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La Stampa Rassegna Stampa
21.03.2020 Libano: intervento americano per salvare Amer Fakhoury
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 21 marzo 2020
Pagina: 15
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Blitz americano per prelevare Amer Fakhoury appena scarcerato»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/03/2020, a pag.15, con il titolo "Blitz americano per prelevare Amer Fakhoury appena scarcerato", la cronaca di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Beirut

Quando l'enorme elicottero Osprey della Marina militare americana è atterrato nel giardino dell'ambasciata a Beirut per il Libano è stato come un balzo indietro di trent'anni, ai tempi della guerra civile. Con un blitz improvviso gli Stati Uniti riportavano a casa un loro cittadino, per di più malato di cancro, prima che rischiasse di rimanere rinchiuso in una prigione. Ma Amer Fakhoury non è un cittadino americano qualsiasi. I libanesi lo conoscono come il "macellaio", o il "torturatore di Khiam". Una delle figure più controverse di quegli anni di massacri. Fakhoury, 57 anni, libanese di nascita, era fuggito nel 2001 negli Stati Uniti, dove si era rifatto uno vita, aveva aperto un ristorante a Denver e la cittadinanza. A settembre era tornato nel Paese dei Cedri, convinto di non rischiare più. Invece è stato individuato e arrestato con l'accusa di crimini di guerra e «intelligence con il nemico», cioè Israele.

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Amer Fakhoury


La vicenda
 Negli Ottanta Fakhoury militava nell'Esercito libanese del Sud, una milizia cristiana alleata dello Stato ebraico e gestiva il famigerato centro di detenzione di Khiam, di lì il suo soprannome, dove centinaia di prigionieri delle milizie sunnite e poi sciite, soprattutto della sinistra, sono stati torturati. Il processo sembrava destinato a chiudersi in maniera rapida e con una condanna pesante. È intervenuto il Senato americano, a cominciare dall'influente Ted Cruz, e il dipartimento di Stato, che ha minacciato di sanzioni i vertici dell'esercito libanese. Un'ulteriore batosta per un Paese attanagliato dalla più grave crisi finanziaria della sua storia, e adesso in piena emergenza coronavirus. Lunedì, a sorpresa, il Tribunale militare ha stabilito che i reati erano "prescritti" e ha scarcerato Fakhoury. Giovedì l'Us Navy lo ha prelevato e portato a Cipro, da dove rientrerà in America. Una decisione politica che ha fatto infuriare le associazioni delle vittime della guerra civile. Nel mirino l'esercito, il governo di Hassan Diab, in piena tempesta, ma anche Hezbollah, che avrebbe dato l'ok alla liberazione per non irritare gli Usa in questa fase delicata, quando l'appoggio delle istituzioni internazionali, come l'Fmi, è vitale. Ma se c'è una cosa che unisce i libanesi è il disprezzo per il Jaysh Janubi, l'Esercito libanese del Sud, autore di vessazioni e crimini che hanno contribuito all'ascesa di Hezbollah. Ieri il presidente del Tribunale militare, Hassan Abdallah, ha presentato le dimissioni e altre teste traballano.

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