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La Stampa Rassegna Stampa
17.08.2019 La figlia di Rabbi Boteach apre il primo sexy shop kosher a Tel Aviv
Commento di Elena Loewenthal

Testata: La Stampa
Data: 17 agosto 2019
Pagina: 15
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «La figlia di Rabbi Boteach apre il primo sexy shop kosher»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/08/2019 a pag.15, con il titolo  "La figlia di Rabbi Boteach apre il primo sexy shop kosher"


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Elena Loewenthal


Di padre in figlia: la tradizione ebraica è fatta anche di questo. Come nel caso di Ghana Boteach, una graziosa 28 enne che ha in q  uesti giorni aperto a Tel Aviv il primo "Kosher Sex Shop", un'elegante vetrina nel cuore della città più gaudente del Medio Oriente: più che un negozio di attrezzi per il piacere un vero e proprio concept store.
Ghana parte da lontano: «La Bibbia ci dice che l'uomo abbandonala casa del padre per unirsi carnalmente alla donna. La donna nel matrimonio cerca non solo l'amore—che trova anche altrove, come nel contesto della famiglia -, ma il desiderio e l'essere desiderata. Deve sentire che il marito è attratto da lei come un magnete». E' vero che il Talmud prescrive esplicitamente al marito di soddisfare sessualmente la moglie anche quando lei è incinta, a dimostrazione che l'armonia fisica della coppia non è soltanto il mezzo per ottemperare al comandamento della procreazione, bensì un valore in sé e persé.
II bestseller del padre
Non per niente Ghana Boteach è figlia di rabbi Shmuley Boteach, che nel 1999 sali all'onore delle cronache mondiali per il suo bestseller "Kosher Sex: A Recipe for Passion and intimacy": non tanto un Kamasutra in salsa ebraica quanto una vera e propria guida al piacere per la coppia ebrea osservante, nella piena consapevolezza che non esiste contraddizione fra la sessualità e il rispetto della complessa e rigorosa normativa ebraica. In un contesto come quello ebraico in cui il corpo e i suoi bisogni non sono demonizzati, anzi, spiega oggi sua figlia Chana presentando il settore merceologico in cui ha deciso di buttarsi, «la sessualità ha molto a che fare con il principio del tiqqun olam (l'idea che il compito primo dell'uomo — e della donna— sia quello di riparare al danno che arreca al mondo la presenza del male). In un certo senso il sesso può essere la cosa più santa che si possa fare».
Il suo negozio ha come clientela "naturale" le coppie sposate —il sesso come valore è tale solo se nell'ambito del matrimonio — di ogni età: «gli ortodossi si sposano molto giovani. Hanno bisogno per un verso di formarsi, di imparare il piacere insieme. Per l'altro di tenerlo vivo nei lunghi anni di vita insieme che li aspettano». Ma c'è anche il pio 80enne con tanto di barba lunga che «è venuto a comprare un vibratore da regalare alla moglie per il mezzo secolo di matrimonio». Con la sua stilosa discrezione, il negozio di Ghana Boteach si rivolge però soprattutto a quel pubblico femminile che a Tel Aviv è piuttosto ben abituato, visto che già molti anni fa aprì qui, nella zona trendy del porto, un sex shop esclusivamente per donne. «Dobbiamo combattere l'immagine di una sessualità che vede il maschio come aggressivo cacciatore e la femmina come inerme e passiva vittima. E' una faccenda ben più profonda e complessa».
Da quel Paradiso Terrestre da cui forse non sono mai usciti davvero, c'è da giurare che Adamo ed Eva sorridano compiaciuti.

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