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La Stampa Rassegna Stampa
11.12.2022 Calenda a Leopoli
Cronaca di Giovanni Pigni

Testata: La Stampa
Data: 11 dicembre 2022
Pagina: 18
Autore: Giovanni Pigni
Titolo: «Mosca prova a vietare anche il Nobel Memorial: 'Voleva che rifiutassimo'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/12/2022, a pag. 18, con il titolo "Mosca prova a vietare anche il Nobel Memorial: 'Voleva che rifiutassimo' ", l'analisi di Giovanni Pigni.

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Carlo Calenda

Il governo russo avrebbe raccomandato all'organizzazione per la difesa dei diritti umani Memorial di rinunciare al premio Nobel per la Pace. Lo ha raccontato il leader di Memorial Yan Rachinsky, in occasione della consegna dei Nobel tenutasi ieri a Oslo. Come ha raccontato Rachinsky, il Cremlino gli ha chiesto di non accettare il premio perché gli altri due co-vincitori, l'attivista bielorusso Ales Bialiatski e il Centro ucraino per le libertà civili, erano «inappropriati». «Ovviamente non abbiamo tenuto conto di questi suggerimenti», ha detto Rachinsky. Le autorità di Mosca non hanno ancora commentato le dichiarazioni dell'attivista. Come dichiarato dal comitato del Nobel, i vincitori del premio sono accomunati dai loro sforzi nel «promuovere il diritto di criticare il potere e proteggere i diritti fondamentali dei cittadini». In particolare, Bialiatski, al momento incarcerato in Bielorussia, è il presidente dell'organizzazione Viasna, che per anni ha documentato gli abusi del regime di Aleksandr Lukashenko, tra i più stretti alleati di Mosca. Il Centro ucraino per le libertà civili ha fatto luce sui crimini commessi dall'esercito russo in Ucraina. Memorial è invece una delle più vecchie associazioni per la difesa dei diritti umani in Russia, costretta a chiudere quest'anno per aver violato la controversa legge sugli agenti stranieri. Rachinsky ha definito la decisione del comitato del Nobel «straordinaria», in quanto prova del fatto che la società civile non è divisa dai confini nazionali ma è «un corpo unico che lavora per risolvere problemi comuni». Nel loro discorso durante la cerimonia del Nobel, gli attivisti premiati hanno fermamente condannato l'invasione russa dell'Ucraina. In particolare, Rachinsky ha denunciato la manipolazione della memoria storica utilizzata dal Cremlino come strumento per giustificare l'aggressione contro il Paese vicino. «La lotta contro il nazionalismo e i seguaci di Bandera sono diventate la base ideologica e la fonte di propaganda per la folle e criminale guerra di conquista in Ucraina», ha detto Rachinsky. Un conflitto, quello in Ucraina, che non accenna a placarsi. Oggi, arriva a Leopoli per cinque giorni di incontri che lo porteranno fino alla capitale Kiev, il leader di Azione, Carlo Calenda. «Voglio portare di persona la solidarietà in un momento così difficile». Giovedì, il Parlamento si esprimerà sulla prosecuzione del sostegno militare a Zelensky. Continuano i tentativi per cercare uno spiraglio per un accordo. In particolare, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha rinunciato al suo ruolo di mediatore nel conflitto e ha annunciato venerdì che oggi parlerà sia con il presidente russo Vladimir Putin sia con la sua controparte ucraina Volodymyr Zelensky. Tra gli obiettivi che spera di raggiungere c'è il rafforzamento dell'accordo sul grano, che la Turchia ha contribuito ad ottenere la scorsa estate. «Nonostante l'interruzione del negoziato a Istanbul, il nostro ruolo offre ancora il terreno ideale per una pace duratura», ha detto Erdogan. Tuttavia, le prospettive per un accordo di pace restano estremamente flebili al momento. Pur rimanendo formalmente aperto ai negoziati, Putin ha lasciato intendere che per raggiungere un accordo, l'Ucraina dovrà accettare la perdita sia della Crimea che delle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia. Da parte sua, Zelensky ha più volte sottolineato che la liberazione di tutti i territori occupati dalla Russia dopo il 24 febbraio è la premessa imprescindibile per qualsiasi negoziato.

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