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La Stampa Rassegna Stampa
25.11.2019 Usa verso le elezioni 2020: Michael Bloomberg si candida alle primarie dei democratici
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 25 novembre 2019
Pagina: 12
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Il miliardario Bloomberg scende in campo: 'Trump è una minaccia per l'America'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/11/2019, a pag.12, con il titolo "Il miliardario Bloomberg scende in campo: 'Trump è una minaccia per l'America' ", l'analisi di Francesco Semprini.

A destra: Michael Bloomberg

Con la scelta di Michael Bloomberg, che ha deciso di correre alle primarie del Partito democratico, scompaiono tutti gli altri candidati. E' il suo il volto nuovo della campagna elettorale americana che porterà alle elezioni fra un anno.

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Francesco Semprini

Ecco l'articolo:

Finanziere, imprenditore, filantropo, sindaco ed ora, ufficialmente, candidato alla Casa Bianca. Michael Bloomberg dice sì alla sfida contro Donald Trump con cui punta a scalzare il 45°presidente dalla guida degli Stati Uniti : «Con lui al comando - dice - il Paese rischia di non riprendersi più». Usa 2020 si trasformerebbe così in un duello tra titani, entrambi miliardari, entrambi icone della Grande Mela ed entrambi over 70, (73 anni Trump, mentre Bloomberg ne ha compiuti 77). «Non possiamo sopportare altri quattro anni di azioni spericolate e disoneste di Trump. Rappresenta una minaccia esistenziale per i nostri valori», afferma Bloomberg in un video pubblicato sul sito della propria campagna elettorale.

Verso il Super Tuesday Democratico, repubblicano, indipendente e di nuovo democratico, il neo-candidato dovrà prima di tutto fronteggiare una sfida interna al partito dell'Asinello per vincere le primarie. Entrando in corsa visto che salterà i primi test di Iowa, New Hampshire, Nevada e Carolina del sud. Sebbene determinanti per dare una prima svolta al confronto, Bloomberg è già troppo in ritardo rispetto agli avversari nelle prime quattro tornate e preferisce concentrarsi sul Super Tuesday del 3 marzo, dove sono in palio quasi un quarto dei delegati, e su altri Stati più grandi, come la California e il Texas, dove può contare su una certa popolarità. «Correrò per la presidenza per sconfiggere Trump e ricostruire l'America», dice perentorio. Ma come? E, soprattutto, perché proprio ora? Sulla scena di Usa 2020 si era già affacciato all'inizio dell'anno ma alcuni calcoli interni lo avevano fatto desistere. Il ripensamento deriva da quanto visto sulla scena politica Dem, con gli ultimi dibattiti e, probabilmente con gli sviluppi sull'ipotesi di impeachment nei confronti di Trump. L'ex sindaco è convinto che nessuno dei candidati in campo sia in grado di battere il Commander in Chief. Ritiene debole il moderato Joe Biden, e troppo a sinistra gli altri due frontrunner, la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren e il collega del Vermont Bernie Sanders. E anche l'emergente sindaco dell'Indiana Pete Buttigieg, tra i candidati centristi più quotati, ha una serie di vulnerabilità politiche. Bloomberg conta sull'elettorato Dem moderato nella prima fase, per poi far incetta di voti al centro nella sfida finale con Trump. Forte di una sicurezza economica garantita dalla suo stesso patrimonio.

Una pioggia di dollari sul voto L'annuncio formale della sua candidatura arriva alla vigilia di una settimana di spot da 30 milioni di dollari che partirà oggi in oltre venti Stati americani. E il miliardario newyorchese, che Forbes l'anno scorso ha classificato come l'8ª persona più ricca del mondo con un patrimonio netto di 50 miliardi di dollari (Trump è 259°, con un patrimonio netto di poco superiore ai tre miliardi), ha dichiarato che non accetterà donazioni politiche nella sua campagna e, se verrà eletto, rinuncerà allo stipendio. Inoltre, ha già promesso di spendere almeno 150 milioni di dollari della sua fortuna per Usa 2020, tra cui oltre 100 milioni di dollari per le pubblicità online contro Trump, tra i 15 milioni e i 20 milioni in una campagna per promuovere la registrazione degli elettori, rivolta principalmente alle minoranze, e oltre 30 milioni per il round iniziale di spot tv. Cifre che hanno mosso già le prime critiche degli avversari come il senatore Sanders che ha detto di non sopportare «chi compra le elezioni». E mentre il «New York Times» lo ha attaccato per i suoi modi poco garbati con le donne, c'è chi ritiene la sua scelta di scendere in campo ora l'ennesima intuizione vincente. Perché «Mike» ha sempre vissuto di intuizioni. Come quando all'inizio degli Anni 80, licenziato da Salomon Brothers, torna a Wall Street per piazzare i suoi terminali di informazione finanziaria creando così impero Bloomberg News. O quando nel 2009 fa eliminare il vincolo dei due mandati alla carica di sindaco di New York facendosi eleggere per la terza volta. O come quando fece un passo indietro in Usa 2016, si dice ufficialmente per lasciare campo libero a Hillary Clinton, ma forse fu proprio lui tra i primi a intuire che, in quel momento, l'uragano Trump sarebbe diventato inarrestabile.

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