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La Stampa Rassegna Stampa
21.04.2021 Yemen: la storia della modella Intisar perseguitata dai terroristi houthi
Commento di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 21 aprile 2021
Pagina: 19
Autore: Francesca Paci
Titolo: «La modella in cella che fa lo sciopero della fame»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/04/2021, a pag.19, con il titolo 'La modella in cella che fa lo sciopero della fame' l'analisi di Francesca Paci.

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Francesca Paci

Entisar al-Hammadi: Yemen's missing model to be questioned by prosecutors |  Middle East Eye
Intisar Al Hammadi

Non sappiamo niente dello Yemen, il più povero tra i Paesi della mezzaluna islamica che in queste settimane ha messo sul piatto della i pace tra i ribelli houthi e il governo internazionalmente riconosciuto 6 annidi guerra, 233 mila vittime, 4,3 milioni di sfollati e 2,5 milioni di bambini. E poco sappiamo anche di Intisar Al Hammadi, la bellissima modella sparita due mesi fa dopo essere stata fermata a un posto di blocco appena fuori dalla capitale Sana'a e riemersa adesso attraverso il suo legale che ne denuncia la detenzione illegale da parte della milizia filo-iraniana houthi. Secondo l'avvocato Khaled Al-Kamal, la giovane Intisar, sul cui caso è stata appena aperta un'inchiesta interna, sarebbe tenuta in isolamento e avrebbe iniziato uno sciopero della fame a oltranza. Lo Yemen non è un Paese per donne, come, dopo aver sperato che la primavera del 2011 riscattasse dalla miseria il passato glorioso che inebriava Pasolini e la Callas, non lo è più per nessuno. Intisar Al Hammadi, le cui tracce si fermano al 20 febbraio scorso, vive virtualmente sui social, immagini e storie di un voler essere contemporaneo laddove il tempo si è fermato. La moda, un paio di serie per la tv locale, il cinema come eterna immutabile via di fuga. Raccontano che non volesse portare il velo, che il Dna meticcio ereditato dal babbo yemenita e dalla mamma etiope ne facesse una ribelle genetica. Raccontano che il Paese, macerandosi nel dolore, sia diventato ancora più conservatore di prima e che l'assegnazione del premio Nobel per la pace all'attivista Tawakkul Karman significhi poco più che la pacificazione del senso di colpa occidentale sublimato nell'acclamazione di una donna e di una donna velata. Intisar Al Hammadi il velo non lo porta, non nelle foto che girano almeno. E agli houthi la cosa non può che dare fastidio. Il problema è che, sul fronte opposto, il nemico degli houthi è una coalizione a guida saudita che non primeggia certo per rispetto delle donne e che dal 2015 ha bombardato a pioggia lo Yemen ammazzando, secondo l'Onu, il doppio delle vittime civili rispetto a tutte le altre forze in campo messe insieme. Dovunque sia oggi Intisar dovremmo essere con lei, noi che scattiamo al primo suono di discriminazione verso le donne e poi non andiamo mai oltre il velo.

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