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La Stampa Rassegna Stampa
27.08.2022 Zaporizhzhia: in arrivo gli ispettori dell'Aiea: 'Evitiamo un'altra Chernobyl'
Commento di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 27 agosto 2022
Pagina: 12
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Zaporizhzhia: in arrivo gli ispettori dell'Aiea: 'Evitiamo un'altra Chernobyl'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/08/2022 a pag.12 con il titolo "Zaporizhzhia: in arrivo gli ispettori dell'Aiea: 'Evitiamo un'altra Chernobyl' " l'analisi di Francesco Semprini.

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Francesco Semprini

Opportunità di lavoro presso l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica  (AIEA)

Se dovesse avere seguito l'annuncio giunto ieri, si tratterebbe del secondo più importante successo diplomatico di questi sei mesi di conflitto, dopo lo sblocco delle esportazioni di grano ucraino. In quel caso si è evitata una crisi alimentare dagli effetti devastanti in diverse aree del Pianeta. Questa volta si andrebbe a prevenire un disastro atomico dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche. Ecco perché l'Europa, e non solo, ha tirato un sospiro di sollievo quando le Nazioni Unite hanno annunciato che gli ispettori dell'Agenzia atomica Onu (Aiea) si recheranno, all'inizio della prossima settimana, nella centrale nucleare di Zaporizhzhia per rilevare l'esistenza di danni causati dai combattimenti che hanno interessato l'area dell'impianto. La centrale è da marzo sotto il controllo dei russi che nei pressi del sito hanno posizionato truppe e mezzi militari impiegati nei combattimenti contro le forze ucraine. Nelle scorse settimane gli scambi di fuoco con l'impiego di artiglieria e missilistica hanno stretto il cerchio attorno all'impianto causando incendi nelle zone boschive circostanti. Il timore è che nel corso di queste azioni belliche siano stati prodotti danni alla centrale o alle strutture attigue, con potenziali conseguenze che potrebbero portare a fughe radioattive. L'impianto inoltre era stato disconnesso dalla rete di fornitura elettrica ucraina due volte negli scorsi due giorni, facendo presagire un suo utilizzo come arma per privare la popolazione civile, già piegata da sei mesi di guerra, della fornitura elettrica. Gli ispettori dell'Aiea arriveranno in Ucraina con pezzi di ricambio, dispositivi di monitoraggio delle radiazioni e materiali indispensabili all'impianto, il più grande d'Europa, a conferma di come il timore dell'esistenza di danni sia concreto. La svolta sull'accesso a Zaporizhzhia è giunto tra mercoledì e venerdì, dopo la spola del direttore generale dell'Agenzia, Rafael Grossi, tra i diplomatici ucraini a Vienna, i funzionari russi a Istanbul e il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi, per discutere i preparativi. Sono ancora in corso colloqui per definire gli ultimi dettagli ma appaiono superati gli ostacoli sostanziali che avevano impedito una convergenza. Il 24 agosto, al termine del Consiglio di Sicurezza Onu sull'Ucraina, al quale aveva partecipato in remoto il presidente Volodymir Zelensky, era stato l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ad annunciare che Mosca non si sarebbe opposta a una missione Aiea, e che questa sarebbe potuta avvenire tra fine agosto e inizio settembre. L'impasse era legata ad alcune condizioni poste da Mosca ferma nel chiedere che gli ispettori accedessero allo stabilimento attraverso la Crimea, opzione inaccettabile per Kiev e per l'agenzia. L'opposizione russa si è poi ammorbidita, concedendo alla delegazione l'ingresso alla centrale dal territorio ucraino, e trascorrendovi almeno una notte. «Una telefonata del 19 agosto tra Macron e Vladimir Putin si è rivelata il punto di svolta, a questa sono seguiti contatti tra i ministri della Difesa e degli Esteri russo e francese questa settimana che hanno consolidato l'intesa», spiega il Wall Street Journal. «Dopo Chernobyl è la missione Aiea più importante mai intrapresa», ha affermato al quotidiano americano Morgan D. Libby, funzionario di supervisione nucleare della Excel Services Corporation, che ha lavorato per anni negli impianti dell'ex Unione Sovietica, compreso Zaporizhzhia. Ad aprile, dopo il ritiro delle forze di Mosca da Kiev, gli ispettori Aiea avevano condotto con successo una delicata ispezione all'impianto a Nord della capitale, teatro del peggior disastro nucleare della storia, quello del 1986. È ancora gelo diplomatico, intanto, tra Ucraina e Santa Sede dopo l'affondo del ministro Dmytro Kuleba per le condoglianze formulate dal Santo Padre sull'uccisione di Daria Dugina, figlia di Aleksandr Dugin, l'ideologo di riferimento di Putin. Alla convocazione del nunzio apostolico, misura senza precedenti, i rappresentanti di Kiev hanno corretto il tiro sottolineando «quanto siano importanti» le relazioni tra l'Ucraina e la Santa Sede. Da Oltretevere si sottolinea che il Papa non è mai stato «equidistante», in questi sei mesi di guerra, avendo condannato con parole nette l'aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto «equivicino», cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, «in primo luogo la popolazione innocente dell'Ucraina che muore sotto le bombe russe». Il gelo è però tornato poco più tardi con l'indiscrezione diffusa dalla Tass secondo cui Papa Francesco sarebbe disposto a recarsi anche a Donetsk, sulla strada o di ritorno da Mosca, per poi fare una tappa a Kiev. Indiscrezione che fonti informate hanno definito «tendenziosa e inattendibile».

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