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La Stampa Rassegna Stampa
27.11.2022 Holodomor, il genocidio ucraino che ora Putin vuole replicare
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 27 novembre 2022
Pagina: 19
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Holodomor, il genocidio ucraino che ora Putin vuole replicare»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/11/2022, a pag.19 con il titolo "Holodomor, il genocidio ucraino che ora Putin vuole replicare" il commento di Anna Zafesova.

Anna Zafesova | ISPI
Anna Zafesova

Storie di Storia / 8. Holodomor: Il genocidio compiuto da Stalin in Ucraina  - la Repubblica

Una candela per le vittime del Holodomor, da accendere mentre scende il buio. Nel 90º anniversario della carestia, era impossibile contare le candele nelle finestre, nelle città ucraine dove quartieri interi sono ancora immersi nel buio, nelle case dove le candele oggi si accendono non per commemorare i caduti, o per creare un'atmosfera romantica, ma per sopravvivere. Le candele vengono usate per lavorare, per studiare, per scaldare una tazza di caffè o la pappa di un bambino, milioni di fiammelle accese per alimentare una resistenza quotidiana. Luce, riscaldamento, acqua, telefono, Internet continuano a mancare in centinaia di migliaia di case ucraine, e con loro la possibilità di conservare le provviste in frigo o di cucinarle (almeno per chi ha il forno elettrico). Uno dei dirigenti dell'ufficio della presidenza, David Arakhamia, ha ieri avvertito gli ucraini in televisione che devono fare scorte di alimenti secchi da mangiare pronti, perché si aspetta una nuova pioggia di missili russi sulle centrali elettriche la settimana prossima. «La fame non deve diventare mai più un'arma», proclama Volodymyr Zelensky al summit per la sicurezza alimentare che non a caso viene convocato a Kyiv proprio nell'anniversario del Holodomor, e il presidente insieme alla first lady Olena e agli ospiti stranieri porta lumini accesi davanti al memoriale della carestia, sopra la capitale ancora parzialmente immersa nell'oscurità. La fame è diventata di nuovo un'arma, in questa guerra, prima con il ricatto del Cremlino sul grano che l'Ucraina non poteva esportare dai propri porti, e ora come uno dei cavalieri di quella apocalisse Vladimir Putin vuole far sprofondare l'Ucraina bombardandola, regolarmente e intenzionalmente. La fame rischia di seguire il buio e il freddo, mentre politici e propagandisti putiniani mostrano alla televisione russa le cartine delle infrastrutture civili colpite e chiamano il «furor sacro dei russi» per «far congelare e marcire» gli ucraini. Nulla poteva chiudere il dibattito sul Holodomor più efficacemente, e tragicamente, dei missili russi. Per decenni, gli studiosi e i politici, anche quelli concordi sulla portata immensa di una carestia indotta costata la vita ad almeno 4 milioni di persone, si erano divisi su quanto potesse venire qualificata come sterminio intenzionale degli ucraini da parte del potere di Mosca. Difficile non crederci adesso, e la campagna internazionale per proclamare il Holodomor un genocidio - alla quale hanno finora aderito una ventina di parlamenti, tra cui il Congresso Usa - ha smesso di essere una causa sostenuta da poche associazioni. Migliaia di europei hanno ieri celebrato la memoria delle vittime.
Is Today's Russia a Relic of the Past? | Perspectives on History | AHA
 
 
 I disegni della Storia si ricompongono, e i bombardamenti punitivi di un Paese che combatte contro l'invasione fanno capire meglio anche i meccanismi che si erano messi in moto 90 anni fa. È vero che nel 1932 Stalin ordinò di requisire il grano ai contadini anche delle regioni della Russia e del Kazakhstan, per far crescere l'industria, soprattutto bellica. Ma è vero anche che soltanto agli ucraini fu impedito di lasciare i villaggi per andare in cerca di cibo: i cordoni militari attorno alle città, e il divieto di spostarsi in altre regioni significavano una condanna alla morte per fame. Una "operazione speciale" che in poco più di un anno trasformò quella che da secoli era il "granaio d'Europa" in una terra di orrore e desolazione. Solo pochi spericolati diplomatici e reporter stranieri sono riusciti a penetrare in Ucraina in segreto, per consegnare alla Storia testimonianze atroci di cadaveri abbandonati per le strade, bambini denutriti dalle pance gonfie, abitanti dei villaggi che si nutrivano dei cadaveri dei loro vicini. È dal Holodomor ucraino - "holod" vuol dire "fame", "mor" "moria", la moria per fame - che nacque il mito dei comunisti che mangiavano i bambini, che scambiava in una macabra ironia i colpevoli e le vittime: il cannibalismo fu l'atto di disperazione estrema dei contadini ai quali i comunisti avevano sequestrato l'ultima spiga di grano. Fu il Holodomor a insegnare a generazioni di sovietici a fare ossessivamente scorte, e ad apprezzare più la quantità che la qualità del cibo, dopo aver mangiato frittelle di paglia, pane di corteccia, carcasse di animali e patate marcite nella terra gelata (il cui furto dal campo collettivo veniva comunque punito con la reclusione nel Gulag). Una tragedia che aveva sradicato e spaventato una nazione fieramente contadina. All'epoca sovietica era vietato anche solo menzionare il Holodomor, non solo perché era un crimine del comunismo, ma perché rimetteva il "legame fraterno" tra russi e ucraini in una prospettiva coloniale, di sfruttamento e distruzione. Ammettere o negare il Holodomor è diventata una delle tante linee del fronte con la Russia: una delle prime azioni dei russi dopo aver occupato Mariupol è stata la demolizione del monumento alle vittime della carestia, insieme alla cancellazione di targhe in ucraino e delle bandiere azzurro-gialle. Il martirio della carestia oggi fa parte dell'identità ucraina, e la testimonianza di essere stati vittime di un genocidio non ha più bisogno di prove: basta guardare le candele nelle finestre buie.

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