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La Stampa Rassegna Stampa
09.01.2020 Iran contro la pace: aereo ucraino si schianta vicino a Teheran, il regime non consegna le scatole nere
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 09 gennaio 2020
Pagina: 7
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Giallo sull'aereo ucraino precipitato dopo il decollo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/01/2020, a pag.7, con il titolo "Giallo sull'aereo ucraino precipitato dopo il decollo", la cronaca di Giordano Stabile.

Oggi i quotidiani italiani danno poco o nessun risalto alla notizia dello schianto dell'ereo ucraino ieri vicino a Teheran (176 le vittime). L'Iran ha subito fatto sapere che non consegnerà le scatole nere, la cui presa in visione sarà invece indispensabile per capire il motivo del disastro. Evitando complottismi, è chiaro però che la decisione iraniana non va nella direzione di voler chiarire l'accaduto. Al contrario.

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

Alla fine della lunga notte che poteva scatenare un nuova guerra in Medio Oriente le uniche vittime sono i 176 passeggeri e uomini dell'equipaggio del Boeing 737 ucraino che alle 6 e 12 del mattino si è schiantato pochi chilometri a Nord di Teheran, subito dopo il decollo. Nelle ore concitate che seguivano gli attacchi alle basi americane in Iraq e le possibili rappresaglie, lo schianto è stato subito derubricato a incidente, sia dalle autorità ucraine che iraniane. Ma poi sono cominciati a emergere alcuni dubbi. Prima si è scoperto che a bordo c'erano 63 canadesi, in volo verso Kiev, e si sono sparse voci di una «evacuazione» dei cittadini occidentali in tutta fretta dalla capitale della Repubblica islamica. Le prime spiegazioni da Teheran, e cioè che lo schianto era stato causato dall'incendio a uno dei motori, sono apparse meno convincenti.


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Il Boeing ucraino dopo lo schianto


Intanto perché un Boeing 737-800 può volare anche con un solo motore e poi perché i tracciati del volo mostravano come abbia continuato a salire di quota fino a 2400 metri in modo regolare, prima di precipitare di colpo. Una dinamica compatibile più con una esplosione devastante. Infine le autorità dell'aviazione iraniana hanno comunicato che non avrebbero consegnato le scatole nere, subito recuperate, né all'Ucraina né alla Boeing, una decisione che ha scatenato sospetti e pure complottismi. Il direttore dell'Autorità per i voli civili, Ali Abedzadeh ha poi precisato che le indagini sarebbero state svolte dall'Iran con la «presenza» però di investigatori ucraini. In una giornata come ieri i dubbi sono esplosi e il pensiero è andato alla tragedia del volo Amsterdam-Kuala Lumpur, abbattuto da un missile anti-aereo sui cieli dell'Ucraina nel 2014, al momento delle massime tensioni nel Donbass. Un'ipotesi «non esclusa» da Kiev. Mentre l'Agenzia europea Easa ha raccomandato lo stop ai voli sull'Iraq. Possibile che gli iraniani abbiamo colpito il Boeing per sbaglio, scambiandolo per un aereo americano che si avvicinava per una rappresaglia? È un'ipotesi poco probabile. Ma per scongiurare una nuova ondata di complottismi serve una indagine rapida e trasparente. Tanto più che gli stessi iraniani sono stati vittime di un aereo civile abbattuto per errore, l'Airbus 300 del volo Iran Air 655, colpito da un missile lanciato da una nave da guerra americana il 3 luglio 1988. Un incidente spesso evocato in chiave anti-americana, l'ultima volta da Rohani pochi giorni fa.

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