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La Stampa Rassegna Stampa
09.05.2020 Virus, informazione, economia: ecco la guerra fredda voluta dalla Cina
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 09 maggio 2020
Pagina: 14
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «L'America accusa Cina e Russia: 'False notizie in Italia sul virus'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/05/2020 a pag.14 con il titolo "L'America accusa Cina e Russia: 'False notizie in Italia sul virus' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Continua la guerra fredda voluta dalla Cina, una guerra che ha a che fare in primo luogo con i dati sensibili e l'informazione. Non da ultima, con l'informazione negata sul virus, che ha favorito la diffusione mondiale del contagio. In tutti i suoi aspetti, una nuova guerra fredda tra Occidente democratico e Cina in vena di dominare il mondo.

Ecco l'articolo:

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Paolo Mastrolilli


«Un esempio dove abbiamo visto influenti account di social media legati alla Russia che amplificano la narrativa cinese è l'Italia». Questa denuncia viene dal dipartimento di Stato americano, che ha raccolto le prove di un'alleanza tra Pechino e Mosca, per lanciare una campagna di disinformazione nel nostro Paese basata sulla risposta all'epidemia di coronavirus. Il 14 marzo del 2016, l'ordine esecutivo 13721 del presidente Obama aveva creato a Foggy Bottom il Global Engagement Center, con lo scopo di contrastare la propaganda di gruppi terroristici come l'Isis. Dopo gli attacchi russi per condizionare le presidenziali di quell'anno, la missione del Gec è stata allargata così: «Dirigere, guidare, sincronizzare, integrare e coordinare gli sforzi del governo federale, per riconoscere, capire, denunciare e contrastare le attività di propaganda e disinformazione di Paesi stranieri e agenti non statali, mirate a minare o influenzare le politiche, la sicurezza, o la stabilità degli Stati Uniti, i loro alleati e le nazioni partner». La struttura è guidata da Lea Gabrielle, che ieri ha tenuto un briefing per denunciare la disinformazione sul Covid-19. La Cina, secondo lei, sta cercando di nascondere le sue responsabilità all'origine della pandemia, e la Russia l'aiuta a diffondere i suoi messaggi. Un obiettivo specifico di questa campagna siamo noi: «In Italia abbiamo visto account di social media legati alla Russia che amplificano la narrativa pro cinese. Ad esempio, rilanciando i tweet del ministero degli Esteri di Pechino e del Global Times al pubblico italiano». Gabrielle è scesa nei dettagli: «Un caso analizzato dal Gec ha riguardato i tweet provenienti da 18 account di Twitter legati alla Russia, che nel mese di marzo hanno rilanciato in Italia i contenuti della propaganda cinese relativa agli aiuti inviati da Pechino a Roma. Il volume totale di questi account è stato di 65.600 post, di cui circa il 25% dedicato al Covid-19». Un episodio è molto significativo: «Un tweet amplificato dal ministero degli Esteri cinese condivideva un video secondo cui l'inno nazionale della Repubblica popolare era stato suonato nelle strade italiane, quando i medici di Pechino erano arrivati. Il filmato sembrava mostrare cittadini italiani che dicevano "Grazie Cina", ma in realtà poi si è scoperto che stavano ringraziando i loro sanitari. I diplomatici della Repubblica popolare e i media statali hanno cambiato il contesto del video per favorire Pechino e lo hanno diffuso ampiamente. Questo è un esempio di come gli account legati alla Russia amplificano la narrativa cinese». La Stampa ha chiesto al dipartimento di Stato di approfondire i dettagli di questa campagna congiunta, e un'autorevole fonte ci ha risposto così: «Diffondere la disinformazione sul Covid-19 segue una nota tattica russa di capitalizzare sull'incertezza che la paura della pandemia genera. La narrativa cinese più comune, rilanciata da Mosca, riguarda gli aiuti forniti all'Italia, e la pretesa che Pechino sia il principale alleato di Roma contro il Covid-19. Il Gec ha analizzato i tweet provenienti da 18 account legati alla Russia, all'interno della conversazione su Twitter in Italia. Dal primo al 30 marzo 2020, il volume totale è stato di 65.600 post, di cui 16.600 relativi al coronavirus». Oltre al caso del falso ringraziamento ai medici cinesi, «le narrative comuni agli account filo russi promuovono varie critiche degli Stati Uniti e della Nato per non aver fatto abbastanza in aiuto dell'Italia. Alcuni account twittano tali falsità oltre cento volte al giorno, per molti giorni di seguito. Il Gec può identificare questo comportamento in tempo reale, e lavorare i maniera efficace per contrastarlo, dando spazio a voci terze credibili, e condividendo le informazioni con gli alleati e i partner, per metterli a conoscenza di quanto stiamo vedendo, non solo in Italia, ma anche altrove in Europa e nel mondo».

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