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La Stampa Rassegna Stampa
03.04.2020 Assassinato in Turchia dissidente iraniano
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 03 aprile 2020
Pagina: 17
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Turchia, un altro caso Khashoggi. Ucciso oppositore degli ayatollah»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/04/2020, a pag.17, con il titolo "Turchia, un altro caso Khashoggi. Ucciso oppositore degli ayatollah", la cronaca di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

Killing of Iranian dissident fuels tensions between Turkey, Iran ...
Masoud Molavi Vardanjani

Un "Khashoggi iraniano", un dissidente ucciso con la complicità di agenti muniti di passaporti diplomatici, un giallo inquietante ma questa volta minimizzato e nascosto dalle autorità turche. Masoud Molavi Vardanjani è stato assassinato a colpi di pistola in una strada di Istanbul il 14 novembre 2019. Il presunto killer ha rivelato di essere stato istigato da due emissari di Teheran proprio come gli uomini del commando saudita che il 2 ottobre 2018 ha ucciso il giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi. Questa volta, però, le autorità di Ankara hanno tenuto un profilo basso e il caso non ha avuto alcuna eco in Occidente. Soltanto adesso due funzionari turchi l'hanno rivelato all'agenzia Reuters.

La fuga per la libertà Vardanjani era fuggito in Turchia alla fine del 2018. A Istanbul pensava di essere al sicuro. Era un esperto di cyber-sicurezza e in contatto con altri oppositori del regime in Iran. Secondo il rapporto della polizia turca aveva lavorato «al ministero della Difesa» di Teheran, e anche per questo era considerato pericoloso. Nell'agosto del 2019, tre mesi prima dell'omicidio, aveva lanciato proclami minacciosi sui social media. «Spazzerò via la mafia corrotta che ci governa, pregate che non mi uccidano». Subito dopo il delitto, il presunto killer è stato arrestato assieme a sospetti turchi e iraniani. E ha confessato, secondo le rivelazioni dei funzionari turchi, che «due iraniani, con passaporti diplomatici, hanno dato l'ordine di uccidere» il dissidente. Una settimana dopo l'assassinio il segretario di Stato Mike Pompeo aveva puntato il dito contro "un altro esempio tragico nella serie di sospetti omicidi di dissidenti ordinati dall'Iran". Ieri Pompeo ha sottolineato come "le notizie sul coinvolgimento di diplomatici iraniani nell'assassinio di un oppositore in Turchia sono scioccanti ma in linea con i loro compiti: i diplomatici dell'Iran sono agenti del terrore hanno condotto numerosi assassini e tentativi di attentati in Europa nell'ultimo decennio". La Turchia però continua tenere un profilo basso, e il portavoce della polizia si è limitato a dire che "l'indagine va avanti". Nel caso Khashoggi Ankara ha fornito ogni dettaglio possibile, e innescato assieme ai media qatarini e americani una campagna che ha gettato un'ombra sinistra sul principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. I rapporti con Riad sono pessimi, in una rivalità all'ultimo colpo per l'egemonia sui musulmani sunniti, mentre i rapporti con la Repubblica islamica sono ambigui e legati anche alle intese strategiche con la Russia su energia e sfere di influenza in Medio Oriente.

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