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La Stampa Rassegna Stampa
27.09.2019 Luigi Di Maio è per il vincolo di mandato: e l'alleato Zingaretti?
'Buongiorno', di Mattia Feltri

Testata: La Stampa
Data: 27 settembre 2019
Pagina: 1
Autore: Mattia Feltri
Titolo: «Svincolo di mandato»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/09/2019, a pag.1 il commento di Mattia Feltri dal titolo "Svincolo di mandato".

Il vincolo di mandato è una prassi che esiste nelle dittature, in cui i parlamentari sono fantocci diretti dal partito, non nelle democrazie. Per questo fa bene Mattia Feltri a mettere in guardia da Luigi Di Maio, capo politico grillino ora riciclato alla Farnesina. Come le critiche per Salvini nei 14 mesi di governo gialloverde, vale oggi per il segretario del Pd Nicola Zingaretti la domanda: nessun problema a governare con un movimento evidentemente antidemocratico e illiberale?
Possibile che il PD condivida la politica dell'alleato?
Suggeriamo a Mattia Feltri di scrivere un ritratto di Nicola Zingaretti con la stessa intelligenza critica con cui ci ha regalato la vera immagine di Di Maio. 

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Mattia Feltri

Immagine correlata
Luigi Di Maio

 

Il sublime Luigi Di Maio, politico intraducibile in altre lingue, ha ritirato fuori l'idea del vincolo di mandato per impedire ai parlamentari di cambiare partito, e chi lo cambia va a casa. L'ha ritirata fuori poiché una sua senatrice è passata con Matteo Renzi e un'altra ventina, gira notizia, è pronta allo sgombero. Basta col mercato delle vacche, ha detto l'intraducibile col linguaggio raffinato e innovativo che è lo strascico del suo pensiero. Già altre volte, qui, si è commesso il peccato di presunzione di volergli spiegare che il vincolo di mandato appartiene ai regimi autoritari, dove agli eletti è vietato il dissenso e imposta l'ubbidienza, e infatti in Italia l'ultimo a introdurlo fu il Duce, e tutte le democrazie liberali del mondo l'hanno abolito, eccetera eccetera. Allora adesso ci si prova con un esempio. Si immagini, Di Maio, un partito nel quale un capo politico si presenta alle elezioni dicendo mai alleanze, soprattutto con quelli di destra che sono fascisti, mascalzoni e farabutti, il giorno dopo però fa l'alleanza con quelli di destra, riscrive metà programma, poi ci litiga, allora mai alleanze con quelli di sinistra che sono comunisti, corrotti e pedofili, il giorno dopo però fa l'alleanza con quelli di sinistra e riscrive l'altra metà programma, e si immagini, Di Maio, di dover seguire ora dopo ora lo slalom gigante di un simile scafista della cosa pubblica, i ribaltamenti e le permute d'idee di un così formidabile e fatuo traditore di mandati, e di dover restare fedele a ogni sua bizzosa infedeltà. E si immagini, Di Maio, se un vincolo gli proibisse pure di spedirlo al diavolo e cambiare aria.

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