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La Stampa Rassegna Stampa
26.04.2021 Anne Applebaum: 'Democrazia sotto attacco. Il piano di Putin riguarda anche l'Italia'
La intervista Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 26 aprile 2021
Pagina: 23
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Democrazia in crisi, sta a noi salvarla»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/04/2021 a pag.23 con il titolo "Democrazia in crisi, sta a noi salvarla" l'intervista di Paolo Mastrolilli a Anne Applebaum.

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Paolo Mastrolilli

Anne Applebaum (@anneapplebaum) | Twitter
Anne Applebaum

La Russia nutre grandi speranze per l'Italia, vi usa per distruggere l'Unione Europea». Come siamo finiti qui, parlando con Anne Applebaum del suo libro tramonto della democrazia? Perché il sottotitolo del saggio pubblicato da Mondadori è il fallimento della politica e il fascino dell'autoritarismo, e quanto accade fra il nostro Paese e Mosca è un esempio perfetto.

Perché la democrazia è in crisi? «Tre ragioni. La prima sono i cambiamenti economici e la globalizzazione, che danno alle persone la percezione dell'impotenza dei governi democratici nel tutelare i loro interessi. La seconda è la velocità dei mutamenti demografici e sociologici. Quando il modo di vivere si trasforma così rapidamente la gente ha una sensazione di panico e declino, che la spinge alla restaurazione. La terza è come ci informiamo. Internet e i social ti tengono collegato provocando emozione, ansia, irritazione. Gli utenti si sentono così bombardati, da non sapere più cosa sia vero. Perciò vogliono che tutti tacciano, oppure cercano una persona o un'istituzione a cui credere. Ciò lavora contro la democrazia».

Cina e Russia dicono che la democrazia non funziona più. «È propaganda che dobbiamo contrastare. È vero che la bilancia del potere è cambiata e Pechino è diventata più ricca e influente, ma in termini di efficienza non è così. Guardiamo alla pandemia: dove è cominciata? Qual è poi il Paese che ha accumulato il debito più alto in Europa? La Russia. Non ci sono prove che le autocrazie siano più efficienti. Poi esiste il contrasto tra come funzionano le moderne economie, dove premi un tasto sul computer e compri un paio di scarpe che il giorno dopo arriva a casa, e la lentezza dei processi democratici. Ciò crea impazienza e impressione che le autocrazie funzionino meglio, ma è falso».

La Russia è molto assertiva: perché attira ammirazione? «C'è gente a cui piace l'aggressività. Putin però presiede un Paese dove l'economia decresce, la gente è più povera, il malcontento sale, e per restare al potere deve incarcerare gli oppositori come Navalny, dopo aver fallito nel tentativo di ucciderlo. Non è un sistema efficiente. Fa molta propaganda come difensore del cristianesimo, ma è una delle società meno religiose d'Europa, pochissimi hanno letto la Bibbia, c'è una grande percentuale di musulmani e regioni come la Cecenia sono governate dalla sharia. Alcuni europei, in particolare in Italia, avendo un'idea immaginaria della Russia l'apprezzano. Ma ciò vale per chi non la conosce. Poi Mosca spende molti soldi in Europa per comprare la gente, le compagnie, e l'influenza politica. Ciò avviene allo scoperto e al coperto, ma noti gli effetti collaterali quando senti la gente che ne parla bene».

Si riferisce a Lega e 5 Stelle? «Nel Movimento 5 Stelle c'è stato uno spostamento strano. In origine era contro la Russia, ma poi è diventato favorevole. Ho un’idea del motivo, ma non possiedo le prove. Putin poi offre diversi tipi di sostegno alla Lega, inclusi appoggi finanziari e propaganda. I russi sono molto attivi sui media e i social, e la Lega ha avvertito che ciò era importante. Ma bisogna ricordare perché. Mosca appoggia gli estremisti di destra e sinistra, in particolare antieuropei, perché la Ue è un serio problema per lei. Quando parla con l'Italia, è grosso modo sullo stesso piano; quando parla con Polonia, Lituania, Portogallo, è molto più grande; ma quando parla con la Eu, è decisamente più piccola e meno potente. L'Unione ha preso decisioni dannose per la Russia, ad esempio sui gasdotti, ed è in grado resistere al suo sistema di corruzione e respingerla. Perciò Mosca ha interesse a distruggerla, per diventare l'entità più potente nel continente».

Quindi punta sull'Italia come anello debole? «Certo. Un tempo la Germania era l'obiettivo più importante, però i russi hanno trovato resistenze e quindi ora puntano sull'Italia».


Donald Trump, Joe Biden

L'assalto del 6 gennaio al Congresso americano è una prova della crisi della democrazia? «Non è stata la polarizzazione nella competizione politica tra democratici e repubblicani, ma un movimento antisistema che voleva bloccare l'applicazione della Costituzione, come non vedevamo dalla Guerra Civile. Sorprende che circa un quarto degli americani condividesse quell'aggressione, perché credeva alla propaganda disonesta venuta dall'ala trumpista del Gop. La democrazia funziona quando si rispettano le regole: ricostruire questo consenso e reintegrare i sostenitori dell'assalto sarà il compito più importante e difficile dei prossimi 20 anni».

Il voto per Biden è stato una risposta? «Sì. Molti americani hanno temuto di perdere il Paese con Trump”.

Ora come si ricostruisce? «Cambiando il soggetto, come fa Biden. Invece di parlare delle guerre culturali, dove tanto non c'è terreno comune, discutere di come fermare l'epidemia, rilanciare l'economia, allargare a tutti il benessere. Dimostrare che sappiamo essere veloci ed efficaci. E poi magari rivedere le regole di Internet e social, non per censurare, ma evitare le camere d'eco».

Il suo libro si intitola Il tramonto della democrazia, ma dice che non è ineluttabile. Come si evita? «Volevo far capire ai lettori che la storia è aperta: non è certo che la democrazia fallisca, ma neppure che sopravviva. Tutto è possibile, compresala dittatura. Cosa accadrà dipenderà dalle scelte che ognuno di noi farà, domani o l'anno prossimo. È una chiamata all'impegno. Molti si sono abituati a pensare che la democrazia sia un destino ineluttabile e la politica sia per gli specialisti. Non è così, tutti devono partecipare. Nessuno può pensare di andare avanti dipingendo, facendo soldi, o qualunque altra cosa gli piaccia. Devi avere un coinvolgimento civico, se vuoi che la democrazia sopravviva».

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