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La Stampa Rassegna Stampa
01.09.2019 Siria: deposta la carota arriva il bastone americano
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 01 settembre 2019
Pagina: 15
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Missili americani su un campo di addestramento, uccisi 40 jihadisti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/09/2019, a pag.15, con il titolo "Missili americani su un campo di addestramento, uccisi 40 jihadisti" la cronaca di Giordano Stabile


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Giordano Stabile

Quaranta capi jihadisti sono stati uccisi in un raid nella provincia di Idlib. Numerosi missili hanno centrato un edificio vicino alla città di Idlib, dove era in corso una riunione fra i capi di gruppi estremisti che operano nella provincia. Il raid è stato condotto da cacciabombardieri americani, come ha confermato un portavoce del Comando Centrale Usa, colonnello Earl Brown, che ha spiegato come il raid sia stato condotto contro un gruppo jihadista che è accusato di «attacchi contro cittadini americani, nostri partner e civili innocenti». Media arabi sostengono che l’attacco mirava a eliminare il leader dell’Al-Qaeda locale (conosciuta con la sigla Hts), Mohammed al-Joulani. Non è certo però che sia stato ucciso, mentre i capi di due gruppi minori, Hurras al-Din e Ansar al-Tawhid, sarebbero morti. I jihadisti sono stati raggiunti da numerosi missili «all’interno di un campo di addestramento, almeno quaranta sono rimasti uccisi», ha confermato il direttore l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman. L’attacco sarebbe stato condotto da cacciabombardieri Usa decollati dalla base americana di Qatar. Washington avrebbe avvertito Mosca in anticipo. Il raid arriva infatti nel primo giorno di una tregua concordata fra Russia e Turchia, dopo che forze speciali russe e truppe governative erano andate all’assalto sul fronte meridionale della provincia. A parte il raid anti-jihadisti, non ci sono stati altri attacchi e nel complesso il cessate-il-fuoco ha retto. Settecentomila sfollati Da quando è cominciata l’offensiva, 700 mila persone sono sfollate, mentre oltre 500 hanno perso la vita nei bombardamenti. Una situazione che ha spinto molti profughi ad assaltare il posto di frontiera di Bab al-Hawa per protestare contro la Turchia, che a detta dei ribelli non frena gli attacchi russi e non lascia entrare nessuno sul suo territorio. Le forze di sicurezza turche hanno sparato colpi in aria e disperso la folla. Ankara ha però protestato con Mosca. Putin a quel punto ha concordato una tregua con il presidente turco Erdogan. I due leader si sono anche accordati sul fatto che i gruppi ribelli jihadisti vanno eliminati, mentre quelli più moderati passeranno sotto il controllo delle forze armate turche. Anche gli Usa concordano che l’Al-Qaeda locale, conosciuta sotto la sigla Hayat al-Tahrir al-Sham (Hts) vada distrutta.

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