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La Stampa Rassegna Stampa
21.11.2019 Intervento difensivo di Israele in Siria contro le milizie iraniane
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 21 novembre 2019
Pagina: 14
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Raid aereo contro le basi dei pasdaran in Siria: 23 morti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/11/2019, a pag.14, con il titolo "Raid aereo contro le basi dei pasdaran in Siria: 23 morti" la cronaca di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Gli interventi di Israele in Siria

La scorsa settimana la Jihad islamica, ieri le milizie iraniane a Damasco. Israele torna a mostrare i muscoli in Siria, con l'attacco più massiccio da un anno a questa parte, che ha coinvolto anche i cacciabombardieri «invisibili» F-35 e inflitto perdite pesanti alle Forze Al-Quds, i reparti speciali dei pasdaran. I raid sono stati lanciati alle 4 e 30 di ieri mattina dallo spazio aereo sopra il Golan israeliano. Pochi minuti per accendere di fiammate rosse la periferia occidentale della capitale siriana. Alla fine il bilancio è stato di 23 morti, due civili, 16 «stranieri» e cinque soldati dell'esercito governativo.

Distrutti depositi di armi e missili Come ha spiegato il portavoce delle Forze armate israeliane, generale Hidai Zilberman gli obiettivi, «decine», appartenevano sia alle «Forze Al-Quds» sia al «regime di Bashar al-Assad», e questo perché l'anti-aerea siriana ha lanciato missili contro i jet con la Stella di David, nonostante fosse stata avvertita di «non farlo». Colpiti «sistemi avanzati di difesa anti-aerea, depositi di armi, centri di comando e basi militari». Schegge di un missile hanno però centrato anche una palazzina a Sud di Damasco. I raid arrivano dopo una settimana di escalation, in seguito all'uccisione nella capitale siriana del figlio di un altro dirigente della Jihad islamica palestinese, sostenuta dall'Iran, e al lancio di quattro razzi, martedì mattina, verso il Golan siriano. Israele lo ha attribuito alle Forze Al-Quds, che rispondono al generale Qassem Suleimani. Potrebbe anche essere legato alla rivolta in corso in Iran, che la dirigenza di Teheran ritiene sia fomentata da «interferenze esterne» di Stati Uniti e Israele. Il neoministro della Difesa israeliano Naftali Bennett ha avvertito che «le regole sono cambiate, ora chiunque lanci razzi contro Israele durante il giorno non dormirà di notte: è successo la scorsa settimana a Gaza ed è successo adesso in Siria». Il messaggio all'Iran, ha aggiunto, «è semplice: sono siete più immuni, ovunque allunghiate i vostri tentacoli vi troveremo». Sulla stessa linea il premier Benjamin Netanyahu: «Se loro ci colpiscono, noi colpiamo loro», ha ribadito. Ma la decisione di alzare di nuovo il tiro in Siria, dopo che per quasi un anno le forze aeree russe avevano frenato raid massicci, è legata alla situazione nella regione. Come sottolineano analisti militari israeliani era importante far capire che «Israele non è l'Arabia Saudita», rimasta passiva dopo l'attacco del 14 settembre sui suoi impianti petroliferi.

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