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La Stampa Rassegna Stampa
24.12.2019 Caso Khashoggi, arrivano le condanne a morte
La decisione del tribunale saudita

Testata: La Stampa
Data: 24 dicembre 2019
Pagina: 9
Autore: A.S.
Titolo: «Cinque condannati a morte per l'omicidio Khashoggi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/12/2019, a pag.9, la cronaca a firma A.S. dal titolo "Cinque condannati a morte per l'omicidio Khashoggi".

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Jamal Khashoggi

Cinque persone sono state condannate a morte dal Tribunale di Riad per l'uccisione del giornalista saudita, Jamal Khashoggi, al consolato saudita di Istambul. Ma non è stato incriminato Saud al Qahtani, il fidato consigliere del principe ereditario, Mohamed bin Salman (MbS), che era accusato di aver supervisionato l'omicidio. Ed è stato prosciolto il generale Ahmed al Assiri, ex numero due dell'intellingence saudita, per «insufficienza di prove». È stato anche prosciolto il console saudita a Istanbul, Mohammad al Otaibi, perché neppure nei suoi confronti sono state trovate prove sufficienti. II ristretto cerchio insomma di Mbs esce quasi indenne. Così Reporters sans frontiers (Rsf) commenta la sentenza come qualcosa che «ridicolizza la giustizia». La Turchia si spinta anche oltre e ha detto che questa «non è giustizia». Mentre il figlio del giornalista si è limitato a commentare: «Giustizia è fatta».

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Mohammed bin Salman

A morte sono finiti quindi cinque uomini «direttamente coinvolti nell'assassinio», ha dichiarato il procuratore saudita in una nota. Al Qahtani era stato interrogato ma non è stato accusato «per mancanza di prove» e il generale Assiri era stato accusato ma poi assolto per gli stessi motivi, secondo la dichiarazione del procuratore generale. Secondo il portavoce della procura, l'inchiesta ha dimostrato che non c'era alcuna intenzione di uccidere Khashoggi, visto che tra gli accusati e la vittima non c'era «inimicizia». Khashoggi, editorialista del Washington Post, dissidente e critico con il governo saudita, fu assassinato il 2 ottobre del 2018 nel consolato saudita a Istanbul: un omicidio dai contorni raccapriccianti, per il quale le Nazioni Unite e il Senato americano hanno chiamato in causa Mohammed bin Salman.

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