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La Stampa Rassegna Stampa
02.10.2019 La Cina minaccia l'Occidente, violenza a Hong Kong
Due servizi di Francesco Radicioni

Testata: La Stampa
Data: 02 ottobre 2019
Pagina: 12
Autore: Francesco Radicioni
Titolo: «La Cina mostra i muscoli all'Occidente. In parata il missile che raggiunge gli Usa - Hong Kong, la polizia spara Grave un manifestante»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/10/2019, a pag.12 con i titoli "La Cina mostra i muscoli all'Occidente. In parata il missile che raggiunge gli Usa", "Hong Kong, la polizia spara Grave un manifestante", due servizi di Francesco Radicioni.

La Cina celebra i 70 anni dall'inizio della dittatura comunista portando in parata i ritratti dei suoi leader, a partire dal più longevo e più criminale, Mao Zedong, responsabile per la morte di decine di milioni di persone. Nelle stesse ore spara contro i manifestanti a Hong Kong. E' tempo, per l'Occidente, di rispondere con chiarezza e rigore alla minaccia cinese.

Ecco gli articoli:

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Xi Jinping

"La Cina mostra i muscoli all'Occidente. In parata il missile che raggiunge gli Usa"

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Il comunismo resiste in Cina

I droni e i sottomarini, il mercato e il Partito comunista, la retorica nazionalista e le aperture. Per celebrare i 70 anni della Repubblica Popolare, la Cina esibisce i muscoli, i successi e le apparenti contraddizioni. Nell'anniversario del 1° ottobre 1949 - quando Mao Zedong annunciò la nascita della «nuova Cina» - per oltre tre ore un'imponente parata ha sfilato sulla piazza simbolo del potere di Pechino, mentre il presidente Xi Jinping dichiarava solenne che «nessuna forza potrà mai scuotere lo status della Cina o fermare il popolo e la nazione cinese nella loro marcia in avanti». Dopo i militari hanno sfilato i civili, l'occasione per celebrare il Pantheon della leadership della Repubblica Popolare. Tra i grandi ritratti che hanno percorso il centro di Pechino sono passati, per primi, quelli dei primi due padri nobili: Mao Zedong, e poi Deng Xiaoping. «Il potere nasce sulla punta del fucile», ammoniva il Grande Timoniere. Così che sulla Chang'an Jie hanno sfilato 15 mila soldati, 580 sistemi di armamenti e 160 tipi di aerei militari. Tra le nuove armi in parata su piazza Tiananmen, sono comparsi anche i Df-100, i missili supersonici anti-portaerei, che possono raggiungere un bersaglio a tremila chilometri di distanza e che sono progettati per colpire grandi obiettivi in mare. Oltre ai DF-41: missile balistico intercontinentale in grado di trasportare dieci testate, il cui raggio potenzialmente include il territorio degli Stati Uniti e che ieri è stato mostrato per la prima volta. Tra le novità, anche il debutto in una parata militare di un contingente cinese delle forze di peacekeeping dell'Onu. I grandi protagonisti sono stati i droni capaci di operare in diverse condizioni e a differenti altitudini. Tra questi è apparso per la prima volta in pubblico un velivolo da ricognizione senza pilota capace di operare ad alta velocità e ad alta quota, l'unico drone presentato nella parata e ricoperto da un rivestimento di colore nero. Gli Stati Uniti non reagiscono, almeno ufficialmente. «Congratulazioni al presidente Xi e al popolo cinese nel 70esimo anniversario della Repubblica popolare cinese!», si è limitato a twittare Trump senza nessun accenno alla questione di Hong Kong. Lunedì il presidente americano aveva usato ben altro tono, sempre su Twitter, citando il parere di un esperto secondo cui gli Stati Uniti si sono finalmente «svegliati» di fronte alle ambizioni egemoniche cinesi. «Stiamo vincendo e vinceremo. Non avrebbero dovuto rompere l'accordo che avevamo con loro», aveva aggiunto il presidente, concludendo con un ironico: «Buon compleanno, Cina».

"Hong Kong, la polizia spara. Grave un manifestante"

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I grattacieli di Hong Kong

Mentre nella piazza simbolo del potere di Pechino si celebrava l'immagine di una Cina forte e orgogliosa dopo il secolo dell'umiliazione, duemila chilometri più a sud è stata una nuova giornata di incidenti e violenze per le strade di Hong Kong. Dopo 17 settimane di manifestazioni contro il governo, ieri per la prima volta un agente ha gravemente ferito un manifestante con un colpo d'arma da fuoco. Nei video presto circolati on-line si vede un agente di polizia che punta una pistola a distanza ravvicinata contro il petto di uno studente 18enne che si avvicina stringendo una sbarra, mentre intorno un gruppo di dimostranti attacca un poliziotto caduto a terra. Lo studente è stato portato in ospedale in condizioni critiche, il proiettile avrebbe perforato il polmone passando a tre centimetri dal cuore. L'episodio più violento dall'inizio delle proteste a Hong Kong è avvenuto nel distretto di Tsuen Wan, una zona operaia lontana dal centro finanziario, e potrebbe provocare una nuova escalation della tensione visto che tra le richieste dei manifestanti c'è l'apertura di un'indagine sull'uso eccessivo della forza da parte della polizia. «La vita degli agenti era seriamente minacciata», ha detto una portavoce della polizia. Mentre la leader di Hong Kong, Carrie Lam, è volata a Pechino per le celebrazioni della Repubblica Popolare, il presidente cinese Xi Jinping ha assicurato di voler «mantenere stabilità e prosperità a lungo termine a Hong Kong e Macao». Ieri però diversi shopping mall e stazioni della metro di Hong Kong sono state chiusi fin dalla mattina, mentre alla vigilia dell'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare la polizia ha inviato un SMS ai residenti in città avvertendo che si prevedevano «gravi disagi». Nonostante le autorità non avessero autorizzato una marcia dai quartieri dello shopping fino ai palazzi della politica, decine di migliaia di persone hanno sfidato il divieto con un corteo in gran parte pacifico guidato da storici attivisti pan-democratici come Albert Ho, Emily Lau e Lee Cheunk-yan. Negli stessi minuti però manifestazioni - presto degenerate in violenze tra dimostranti e polizia - si svolgevano in diversi distretti della città: dalla penisola di Kowloon fino ai Nuovi Territori al ridosso del confine con la Cina. Per le strade si alzavano barricate, venivano lanciate bottiglie incendiarie e appiccati roghi, la polizia rispondeva con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Nei minuti in cui su Telegram e sui social, usati dai manifestanti per coordinare le proteste, si diffondeva la notizia del ferimento dello studente con un colpo di pistola a Tsuen Wan, una colonna di agenti in assetto anti-sommossa e i reparti speciali hanno iniziato spingere i dimostranti verso la parte orientale della città: presto anche le strade alle spalle dei palazzi del potere di Hong Kong si sono trasformate in un campo di battaglia e le barricate erette davanti a alcuni ingressi della metro venivano dati alle fiamme. «I rivoltosi - scrive la polizia - continuano a danneggiare proprietà e edifici pubblici»: spesso come obiettivo ci sono negozi, ristoranti o uffici di proprietà di politici o uomini d'affari vicini a Pechino. Nel corso di una conferenza stampa convocata dopo la mezzanotte, il capo della poliziaha detto che ieri sono state arrestate oltre 180 persone con accuse che vanno dalla rivolta al possesso di armi.

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