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La Stampa Rassegna Stampa
26.07.2019 Zelensky sfida Putin: fermata petroliera russa sul Mar Nero - Bravo Zelensky!
Cronaca/commento di Giuseppe Agliastro

Testata: La Stampa
Data: 26 luglio 2019
Pagina: 16
Autore: Giuseppe Agliastro
Titolo: «Zelensky sfida Putin: fermata petroliera russa sul Mar Nero»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi,26/07/2019, a pag.19 con il titolo "Zelensky sfida Putin: fermata petroliera russa sul Mar Nero" la cronaca di Giuseppe Agliastro

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Giuseppe Agliastro

Stavolta è l’Ucraina del neo presidente Vlodomir Zelensky a mostrare i muscoli alla Russia di Putin. I servizi di sicurezza di Kiev (Sbu) hanno sequestrato una nave cisterna russa che ritengono coinvolta nell'incidente dello scorso autunno al largo della Crimea che portò alla cattura di ventiquattro marinai ucraini da parte dei russi. L’Sbu ha interrogato e poi rilasciato tutti e dieci i membri dell’equipaggio russo, ma questa vicenda rischia comunque di avere ripercussioni sui già tesi rapporti tra Mosca e Kiev. La vendetta di Kiev La nave cisterna è stata fermata nel porto ucraino di Izmail, sul Danubio, non lontano dal Mar Nero e dal confine con la Romania. Si chiama “Nika Spirit”, ma secondo gli ucraini fino ad alcuni mesi fa era registrata con il nome di “Neyma” e si tratterebbe dello stesso battello che lo scorso novembre si piazzò sotto il Ponte di Crimea bloccando il passaggio a tre piccole navi militari ucraine che intendevano attraversare lo Stretto di Kerch. I russi accusarono gli ucraini di aver violato le loro acque territoriali: ne seguì uno scontro che si concluse col sequestro dei vascelli ucraini e la cattura dei 24 uomini dell’equipaggio. I marinai sono tutt’ora nelle mani dei russi. Il sequestro della ‘Nika Spirit’ secondo alcuni analisti è una sorta di vendetta di Kiev per quanto avvenuto otto mesi fa. I servizi segreti ucraini hanno pubblicato un video della perquisizione della nave russa, che adesso sarà usata come “prova” dell’incidente sullo Stretto di Kerch, su cui Mosca ha messo le mani con l'annessione della Crimea nel 2014. I dieci marinai russi che erano a bordo a quanto pare non hanno però nulla a che fare con quell’episodio. E così, dopo che Mosca ha minacciato Kiev di non meglio precisate «conseguenze», hanno potuto fare ritorno a casa. Restano invece in carcere i 24 marinai ucraini catturati dai russi al largo della Crimea occupata da Mosca. Il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare ne ha ordinato la liberazione, ma Putin non vuole sentire ragioni. La speranza è che Russia e Ucraina trovino un compromesso nelle complicate trattative avviate nelle scorse settimane per liberare centinaia di «prigionieri». Nei giorni scorsi era spuntata anche l’ipotesi di uno scambio fra Sentsov, il regista ucraino detenuto in Russia, e il giornalista Kirill Vyshinsky prigioniero invece a Kiev. Scambio al momento in stand by. Il nuovo presidente ucraino Volodymyr Zelensky si dice pronto al dialogo, anche per mettere fine alla guerra nel Donbass tra le truppe di Kiev e i separatisti armati dal Cremlino

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