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La Stampa Rassegna Stampa
29.06.2019 G20 a Osaka, attenzione ai risultati
Commenti di Paolo Mastrolilli, Giuseppe Agliastro

Testata: La Stampa
Data: 29 giugno 2019
Pagina: 9
Autore: Paolo Mastrolilli-Giuseppe Agliastro
Titolo: «Trump-Putin sorrisi e ironie al G20 'Non interferire sulle mie elezioni'- I valori liberali dell'Occidente per Vladimir 'sono obsoleti'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/06/2019, a pag.9 due servizi sul G20 di Osaka. Nell'illustrare le immagini, c'è una annotazione che non può essere qualificata 'di costume' quanto 'politica, eccola: In molti hanno notato la tazza «personale» che Putin si è portato al G20 durante la cena ufficiale: ha bevuto solo da quella, causando commenti sui social per la sua «paranoia» " Altrochè paranoia, Putin è un grande esperto su come eleiminare fisicamente gli avversari - non va dimenticato il passato al KGB- per cui il timore di essere avvelenato a sua volta gli impone alcune 'cautele'. La tazza 'personale' è una di queste.

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Paolo Mastrolilli: " Trump-Putin sorrisi e ironie al G20 'Non interferire sulle mie elezioni'

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Paolo Mastrolilli

Vladimir Putin si presenta al G20 affermando che la democrazia liberale è obsoleta, e per tutta risposta colui che dovrebbe essere il leader mondiale del liberalismo scherza sull’offensiva lanciata da Mosca per interferire nei processi elettorali e destabilizzare la democrazia occidentale. Naturalmente il fatto che il presidente americano vada d’accordo con quello russo non è un male in sé, anzi. Però il modo con cui ieri il capo della Casa Bianca ha strizzato l’occhio al collega del Cremlino, ha riacceso tutte le polemiche e i sospetti che l’America sperava di aver messo finalmente alle spalle con la pubblicazione del rapporto Mueller. Al punto che è toccato al presidente uscente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, di fare la precisazione che sarebbe dovuta nascere spontanea in qualunque sincero occidentale: «Sono profondamente in disaccordo con Putin. Quando uno dice che il liberalismo è obsoleto, in realtà sostiene che la libertà, lo stato di diritto e i diritti umani lo sono. Ciò che invece io trovo realmente obsoleto è l’autoritarismo, il culto della personalità, e il governo degli oligarchi». Putin ha dichiarato superata la democrazia liberale in un’intervista col Financial Times, in cui sostiene che ormai è stata rimpiazzata dal populismo nazionalista, a causa del risentimento per le migrazioni e il multiculturalismo. Sul piano elettorale ha parzialmente ragione, e in fondo proprio la vittoria di Trump nel 2016 ne è una prova. Questa affinità elettiva forse spinge Donald ad evitare lo scontro con Vladimir, anche perché ammettere che l’ex colonnello del Kgb ha avuto una parte nel suo successo significherebbe delegittimarsi. Quando però a margine del bilaterale di ieri ad Osaka i giornalisti hanno chiesto al capo della Casa Bianca se avrebbe intimato al collega del Cremlino di non interferire nelle elezioni dell’anno prossimo, lui è andato oltre il lecito, mettendosi a scherzare: «Certo che glielo chiedo. Non interferire nelle elezioni, presidente, non interferire». A differenza degli attacchi contro gli alleati lanciati prima ancora di atterrare, ieri Trump ha impostato la giornata al G20 sulla congenialità. Durante i bilaterali con Abe e Merkel ha messo da parte l’annosa disputa sui finanziamenti militari, almeno in pubblico, puntando invece a sottolineare l’amicizia con entrambi. Ha stretto la mano al premier italiano Conte con l’abituale simpatia, dedicandogli una conversazione informale di un quarto d’ora, e con il leader indiano Modi ha sorvolato sulla disputa dei dazi. Secondo i suoi consiglieri, ha incasso il generale consenso dei colleghi per la riforma della Wto, e ha aggiunto di aspettarsi un vertice produttivo anche con il rivale cinese Xi oggi a pranzo, Corea del Nord inclusa. Alcuni giurano che la tregua commerciale con Pechino è stata già siglata, mentre Trump si è detto sicuro che il colloquio servirà almeno a muovere la situazione, evitando dunque lo scontro diretto. Quanto all’Iran, ne ha parlato ieri con Abe, Merkel e Putin, ma la giornata chiave potrebbe essere oggi, quando la crisi verrà discussa col nemico saudita di Teheran Salman, e con l’alleato turco Erdogan. La congenialità si è fermata sulla soglia dei cambiamenti climatici, dove gli Usa hanno preteso di annacquare ancora la dichiarazione finale, ma neppure il segretario generale dell’Onu Guterres si aspettava una svolta. I problemi dunque si sono concentrati su Putin, che lo ha inviato a Mosca per il prossimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, ricevendo disponibilità. Il comunicato finale dice che hanno parlato di Iran, Siria, Venezuela, Ucraina e disarmo, con la denuncia dell’Intermediate Range Nuclear Forces Treaty e il blocco del New Start.
Ossia tutti i nervi scoperti della relazione bilaterale.
Il pubblico però ha visto solo l’evidente volontà di Trump di sminuire il Russiagate, contro il parere della sua stessa intelligence, e quindi non resta che sperare che abbia invece mostrato in privato la determinazione a risolvere le divergenze di fondo con Mosca.

Giuseppe Agliastro: " I valori liberali dell'Occidente per Vladimir 'sono obsoleti' "

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Giuseppe Agliastro

Vladimir Putin condanna i valori liberali e celebra l’ascesa dei populisti e dei sovranisti in Europa e in America. Cioè di quelle forze politiche che proprio lui è accusato di aver sostenuto e in alcuni casi persino finanziato. In un’intervista rilasciata al «Financial Times» il presidente russo ha definito il liberalismo «obsoleto«. «L’ideologia liberale ha fatto il suo tempo», ha detto, ed «è entrata in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione». Secondo Putin, l’Occidente sta abbracciando «il populismo nazionale sull’onda del rancore per l’immigrazione, il multiculturalismo» e la politica delle frontiere aperte. L’autoritario leader del Cremlino è insomma per la chiusura delle frontiere. In questo va a braccetto con Matteo Salvini, che del resto non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per Putin. Secondo il presidente russo, accogliendo in Germania oltre un milione di profughi Angela Merkel ha commesso «un errore madornale».
Putin si è anche lasciato andare a frasi degne di certi politici a cui concede più o meno apertamente il suo appoggio. «Questa idea liberale - ha dichiarato - presuppone che i migranti possano uccidere, depredare e violentare impunemente perché i loro diritti devono essere protetti». Il leader russo loda invece «il talentuoso» Trump perché vuole strozzare il flusso di migranti dal Messico. Ma allo stesso tempo critica gli Usa per il loro «unilateralismo» in politica internazionale. Nella condanna dei valori liberali fatta da Putin c’è anche questo: la contrapposizione tra Russia e Occidente. Il liberalismo è l’ideologia che domina in Occidente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Subito dopo il crollo dell’Urss, a Mosca è stato propinato nella forma di un capitalismo selvaggio in mano da oligarchi senza scrupoli. L’economia russa ora è dominata dallo Stato e da chiacchierati imprenditori vicini al potere. Ma le cose ultimamente non vanno troppo bene: i redditi reali scendono e con loro la popolarità di Putin. La Russia non può ergersi a modello alternativo. Donald Tusk lo sa e ha risposto a tono a Putin.«Ciò che trovo davvero obsoleto - ha dichiarato il presidente del Consiglio Ue - sono l’autoritarismo, il culto della personalità e la supremazia degli oligarchi.

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