|
| ||
|
||
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/06/2019, a pag.9 due servizi sul G20 di Osaka. Nell'illustrare le immagini, c'è una annotazione che non può essere qualificata 'di costume' quanto 'politica, eccola: In molti hanno notato la tazza «personale» che Putin si è portato al G20 durante la cena ufficiale: ha bevuto solo da quella, causando commenti sui social per la sua «paranoia» " Altrochè paranoia, Putin è un grande esperto su come eleiminare fisicamente gli avversari - non va dimenticato il passato al KGB- per cui il timore di essere avvelenato a sua volta gli impone alcune 'cautele'. La tazza 'personale' è una di queste. Paolo Mastrolilli: " Trump-Putin sorrisi e ironie al G20 'Non interferire sulle mie elezioni'
Vladimir Putin si presenta al G20 affermando che la democrazia liberale è obsoleta, e per tutta risposta colui che dovrebbe essere il leader mondiale del liberalismo scherza sull’offensiva lanciata da Mosca per interferire nei processi elettorali e destabilizzare la democrazia occidentale. Naturalmente il fatto che il presidente americano vada d’accordo con quello russo non è un male in sé, anzi. Però il modo con cui ieri il capo della Casa Bianca ha strizzato l’occhio al collega del Cremlino, ha riacceso tutte le polemiche e i sospetti che l’America sperava di aver messo finalmente alle spalle con la pubblicazione del rapporto Mueller. Al punto che è toccato al presidente uscente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, di fare la precisazione che sarebbe dovuta nascere spontanea in qualunque sincero occidentale: «Sono profondamente in disaccordo con Putin. Quando uno dice che il liberalismo è obsoleto, in realtà sostiene che la libertà, lo stato di diritto e i diritti umani lo sono. Ciò che invece io trovo realmente obsoleto è l’autoritarismo, il culto della personalità, e il governo degli oligarchi». Putin ha dichiarato superata la democrazia liberale in un’intervista col Financial Times, in cui sostiene che ormai è stata rimpiazzata dal populismo nazionalista, a causa del risentimento per le migrazioni e il multiculturalismo. Sul piano elettorale ha parzialmente ragione, e in fondo proprio la vittoria di Trump nel 2016 ne è una prova. Questa affinità elettiva forse spinge Donald ad evitare lo scontro con Vladimir, anche perché ammettere che l’ex colonnello del Kgb ha avuto una parte nel suo successo significherebbe delegittimarsi. Quando però a margine del bilaterale di ieri ad Osaka i giornalisti hanno chiesto al capo della Casa Bianca se avrebbe intimato al collega del Cremlino di non interferire nelle elezioni dell’anno prossimo, lui è andato oltre il lecito, mettendosi a scherzare: «Certo che glielo chiedo. Non interferire nelle elezioni, presidente, non interferire». A differenza degli attacchi contro gli alleati lanciati prima ancora di atterrare, ieri Trump ha impostato la giornata al G20 sulla congenialità. Durante i bilaterali con Abe e Merkel ha messo da parte l’annosa disputa sui finanziamenti militari, almeno in pubblico, puntando invece a sottolineare l’amicizia con entrambi. Ha stretto la mano al premier italiano Conte con l’abituale simpatia, dedicandogli una conversazione informale di un quarto d’ora, e con il leader indiano Modi ha sorvolato sulla disputa dei dazi. Secondo i suoi consiglieri, ha incasso il generale consenso dei colleghi per la riforma della Wto, e ha aggiunto di aspettarsi un vertice produttivo anche con il rivale cinese Xi oggi a pranzo, Corea del Nord inclusa. Alcuni giurano che la tregua commerciale con Pechino è stata già siglata, mentre Trump si è detto sicuro che il colloquio servirà almeno a muovere la situazione, evitando dunque lo scontro diretto. Quanto all’Iran, ne ha parlato ieri con Abe, Merkel e Putin, ma la giornata chiave potrebbe essere oggi, quando la crisi verrà discussa col nemico saudita di Teheran Salman, e con l’alleato turco Erdogan. La congenialità si è fermata sulla soglia dei cambiamenti climatici, dove gli Usa hanno preteso di annacquare ancora la dichiarazione finale, ma neppure il segretario generale dell’Onu Guterres si aspettava una svolta. I problemi dunque si sono concentrati su Putin, che lo ha inviato a Mosca per il prossimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, ricevendo disponibilità. Il comunicato finale dice che hanno parlato di Iran, Siria, Venezuela, Ucraina e disarmo, con la denuncia dell’Intermediate Range Nuclear Forces Treaty e il blocco del New Start. Giuseppe Agliastro: " I valori liberali dell'Occidente per Vladimir 'sono obsoleti' "
Vladimir Putin condanna i valori liberali e celebra l’ascesa dei populisti e dei sovranisti in Europa e in America. Cioè di quelle forze politiche che proprio lui è accusato di aver sostenuto e in alcuni casi persino finanziato. In un’intervista rilasciata al «Financial Times» il presidente russo ha definito il liberalismo «obsoleto«. «L’ideologia liberale ha fatto il suo tempo», ha detto, ed «è entrata in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione». Secondo Putin, l’Occidente sta abbracciando «il populismo nazionale sull’onda del rancore per l’immigrazione, il multiculturalismo» e la politica delle frontiere aperte. L’autoritario leader del Cremlino è insomma per la chiusura delle frontiere. In questo va a braccetto con Matteo Salvini, che del resto non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per Putin. Secondo il presidente russo, accogliendo in Germania oltre un milione di profughi Angela Merkel ha commesso «un errore madornale». Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |