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La Stampa Rassegna Stampa
05.10.2019 'Italia, attenti alla Cina. Il partito comunista può usare i vostri dati'
Maurizio Molinari intervista Mike Pompeo

Testata: La Stampa
Data: 05 ottobre 2019
Pagina: 1
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «'Italia, attenti alla Cina. Il partito comunista può usare i vostri dati'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/10/2019, a pag. 1/4/5 con il titolo "'Italia, attenti alla Cina. Il partito comunista può usare i vostri dati'" l'intervista di Maurizio Molinari a Mike Pompeo - l’unica concessa ad un quotidiano italiano "-

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Maurizio Molinari

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Mike Pompeo

Cina, Russia e Iran pongono rischi comuni a Italia, Stati Uniti e all’Occidente: è questo il messaggio che il Segretario di Stato Mike Pompeo ha portato al governo italiano durante gli incontri romani. Nell’intervista che segue - l’unica concessa ad un quotidiano italiano - spiega quali sono tali pericoli con il piglio che lo distingue e l’autorevolezza che viene dall’essere il consigliere più stretto e fidato del presidente Donald Trump. Q uando entra nella sala dell’incontro, le prime attenzioni di Pompeo sono per la «Old Glory», poi si siede e risponde ad ogni domanda senza mai abbassare gli occhi o battere le ciglia. Con la disciplina del cadetto modello di West Point e le informazioni che gli vengono dall’aver guidato la Cia, il Segretario di Stato è di una chiarezza cristallina nell’indicare il pericolo che «i dati dei nostri cittadini finiscano nelle mani del partito comunista cinese», il rischio di «infiltrazioni russe nella vita politica italiana» e le gravi implicazioni dei voli a Roma e Milano dei pasdaran iraniani «che esportano caos e terrore nel mondo». L’unico momento in cui tradisce una certa emozione è quando parla delle origini abruzzesi. Ma la conversazione inizia dal tema più caldo del momento: lo scenario di una guerra dei dazi Usa-Ue.
Segretario di Stato, dopo la decisione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) sul contenzioso Airbus con l’Ue dobbiamo aspettarci dazi americani anche sui prodotti italiani? È uno scenario che può essere evitato?
«Abbiamo visto la decisione che ha adottato il Wto, è coerente con quanto avevamo previsto e crediamo da tempo. Adesso esamineremo quali possono essere le risposte più appropriate. Parleremo certamente con l’Ue e arriveremo alla decisione giusta. Come ho detto più volte, faremo del nostro meglio per andare incontro ad ogni Paese. Ma ci troviamo sicuramente davanti a una situazione di ingiustizia. E sono sicuro che arriveremo a una conclusione che funzionerà per tutti e consentirà a ogni azienda americana di essere trattata in maniera corretta».
Dazi a parte, quali sono le priorità nell’agenda bilaterale Italia-Stati Uniti discussa durante gli incontri romani?
«Con il mio collega ministro degli Esteri, il premier Conte e il presidente Mattarella abbiamo discusso di molti temi, guardando all’imminente visita a Washington proprio di Mattarella. A cominciare dalle vostre forze armate che fanno un lavoro magnifico nell’ospitare i nostri soldati, marinai, aviatori e marines. Abbiamo poi discusso di temi internazionali. Dedicando molto tempo al Venezuela, dove è in corso una drammatica crisi umanitaria. Poi abbiamo discusso di Cina, dell’opportunità che costituisce per entrambi i nostri Paesi come anche dei rischi che pone a noi ed al mondo intero. Abbiamo discusso a lungo il tema del terrorismo che si origina dalla Libia e quale deve essere l’approccio corretto. Il punto è come l’Italia, gli Stati Uniti e, francamente, tutti i Paesi coinvolti in Libia possano contribuire a creare le condizioni per ridurre il livello di violenza e avvicinare una soluzione politica il più rapidamente possibile».
Considerate la tecnologia 5G cinese una minaccia alla sicurezza della Nato? L’Italia può contribuire a fronteggiarla?
«Non credo che il 5G cinese ponga rischi all’Alleanza. Sulla tecnologia cinese pensiamo che ogni singola informazione che le attraversa sia a rischio perché si tratta di network controllati dal Partito comunista cinese. E ciò pone delle situazioni di rischio uniche. Assistiamo a forme di stretta cooperazione civili-militare dentro la Cina. Assistiamo ai legami fra le aziende cinesi di proprietà statale e il loro governo. E dunque chiediamo ad ogni nazione, Italia inclusa, di adottare una propria sovrana decisione sull’approccio più giusto, tenendo gli occhi bene aperti sul rischio potenziale che abbiamo davanti: i dati di un qualsiasi cittadino italiano trasmessi attraverso un network a cui ha accesso il Partito comunista cinese. È qualcosa che risveglia in me le memorie della Guerra Fredda. Nessuno all’epoca avrebbe voluto vedere i propri dati nelle mani di un network sovietico. Vogliamo avere la certezza che i network attraverso i quali passano i nostri dati siano sicuri. Assieme possiamo riuscirci. Non temo però che i legami fra i nostri due Paesi possano essere incrinati da tale minaccia».
A proposito di Guerra Fredda, ritenete che la Russia ne abbia iniziata una seconda contro l’Occidente?
«Siamo stati molto chiari sulla Russia. Crediamo vi sia unaveraopportunità.Speriamo che la Russia inizi ad aprirsi ed a fare le cose giuste. Tentiamo di conversare e di dialogare con loro. È del tutto appropriato farlo. Il nostro Presidente lo ha detto chiaramente. Ma siamo stati anche chiari nell’affermare chequando la Russia è protagonista di comportamenti che violano la legge internazionaledovràrisponderne». Vede il rischio di interferenze russe nella vita pubblica italiana?
«Quasi certamente questo rischio esiste. Ma non lo limiterei alla Russia. Ci sono più nazioni che tentano di interferire nelle vicende interne di altri Paesi. Dobbiamo stare tutti con gli occhi ben aperti. Dobbiamo avere scambi di informazioni fra noi. Riuscendo a farlo bene sono sicuro che potremo difendere i nostri Paesi, le nostre democrazie. Ed anche le nostre elezioni».
La linea aerea dei Pasdaran iraniani, Mahan Airlines, effettua voli su Roma e Milano. Poiché si tratta di una compagnia sotto sanzioni negli Usa, ciò significa che l’Italia rischia di incorrere in sanzioni da parte del vostro governo? «Speriamoche il governoitalianometteràfineaquestivoli. Non anticipiamo alcuna decisionesulle nostresanzioni, ma l’America ha spiegato conchiarezzacheMahanAirlines è implicata in attività a sostegno dei Guardiani della rivoluzione iraniana. Speriamo che il governo italiano lo consideri. Ci assicureremo che le nostre informazioni siano condivise e spero portino ad adottare decisioni giuste. Non credo che vi sia un singolo leader italiano che vuole sostenere il genere di caoseterrorechel’Iranesporta nel mondo. E possiamo dimostrare che Mahan Airlines è parte di questo. Ho fiducia nel fatto che l’Italia adotterà ladecisionegiusta». In Libia la guerra civile divampa da tempo ed ora è divenuta più complicata per il coinvolgimento di Stati sunniti che appoggiano le fazioni rivali di Al Sarraj e del generale Haftar. C’è una via d’uscita possibile?
«È davvero molto complicato. Per questo chiunque da fuori fornisce armi all’interno del Paese deve fermarsi. Ridurre gli strumenti di violenzadentrolaLibia ènell’interesse di tutti gli Stati confinanti - Tunisia, Algeria, Egitto - ma soprattutto del popolo libico. Bloccare l’arrivo di aiuti militari dall’esterno può avere un impatto perché queste armi consentono ai leader rivali che le ricevono dipotersperaredivinceremilitarmente. Il mondo deve ammettere che serve una soluzionepoliticainLibia.Questo è ciò che dobbiamo ottenere,il primapossibile».
Quanto conta per lei l’origine italiana nel suo lavoro di rappresentare l’America?
«Sonosemprestatoorgoglioso delle mie origini italiane. Ne parlo spesso con mio padre. A lui piace ricordare i suoi nonni e bisnonni che vennero da questo Paese. Per questo è stata una gioia per me avere l’opportunità di visitarePacentro».
(Ha collaborato Paolo MastrolillI)

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