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La Stampa Rassegna Stampa
13.08.2019 Macron, l'alleato del regime terrorista di Teheran
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 13 agosto 2019
Pagina: 19
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «L'avvertimento dei pasdaran: 'Nel Golfo nessuna nave israeliana'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/08/2019, a pag.19 con il titolo "L'avvertimento dei pasdaran: 'Nel Golfo nessuna nave israeliana'" la cronaca di Giordano Stabile


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Ecco di chi è alleato Macron

Il servizio di Stabile riflette bene la boriosità del regime terrorista di Teheran e la debolezza dell'Europa. Invece di accogliere la proposta di Trump, che avrebbe messo a tacere le minacce verbali dell'iran, Macron cerca di ridare vita all'accordo voluto da Obama e dalla UE che avrebbe dato via libera all'Iran nucleare. Niente di nuovo dalla Francia, la presa del potere di Khomeini venne organizzata in Francia, voluta dal governo francese, che sperava così di sostituire gli Usa nei rapporti commerciali e politici con la Persia dello Scià. Nacque così l'Iran degli ayatollah, la Storia si ripete oggi con la codardia cieca di Macron.
Una osservazione sul titolo, i pasdaran sono le SS del regime di Teheran, obbediscono agli ordini che ricevono, non sono certo loro a decidere alcunchè.


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Ecco il pezzo di Giordano Stabile:

L’ Iran minaccia la “guerra” se navi israeliane entreranno nel Golfo assieme alla flotta internazionale che gli Stati Uniti vogliono costituire per pattugliare le rotte petrolifere. E’ l’ultimo sviluppo nel braccio di ferro fra la Repubblica islamica, gli Stati Uniti e i loro alleati. Le tensioni sono andate crescendo dopo che il 4 luglio i marines britannici hanno fermato una nave iraniana nelle acque di Gibilterra. I Pasdaran hanno risposto con la cattura di tre petroliere nello Stretto di Hormuz, inclusa la britannica Stena Impero. Largo appena 39 chilometri, Hormuz è il collo di bottiglia negli approvvigionamenti di greggio verso l’Europa e l’America e i barchini veloci delle Guardie rivoluzionare sono una minaccia seria.
La reazione degli Stati Uniti
Il blitz britannico ha finito per creare una situazione insostenibile e gli Stati Uniti hanno reagito con il lancio di una «coalizione navale internazionale», che arruoli unità europee e del Golfo e alla quale potrebbe partecipare Israele, per consolidare l’asse le potenze arabe sunnite ostili all’Iran.
Una sfida ulteriore che ha portato alla reazione del comandante delle forze navali dei Pasdaran, Alireza Tangsiri. L’alto ufficiale ha avvertito che un’eventuale presenza israeliana all’interno della coalizione è «illegittima» e «potrebbe portare a vari scenari», compresa «una guerra nella regione». Tangiri ha poi minacciato nuovi sequestri di navi occidentali: «Possiamo fermare qualsiasi nave, in qualsiasi momento, anche se accompagnate da forze americane o britanniche».
Il comandante è fra l’altro sotto sanzioni americane, in seguito all’abbattimento di un drone di sorveglianza del Pentagono, colpito lo scorso 20 giugno da un missile terra-aria.
Le sue dichiarazioni hanno un contenuto propagandistico ma sono state rafforzare da quelle del ministro degli Esteri Jawad Zarif, che ha accusato gli Stati Uniti di aver trasformato il Golfo in una polveriera. La striscia di mare dove passa un terzo di tutto il petrolio esportato al mondo è affollata di unità militari. E la competizione è anche all’interno degli alleati occidentali. Secondo l’analista britannica di Sky News, Deborah Haynes, Emmanuel Macron sta premendo sulla Gran Bretagna per costituire una flotta europea, sganciata dagli Usa, che garantisca la libertà di navigazione nello Stretto di Hormuz. Una sfida più all’America che all’Iran, anche perché il presidente francese si è costruito durante la crisi degli ultimi mesi una relazione sempre più stretta con Hassan Rohani e lo ha anche invitato al prossimo vertice dei G7 a Biarritz. Il leader iraniano ha declinato l’invito ma la sponda francese è decisiva nel tentativo di far sopravvivere l’accordo sul nucleare del 2015 e battere Donald Trump.

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