriva nei giorni in cui la Casa Bianca e il Pentagono stanno mettendo a fuoco l'ennesimo pacchetto di aiuti militari e all'indomani dell'accordo "omnibus" sul budget che prevede per il 2023 un ulteriore stanziamento di 44,9 miliardi di dollari per Kiev. Poco prima che la notizia del viaggio di Zelensky terremotasse l'agenda dei deputati, John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, aveva ribadito il totale sostegno dell'America all'Ucraina e sottolineato come i fondi che il Congresso stanzierà ne sono un segnale. Zelensky parlerà al Congresso in persona e avrà prima di salire sul podio la conferma che nel pacchetto di aiuti preparato dal Pentagono ci sono non solo bombe teleguidate JDAM ma soprattutto una dotazione di Patriot per la difesa antiaerea. Funzionari Usa hanno riferito all'agenzia AP che il pacchetto che sarà annunciato oggi "ammonta a 1,8 miliardi" ed è il più massiccio degli ultimi mesi. Con questa ultima dotazione gli Usa avranno messo sul piatto dal 24 febbraio oltre 22 miliardi di armamenti. I Patriot sono praticamente il massimo che Washington può fornire all'alleato sotto attacco e rappresentano il riconoscimento che la guerra è entrata in una fase in cui allo stallo sul terreno – fra avanzate e ripiegamenti – Putin contrappone attacchi con droni iraniani e missili sulle infrastrutture civili. Washington darà anche garanzie a Zelensky che non consentirà che si apra un nuovo fronte in Bielorussia, fonti dell'Amministrazione hanno spiegato che al momento non ci sono movimenti di truppe bielorusse, ma il "coinvolgimento di Minsk – a sostegno della Russia – è evidente e smaccato dal primo giorno". Per usare i Patriot, hanno spiegato fonti americane, gli ucraini verranno addestrati all'estero e ci vorrà comunque del tempo prima che entrino in funzione a pieno regime. La missione di Zelensky serve per rafforzare la grande alleanza e stemperare qualche tensione o incomprensione che c'è stata con Biden che in estate era rimasto infastidito dalle continue, a suo dire, immotivate richieste del presidente ucraino. Il presidente Usa e il suo staff, in primo luogo il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, avevano chiesto a Kiev una apertura, almeno formale, al dialogo con la Russia. Qualche settimana fa lo stesso Sullivan aveva invitato Zelensky a mettere da parte la retorica anti-Putin e quelle frasi, "mai al tavolo con Putin", per non finire oggetto di critiche. Ora la situazione sembra mutata. Fonti del Consiglio per la Sicurezza nazionale hanno detto che gli Usa "sono sempre più convinti che Putin non voglia risolvere il conflitto con la diplomazia". Lo scenario di un conflitto che si protrarrà fino a dopo l'inverno resta il più probabile, secondo gli americani. Agli Usa e a Kiev preoccupano in particolare gli attacchi indiscriminati su obiettivi civili con l'inverno usato come arma così come prima Putin aveva usato il gas e il grano. Anche da queste valutazioni è nata la convinzione che serviva alzare il livello degli armamenti.

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