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La Stampa Rassegna Stampa
23.10.2020 'Vi racconto la dittatura nel mio Paese, la Russia'
Giuseppe Agliastro intervista la dissidente Olga Misik

Testata: La Stampa
Data: 23 ottobre 2020
Pagina: 14
Autore: Giuseppe Agliastro
Titolo: «Il coraggio di Olga Misik: 'In Russia c'è una dittatura. Ma non mi faranno fuori'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/10/2020, a pag.14, con il titolo "Il coraggio di Olga Misik: 'In Russia c'è una dittatura. Ma non mi faranno fuori' " l'intervista di Giuseppe Agliastro a Olga Misik.

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Giuseppe Agliastro

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Vladimir Putin davanti a un ritratto di Stalin

Un anno fa, ancora minorenne, la diciassettenne Olga Misik è diventata un'icona delle proteste anti-Putin: si è seduta sull'asfalto e ha letto ad alta voce la Costituzione ai poliziotti che assediavano il centro di Mosca. Da allora la Costituzione è stata sconvolta, imbottita di emendamenti illiberali e di una clausola che potrebbe consentire a Putin di restare al potere fino al lontano 2036. «Certamente adesso non leggerei più agli agenti una Costituzione del genere», racconta Olga rispondendo per iscritto ad alcune domande de La Stampa. Olga sogna una Russia finalmente democratica e dove i diritti civili siano rispettati: è un simbolo dei giovani russi che vogliono cambiare il Paese ed è anche per questo che la Fondazione Feltrinelli l'ha scelta per inaugurare il Festival Che storia!. Olga adesso rischia però di trasformarsi in una vittima della mancanza di libertà in Russia. Le autorità accusano infatti lei e altri due ragazzi di «vandalism», hanno perquisito le loro case e a lei hanno imposto il divieto di uscire la sera. Degli sconosciuti hanno srotolato uno striscione e hanno versato della vernice rosa sulla sede della procura generale. Ma secondo la difesa non c'è assolutamente nessuna prova contro Olga e i suoi amici.

Quali sono gli aspetti della nuova Costituzione che ritiene più pericolosi perla società russa? «Sicuramente oggi non leggerei alle forze speciali una Costituzione del genere. La nuova Costituzione afferma esplicitamente i bizzarri `valori familiari tradizionali— che sono così zelantemente propugnati dalla minoranza conservatrice, dagli elettori di Putin. Inoltre, essa prevede di inculcare sin dall'infanzia inclinazioni militaristiche nella salsa del cosiddetto "patriottismo", che in Russia è del tutto travisato. La nuova Costituzione sancisce in sé il concetto di un Dio cristiano e quindi rafforza la posizione della Chiesa ortodossa come istituzione di potere, ma mi sembra che i russi abbiano il diritto di decidere da soli in chi credere. E infine la cosa più terribile è l'azzeramento dei mandati di Putin, che consente al nostro amato "garante della Costituzione" di governare fino alla morte. Questo è peggio, molto peggio di una monarchia assoluta, perché è una dittatura».

Olga Misik, la Greta di Mosca, per i giovani voglio 'il futuro' - Teen -  ANSA.it
Olga Misik

L'anno scorso leggeva ai poliziotti gli articoli della Costituzione sulla libertà di assemblea e sulla libertà di parola per sottolineare che le proteste pacifiche sono legali. Da quasi tre mesi, decine di migliaia di persone scendono in piazza pacificamente in Bielorussia sfidando il regime di Lukashenko dopo i brogli alle presidenziali. Queste proteste possono essere un esempio per i russi? «Sostengo pienamente le proteste in Bielorussia. Sono molto orgogliosa del nostro "popolo fratello". In estate, volevo andare in autostop fino a Minsk per sostenere i manifestanti, aiutarli, esprimere loro solidarietà. Ma la causa penale è stata intentata contro di me nel momento sbagliato. Ora sono sotto inchiesta, e non solo non posso lasciare il Paese e partecipare a eventi di massa, non posso nemmeno uscire di casa, usare internet e studiare all'università. Certamente, i bielorussi possono essere un esempio per i russi, un esempio di una protesta pacifica di successo, ecco perché Putin ha tanta paura di loro».

II rivale numero uno di Putin, Aleksey Navalny, ha trascorso in carcere buona parte dell"`estate delle proteste" dello scorso anno. Adesso è in convalescenza in Germania dopo un sospetto avvelenamento per il quale ha rischiato la vita. Cosa pensa di questa vicenda? «E' evidente che l'avvelenamento di Navalny rappresenti un'altra spirale di repressione politica e la cosa più terribile è che la gente è talmente abituata a ciò che non è affatto sorpresa. L'uccisione di oppositori politici o giornalisti indipendenti non è una novità perla Russia di Putin: tutti ricordano i casi clamorosi di Nemtsov, Politkovskaya, Markelov, Baburova e molti altri. Se dici la verità e fai cose buone, vieni ucciso o imprigionato».

Come vede la Russia tra 10 anni? «A essere onesta, assolutamente uguale. Solo che ci vedremo privati di una moltitudine di persone molto buone che saranno torturate, uccise, incarcerate, costrette a scappare, ma quelli attorno se ne infischieranno ugualmente o forse ancora di più. Quando, alle 5 del mattino, gli agenti dell'Fsb mi hanno portata alla stazione di polizia su un'auto civile, ho pensato che forse quella sarebbe stata l'ultima alba che avrei visto per molti anni in avanti, e da allora ho sempre paura ma non lo posso confessare a nessuno perché smettere di sorridere vuol dire perdere. Non mi sono rimaste forze per continuare la battaglia ma non ho nemmeno la possibilità di fermarla, perché non gli consentirò mai di ottenere quello che vogliono, di togliermi di mezzo, di sconfiggermi, di distruggermi».

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