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La Stampa Rassegna Stampa
12.07.2019 Crisi nel Golfo: l'Iran attacca una petroliera inglese
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 12 luglio 2019
Pagina: 10
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Teheran-Londra, scintille nel Golfo»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/07/2019 a pag.10, con il titolo "Teheran-Londra, scintille nel Golfo" il commento di Giordano Stabile.

Il FATTO QUOTIDIANO titola, a pag. 16, "Iran-Usa-Gb, guerra di petroliere", e così mette sullo stesso piano i diversi protagonisti della crisi del Golfo, disinformando il lettore: due democrazie e una spietata dittatura

Ecco l'articolo di Giordano Stabile:

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Una petroliera nel Golfo persico

I Pasdaran cercano di abbordare una nave britannica nel Golfo, Londra reagisce con l'arresto del capitano della petroliera fermata otto giorni fa a Gibilterra, e la guerra del greggio fra Iran e potenze occidentali diventa incandescente.
Tutto comincia il 12 maggio scorso, quando quattro petroliere saudite ed emiratine vengono danneggiate da mine davanti al porto di Fujairah, all'imbocco dello Stretto di Hormuz. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha appena annunciato la risposta alle sanzioni americane. Sono misure legate al programma nucleare e all'arricchimento dell'uranio, ma sia Rohani che il comandante delle Guardie Rivoluzionare, generale Hossein Salami, lanciano anche altri messaggi, e cioè che se l'Iran non potrà più esportare petrolio «neppure gli altri potranno».
Il 13 giugno altre due petroliere, norvegese e nipponica, vengono sabotate. Il 20 giugno un drone di sorveglianza americano viene abbattuto sopra lo Stretto di Hormuz, secondo gli iraniani nel loro spazio aereo. È l'escalation. L'America è a un passo da una pesante rappresaglia. Donald Trump ferma cacciabombardieri e navi lanciamissili «dieci minuti prima» del blitz. Teheran, soprattutto i Pasdaran, cantano vittoria. Ma la partita continua. Entra in scena la Gran Bretagna. Il 4 luglio i Royal Marines abbordano e si calano sulla «Grace 1», che trasporta due milioni di barili di petrolio. Secondo Londra sono diretti alla raffineria siriani di Baniyas, in violazione delle sanzioni europee. L'Iran protesta, denuncia «un atto di pirateria», chiede il rilascio della nave e dell'equipaggio. I Pasdaran minacciano: «Possiamo sequestrare anche noi una petroliera britannica».
È mercoledì sera, 10 luglio, quando la britannica «British Heritage», battente bandiera dell'Isola di Man e di proprietà del gigante petrolifero Bp, sta per imboccare lo stretto di Hormuz. Cinque barchini veloci dei Pasdaran appaiono all'improvviso, si mettono di mezzo e le tagliano la rotta. Il comandante chiede aiuto. A poche miglia c'è la fregata Hms Montrose. Spinge le macchine al massimo e si avvicina. Punta i suoi due cannoni automatici da 30 millimetri contro i barchini, li avverte con gli altoparlanti e «via radio», intima loro di ritirarsi. È una unità molto più potente e armata rispetto ai motoscafi iraniani, che devono invertire la rotta. Il comando britannico definisce l'azione delle Guardie rivoluzionarie «una provocazione e un tentativo di interferire con il libero passaggio» della nave, mentre ministro degli Esteri Jeremy Hunt ribadisce che Londra è «impegnata a mantenere la libertà di navigazione».
L'Iran nega tutto. I Pasdaran precisano che «non c'è stata nessun scontro con imbarcazioni straniere nelle ultime 24 ore». Ma aggiungono che sono in grado di «agire con precisione e potenza di fuoco» se ricevessero l'ordine di sequestrare «qualsiasi nave nell'area». Interviene anche il ministro degli Esteri Jawad Zarif, che accusa la Gran Bretagna di «alimentare le tensioni». Il braccio di ferro continua. Poco dopo Londra conferma che ha proceduto all'arresto del comandante della Grace 1, in custodia a Gibilterra, con l'accusa di aver violato le sanzioni nei confronti della Siria. Il tutto mentre gli Stati Uniti annunciano che una «flotta internazionale», a guida americana e coadiuvata dalle Marine alleate, comincerà a incrociare nello Stretto di Hormuz e all'imbocco del Mar Rosso, per sorvegliare le rotte scortare i mercantili occidentali. Sembra l'atto di nascita di un'Invincibile armata tesa a schiacciare le velleità iraniane. La «guerra delle petroliere» è all'inizio.

 

 

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