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La Stampa Rassegna Stampa
06.11.2019 Catturata la sorella di Al Baghdadi, Erdogan ricatta gli Usa
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 06 novembre 2019
Pagina: 11
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Catturata la sorella di Al Baghdadi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/11/2019, a pag.11, con il titolo "Catturata la sorella di Al Baghdadi" la cronaca di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Sorella e fratello Al Baghdadi

La Turchia batte un colpo contro l'Isis e arresta la sorella del defunto califfo Abu Bakr al-Baghdadi, eliminato lo scorso 27 ottobre in un blitz delle forze speciali americane. Per Ankara è la dimostrazione della sua volontà di lottare «contro ogni forma di terrorismo». Ma il luogo dove è stata scovata Rasmiya Awad, a pochi chilometri dall'ultimo rifugio del capo dello Stato islamico, evidenzia ancora una volta come il Nord-Ovest della Siria, sotto influenza turca, sia diventato il rifugio di jihadisti di ogni tipo. Awad, 65 anni, è stata fermata ad Azaz, una città vicina al confine con la Turchia, a poche decine di chilometri da Barisha, il villaggio dove si era nascosto il fratello, e non lontana da Jarabulus, dove è stato ucciso l'ex portavoce Abu Hasan al-Mujehir.

La regione dell'Isis È sempre più chiaro che l'Isis ha scelto quella regione per cercare di ricostruirsi, anche in alleanza con altri gruppi estremisti. Il portavoce della presidenza turca, Fahrettin Altun, ha sottolineato come l'arresto della sorella dell'ex califfo rappresenti «l'ennesimo esempio del successo delle nostre operazioni di contro-terrorismo». Altun ha spiegato che la donna è stata trovata in una roulotte, «assieme al marito, la nuora e cinque bambini», ed è stata subito interrogata per «sospetto coinvolgimento in un gruppo terroristico». È considerata dagli investigatori «una miniera d'oro», perché potrebbe ricostruire gli ultimi spostamenti del fratello e della sua cerchia ristretta e portare all'identificazione del nuovo califfo, scelto domenica scorsa.

Il successore Il nome, Abu Ibrahim al-Hashemi al-Qurayshi, dice poco o nulla sulla sua identità. Quando nel 2010 Al-Baghdadi salì al vertice, dopo l'eliminazione del suo predecessore, bisognò attendere oltre sette mesi per dargli un volto e un'identità. Ora la cattura della sorella potrebbe accelerare la procedura e permettere di decapitare di nuovo la leadership dell'Isis. In questo senso aiutano anche le informazioni fornite dalla talpa che ha portato alla scoperta del covo, il corriere personale di Al-Baghdadi, Mohammad Ali Sajit. L'ex califfo, ha raccontato, ha vissuto gli ultimi mesi nella roccaforte dell'Isis sulla riva orientale dell'Eufrate, espugnata alla fine dello scorso marzo. Era assieme a sette stretti collaboratori e ha tenuto con sé fino all'ultimo una giovane schiava yazida.

Fuori dal controllo di Assad Il califfo si vestiva spesso «come un pastore», indossava sempre il giubbetto esplosivo, anche quando dormiva, e costringeva le sue guardie del corpo a fare altrettanto. Non usava mai il cellulare, ma i suoi collaboratori sì. Quando anche l'ultimo bastione del califfato è caduto, è riuscito ad attraversare quasi tutta la Siria, muovendosi soltanto di notte, con scarpe da ginnastica e il volto coperto, diretto verso la provincia di Idlib. L'area è stata scelta, ha spiegato la talpa, perché era «l'ultima fuori dal controllo del governo di Damasco», una zona dove operavano altri gruppi jihadisti che potevano coprire il capo dello Stato islamico e forse allearsi con lui nel tentativo di rilanciare il progetto di califfato.

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