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La Stampa Rassegna Stampa
02.11.2019 Serge Klarsfeld:perchè sono antisemiti
Lo intervista Ariela Piattelli

Testata: La Stampa
Data: 02 novembre 2019
Pagina: 10
Autore: Ariela Piattelli
Titolo: «La crisi economica in Europa sta rianimando gli estremismi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/11/2019, a pag.10, con il titolo "La crisi economica in Europa sta rianimando gli estremismi", l'intervista di Ariela Piattelli a Serge Klarsfeld, il non dimenticato cacciatore di nazisti.


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Serge e Beate Klarsfeld

Ecco una analisi da condividere in pieno, che fa giustizia delle chiacchiere di tanti politici che non conoscono la Storia. Con parole chiare e semplici Serge Klarsfeld ci fa capire perchè ritorna in Europa l'antisemitismo, è l'ignoranza che va combattuta, una guerra, questa sì, forse già perduta in partenza.

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Ariela Piattelli

"Quando cinquant'anni fa parlai per la prima volta in pubblico, mi chiesero come sarà il nostro futuro, risposi "pregate non ci sia una crisi economica, perché altrimenti la gente riandrà verso gli estremismi"».
Serge Klarsfeld, 84 anni, avvocato francese di origine romena, che assieme alla moglie tedesca Beate ha dato la caccia ai nazisti di alto rango per decenni, attinge ai ricordi per trovare una spiegazione al ritorno dell'antisemitismo e dei suprematismi di estrema destra in Europa.
La coppia franco tedesca è arrivata a Roma per una conferenza dedicata agli studenti e organizzata dall'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri) e dalla Fondazione Museo della Shoah.
Signor Klarsfeld, assistiamo ad un nuovo antisemitismo in Europa, all'avvento dei suprematisti di estrema destra, ad attentati, alle manifestazioni violente dei gilet gialli in Francia. Cosa sta accadendo?
«Quando c'è una crescita economica significativa la democrazia ne guadagna. Adesso c'è una forte stagnazione, una crescita economica debolissima, il popolo non è contento. Il fattore principale è il potere d'acquisto, quello che si può mettere sotto i denti, le persone scontente, insoddisfatte, prestano orecchio alla demagogia: ogni categoria protesta per proteggere i propri interessi. L'estrema sinistra ha pochissimi consensi, così la gente va verso l'estrema destra. In Francia per i gilet gialli è diverso, li non si tratta di popolo, ma di "popolino". Mentre i voti vanno ai nazionalisti. Il pericolo in Francia non sono i gilet gialli, ma che alle elezioni presidenziali il partito di estrema destra possa prendere il potere. Quando in Francia ci sarà lo scontro elettorale diretto tra Macron e Le Pen, se la gente è scontenta perla politica e le decisioni del governo attuale, finirà per votare Le Pen».
Lei che ha studiato la propaganda del Terzo Reich per i processi ai criminali nazisti, trova analogie con il linguaggio dei partiti di estrema destra di oggi?
«Non ci sono similitudini, Orbán, Salvini e Le Pen, non fanno propaganda antisemita, sanno bene che la Shoah è la macchia più nera della storia, ma la natura stessa dell'estrema destra fa si che questa sia antisemita e xenofoba. Però nasconde questa natura. Non significa che tutti gli elettori siano antisemiti, ma il cuore di questi partiti lo è».
Il motivo di questo nuovo antisemitismo quale è secondo lei?
«Da parte dell'estrema sinistra c'è sempre la condanna di Israele, mentre l'estrema destra continua a veicolare le solite tesi complottiste, che gli ebrei comandano il mondo, la finanza, sono le stesse tesi precedenti alla Seconda Guerra Mondiale. Il pericolo in Europa sta nel fatto che questa visione ha penetrato anche il mondo musulmano. E la Germania non mette freno ai movimenti di estrema destra».
La memoria, per la quale vi siete tanto battuti, può essere un antidoto a questi fenomeni?
«L'istinto è più forte della memoria. Conoscere la storia non è un ostacolo al voto politico. Ce lo dice la storia, chi ha scatenato la Prima Guerra mondiale, dopo vent'anni è entrato in guerra di nuovo, eppure la memoria dei massacri, dei milioni di morti, era ben viva»
Allora quali sono le contromisure da adottare?
«A lungo termine si può fare molto con l'istruzione, lavorare sui giovani, e per i figli degli immigrati è difficile acquisire una buona istruzione, ci vorrà tempo. Nell'immediato ciò che si può fare è mobilitarsi, riunire le persone attorno alle forze democratiche, ricordare loro che non esiste un partito di estrema destra o estrema sinistra che abbia portato ad altro se non a catastrofi. Ci vorrebbe un entusiasmo "europeo", ma in questo senso assistiamo al contrario».
Qual è il futuro della memoria?
«Non sono preoccupato per la memoria, ci sono centri in tutto il mondo, c'è tutta la documentazione, nessun evento storico è stato studiato con altrettanta attenzione come la Shoah. Sei milioni di ebrei hanno lasciato questo mondo durante la Shoah, oggi lasciano l'Europa. C'è molta paura. Sono preoccupato per gli ebrei e per il futuro della democrazia»

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