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La Stampa Rassegna Stampa
11.12.2019 Libia: un nuovo fronte per la Turchia di Erdogan, alleato di Sarraj
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 11 dicembre 2019
Pagina: 19
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Erdogan: 'Pronto a inviare le truppe in Libia ad Al Sarraj'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/12/2019, a pag.19, con il titolo "Erdogan: 'Pronto a inviare le truppe in Libia ad Al Sarraj' ", la cronaca di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Erdogan stringe la mano di Sarraj

Recep Tayyip Erdogan è pronto a «inviare truppe turche in Libia» se il governo del premier Fayez al-Sarraj «lo richiederà». E' l'ultima mossa del presidente turco nell'offensiva sul fronte libico, dopo l'accordo sui nuovi confini marittimi firmato a Istanbul una settimana fa. Erdogan ha spiegato che la decisione sarebbe legittima in quanto «anche se c'è un embargo dell'Onu sulle forniture di armi il governo libico può chiedere a un altro Stato di dispiegare le sue forze sul territorio». L'esecutivo di Al-Sarraj è l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale ma oramai controlla soltanto il 10% del Paese. Quanto all'embargo sulle armi, non è stato rispettato finora né dalla Turchia, che ha inviato decine di blindati e droni da guerra, né dagli alleati del maresciallo Khalifa Haftar, cioè Emirati, Arabia Saudita, Egitto. Ricerche congiunte sui giacimenti Erdogan ha poi aggiunto che Turchia e Libia potrebbe condurre ricerche congiunte per i giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale, che vogliono includere nelle zone economiche esclusive. Ankara è già impegnata in un braccio di ferro sui giacimenti al largo di Cipro. Ha inviato tre navi perle prospezioni senza un accordo con il governo cipriota ed è in linea di collisione con altri Paesi interessati, soprattutto Grecia, Italia e Israele. Erdogan ha anche alluso al progetto di gasdotto da Israele e Cipro verso l'Europa, che non potrà attraversare le nuove acque territoriali turche «senza il nostro consenso». Nell'area ci sono anche unità militari italiane, compresa la fregata Martinengo, mentre in Libia l'Italia ha un piccolo contingente a Misurata, a protezione dell'ospedale militare che serve i cittadini dell'area. E sono proprio le milizie misuratine, già protagoniste della battaglia contro l'Isis a Sirte nel 2016, in prima linea nella difesa di Tripoli. Haftar però continua ad avanzare e stringe la capitale in una morsa sempre più stretta. Per questo il governo di Al-Sarraj, attraverso il rappresentante dell'Alto consiglio di Stato Abdurrahman Shater, ha subito risposto con favore all'offerta di Erdogan. A fianco del maresciallo operano invece contractor russi della compagnia Wagner. Secondo l'Intelligence occidentale sarebbero 1400 e hanno spostato l'equilibrio a favore del maresciallo attorno a Tripoli. E' probabile che Erdogan ne parlerà nella telefonata prevista per oggi con Vladimir Putin. Se davvero le truppe turche e russe si troveranno a stretto contatto, si ripeterà la scenario siriano. Anche lì i due leader sono su fronti opposti, ma alla fine hanno trovato un accordo per spartirsi le aree di influenza.

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