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La Stampa Rassegna Stampa
16.04.2020 Coronavirus: Trump promette di tagliare i fondi Usa all'Oms
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 16 aprile 2020
Pagina: 17
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump taglia i fondi all'Oms Onu e Ue: 'Sbagliato farlo adesso'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/04/2020, a pag.17, con il titolo "Trump taglia i fondi all'Oms Onu e Ue: 'Sbagliato farlo adesso' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Donald Trump ha annunciato che taglierà i fondi Usa all'Oms perché questa organizzazione è succube della dittatura cinese e corresponsabile nel dilagare della pandemia a livello mondiale. Rimaniamo in attesa della realizzazione di queste parole, fiduciosi che Trump, come nelle altre occasioni (si pensi allo spostamento promesso e poi realizzato dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme), faccia quanto assicurato. Rimaniamo in attesa di vedere se anche in Italia qualche parlamentare proporrà un'interrogazione a Camera e Senato per valutare lo stesso passo da parte dall'Italia. L'Oms non va finanziata perché non solo è inutile nel contrastare la pandemia, ma anzi dannosa perché segue a ruota gli interessi di dittature come quella di Pechino.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Paolo Mastrolilli

Coronavirus, Trump attacca l'Oms:
Donald Trump

La reazione globale contro Trump è stata quasi unanime: l'Organizzazione Mondiale della Sanità avrà pure commesso errori, ma questo non è il momento di tagliarle i fondi. Martedì il presidente ha bloccato i finanziamenti all'Oms, accusandola di aver aiutato la Cina a nascondere l'epidemia di coronavirus. Così ha azzoppato una gamba del sistema multilaterale, Onu e non, che lui e i suoi sostenitori più conservatori detestano da sempre. I critici però lo accusano di averlo fatto per trovare un capro espiatorio, su cui scaricare colpe molto simili alle sue. Il blocco è temporaneo, tra 60 e 90 giorni, mentre gli Usa conducono un'indagine sul comportamento dell'Oms e la volontà di riformarsi. A seconda dell'esito però potrebbe diventare definitivo, orientando i finanziamenti verso realtà alternative. Il segretario generale dell'Onu, Guterres, ha commentato così: «Tutti vogliamo chiarire cosa è successo, per evitare che una pandemia così possa ripetersi. Questo però è il momento dell'unità nella battaglia globale per respingere la pandemia di Covid-19 e farla retrocedere, non è il momento di tagliare le risorse dell'Oms, che sta guidando e coordinando gli sforzi della comunità globale». Il responsabile della politica estera della Ue, Josep Borrell, ha aggiunto: «Siamo profondamente rammaricati per la decisione degli Usa. Non c'è ragione che la giustifichi, nel momento in cui gli sforzi dell'Oms sono necessari come mai per contenere e mitigare la pandemia». Unione Africana, Cina e Russia hanno espresso preoccupazione, ma anche un alleato come il premier australiano Morrison ha notato che, pur simpatizzando con alcune critiche avanzate da Trump, «questo non è il momento di buttare via il bambino con l'acqua sporca». Bill Gates, che con i suoi soldi è il secondo finanziatore dell'Oms dopo gli Usa, ha bocciato così il presidente: «Il loro lavoro sta rallentando la diffusione del Covid-19, se viene bloccato nessun altra organizzazione può rimpiazzarla. Il mondo ha bisogno dell'Oms ora più che mai». Il direttore dei CDC Redfield, nominato da Trump, ha ammesso di aver lavorato bene con Ginevra, mentre il direttore della rivista The Lancet, Richard Horton, ha scritto che la mossa del capo della Casa Bianca equivale ad un «crimine contro l'umanità». Non c'è dubbio che il Covid-19 sia esploso in Cina, che ha almeno due torti: primo, le condizioni in cui si è sviluppato il virus; secondo, la mancanza di trasparenza con cui ha gestito la crisi, che forse avrebbe consentito di salvare molte vite. Secondo Trump l'Oms è stata complice, aiutando la Repubblica popolare a nascondere il coronavirus, e criticando la sua decisione di bloccare i voli il 31 gennaio. Fonti dell'organizzazione rispondono che è stata Pechino a ritardare la comunicazione dei dati di oltre un mese. E' vero poi che il direttore Tedros ha dichiarato l'emergenza solo il 30 gennaio, e la pandemia l'11 marzo, ma lo ha fatto perché doveva seguire un protocollo sempre adottato in questi casi. Non aveva attaccato pubblicamente la Cina perché non sarebbe servito a nulla, esacerbando lo scontro proprio mentre era invece necessaria la collaborazione per fermare i contagi. Quanto ai voli, continuarli poteva aiutare ad identificare i malati in arrivo, che invece saranno giunti passando da altri Paesi. Anche accettando tutte le colpe rinfacciate da Trump all'Oms, i critici si chiedono in cosa siano differenti dalle sue. Il presidente ha deciso il blocco dei voli perché rientrava nella sua retorica sovranista, ma ha elogiato Xi. Poi ha ritardato le misure di mitigazione interna e sottovalutato l'emergenza, forse nel timore che il blocco del paese avrebbe compromesso la sua rielezione. Ora Trump spera che l'epidemia si fermi prima di novembre, e l'economia riparta a maggio, per presentarsi alle elezioni come il salvatore del Paese. I critici però lo accusano di cercare capri espiatori, come l'Oms, da incolpare se non riuscisse a risolvere la crisi prima del voto.

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