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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/10/2019, a pag.10 con il titolo "Il piano del Sultano del Bosforo per annettere i territori al confine" il commento di Giordano Stabile; con il titolo "Trump ritira le truppe dal Nord della Siria. Parte l'offensiva di Erdogan contro i curdi", il commento di Paolo Mastrolilli.
Da anni i kurdi siriani sono l'unica forza moderata che agisce sullo scenario siro-iracheno. Nella Siria del nord, in particolare, i kurdi sono stati un argine all'espansione dello Stato islamico, ma nello stesso tempo sono combattuti dalla Turchia islamista di Erdogan, alleata con Iran e Russia. L'abbandono dei kurdi siriani da parte dell'Occidente apre le porte ai miliziani di Erdogan, pronti a massacrare i peshmerga e i civili kurdi a migliaia. Le responsabilità dell'Occidente, che ha abbandonato i kurdi, sono enormi.
Ecco gli articoli:
Giordano Stabile: "Il piano del Sultano del Bosforo per annettere i territori al confine"
Paolo Mastrolilli: "Trump ritira le truppe dal Nord della Siria. Parte l'offensiva di Erdogan contro i curdi "
Paolo Mastrolilli La Turchia ha iniziato la sua offensiva nel Nord della Siria, dopo aver ricevuto il via libera dalla Casa Bianca. Questa decisione però ha provocato uno scontro fra Trump e alcuni dei suoi sostenitori repubblicani più determinati. Il senatore Lindsey Graham l'ha giudicata «impulsiva», ha detto che «provocherà un disastro», e ha annunciato la presentazione di una risoluzione in Congresso per bloccarla. L'artiglieria di Ankara ha iniziato in serata a bombardare obiettivi delle milizie curde ad al-Malikiyah, non lontano dalla frontiera turca. Le regioni settentrionali della Siria sono ora occupate dai curdi dell'Ypg, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella lotta contro l'Isis, fornendo in sostanza la manodopera militare agli Usa, che li hanno aiutati schierando circa 2.000 soldati con lo scopo di fornire assistenza aerea, logistica e di intelligence. Il leader di Ankara Ergodan voleva da tempo invadere la regione e creare una zona cuscinetto, in teoria per difendere il proprio Paese, ma in realtà perché accusa i curdi di essere indipendentisti votati a portare via alla Turchia un pezzo del suo territorio. Trump finora aveva resistito, frenato soprattutto dal segretario alla Difesa Mattis e dal consigliere per la Sicurezza nazionale Bolton, che erano contrari al ritiro per almeno tre motivi: primo, non tradire l'alleanza con i curdi; secondo, non facilitare il ritorno dell'Isis; terzo, continuare le operazioni per frenare il regime di Assad e contenere l'espansionismo iraniano. Il presidente però voleva da sempre mettere fine all'intervento, e dopo le dimissioni presentate da Mattis proprio per questo motivo, e il licenziamento di Bolton, ha deciso di procedere. Domenica ha parlato al telefono con Erdogan, che gli ha promesso di occuparsi lui dell'Isis, e cercare di frenare Damasco e Teheran. Quindi la Casa Bianca ha annunciato il via libera all'operazione, con un comunicato in cui diceva che le forze armate americane non parteciperanno all'operazione e verranno spostate dall'area: «Gli Usa hanno fatto pressione su Francia, Germania e altri Paesi europei, da dove venivano molti combattenti dell'Isis catturati, affinché li riprendessero, ma loro non li volevano indietro e si sono rifiutati. Gli Usa non li terranno, per quelli che potrebbero essere molti anni con grande costo per i contribuenti. La Turchia sarà ora responsabile di tutti i combattenti dell'Isis catturati». Poco dopo Trump ha spiegato la sua posizione via Twitter, scrivendo che «è ora di uscire da queste ridicole guerre senza fine. Ora Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e curdi dovranno risolvere la situazione. Noi siamo distanti 7.000 miglia, e schiacceremo ancora l'Isis se dovesse venirci vicino». La Turchia non ha perso tempo, avviando subito le operazioni. Gli stessi alleati di Trump però sono insorti, evidenziando la più ampia spaccatura tra isolazionisti e interventisti del Gop. Graham ha giudicato «impulsiva» la decisione, che porterà al «disastro», perché «gli unici a beneficiarne saranno proprio l'Isis e l'Iran», nonostante la promessa di Erdogan di tenerli a bada. Quindi ha minacciato di presentare una risoluzione al Congresso per bloccare la mossa. Sulla stessa linea il commento di Liz Cheney, mentre l'ex ambasciatrice all'Onu Haley ha detto che è «sbagliato abbandonare i nostri alleati». Mentre Mitch McConnell, leader della maggioranza al Senato ha sollecitato «il presidente a evitare un conflitto tra la Turchia, nostro alleato Nato, e i nostri partner locali contro il terrorismo». Poco dopo Trump ha riposto via Twitter: «Se la Turchia farà qualunque cosa che io, nella mia saggezza grande e senza pari, considero off limits, distruggerò la sua economia. Loro devono, con l'Europa e altri, occuparsi dei prigionieri dell'Isis e le loro famiglie».
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