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La Stampa Rassegna Stampa
05.06.2019 Donald Trump in Inghilterra: sulla Stampa una cronaca equilibrata e un commento peggiore di quelli del Manifesto
Cronaca di Paolo Mastrolilli, ma il commento di Alessandra Rizzo è scatenato contro Trump

Testata: La Stampa
Data: 05 giugno 2019
Pagina: 10
Autore: Paolo Mastrolilli - Alessandra Rizzo
Titolo: «La spinta di Trump: 'La Brexit si farà. Poi intese favolose' - Pupazzi, slogan e gabinetti d’oro. Khan: è il volto dell’ultradestra»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/06/2019, a pag. 10 con il titolo "La spinta di Trump: 'La Brexit si farà. Poi intese favolose' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli; con il titolo "Pupazzi, slogan e gabinetti d’oro. Khan: è il volto dell’ultradestra", il commento di Alessandra Rizzo, preceduto dal nostro.

Ecco gli articoli:

Paolo Mastrolilli: "La spinta di Trump: 'La Brexit si farà. Poi intese favolose' "

Immagine correlata
Paolo Mastrolilli


Donald Trump con la regina Elisabetta

Trump non è venuto a Londra solo per gli onori della visita di stato, ma per promuovere una visione alternativa delle relazioni transatlantiche. Una in cui gli organismi multilaterali, in particolare l’Unione europea, lasciano il posto ai rapporti di forza bilaterali tra i singoli paesi, in cui Washington è avvantaggiata. Lo ha confermato con la premier uscente May; le conversazioni avute con i leader conservatori Johnson, Hunt e Gove; vedendo in forma privata il promotore della Brexit Farage; e rifiutando di incontrare il laburista Corbyn.
Il presidente ha usato toni più morbidi verso May. Le ha concesso l’onore delle armi, e anzi le ha chiesto di rimandare le dimissioni: «Resta in circolazione, finiamo insieme questo accordo». Però ha ribadito che al suo posto avrebbe fatto causa a Bruxelles, e si è detto sicuro che «la Brexit si farà. Subito dopo firmeremo un trattato commerciale fenomenale, che potrebbe raddoppiare o anche triplicare gli scambi bilaterali». Questa strategia dovrebbe cominciare con la Gran Bretagna, perché è più vicina a realizzarla, ma il capo della Casa Bianca la vorrebbe in tutto il continente.
May ha rifiutato l’invito a restare e confermato l’obbligo di uscire dall’Unione, ma ha ribadito che secondo lei un accordo è necessario, e ha sottolineato l’esistenza di altre divergenze con gli Usa, dal clima all’intesa nucleare con l’Iran, mentre Trump si è detto certo di trovare una composizione sulla tecnologia Huawei.
Diversi analisti pensano che l’opzione offerta dal capo della Casa Bianca non converrebbe a Londra sul piano pratico, perché ciò che la sua economia perderebbe abbandonando la Ue con uno strappo, non sarebbe compensato da ciò che guadagnerebbe grazie al nuovo trattato con gli Usa. Il presidente poi ha detto che l’accordo dovrebbe comprendere tutto, incluso l’accesso dei prodotti agricoli americani, che i britannici temono perché abbasserebbero i loro standard di qualità, e la sanità, che i cittadini del Regno Unito vogliono conservare pubblica. Ammesso poi che tutto questo fosse digerito da Londra, il nuovo trattato commerciale andrebbe ratificato dal Congresso, dove la Speaker della Camera Pelosi ha già detto di essere contraria.
La visione di Trump però è più ampia dei singoli aspetti dell’accordo, che comprende al momento 13 capitoli, ed è stato già negoziato in forma riservata attraverso una commissione di studio, perché finché sarà parte della Ue Londra non potrà discuterlo formalmente. Il presidente lo vuole per ragioni mercantilistiche, ma anche perché ritiene che potrebbe rappresentare un nuovo modello da proporre a tutti gli alleati europei, una volta scollata l’Unione e resi più deboli i singoli membri.
May difende ancora l’accordo con Bruxelles, ma tra poco non sarà più premier. Ieri il capo della Casa Bianca ha parlato al telefono col possibile successore Boris Johnson, che per ragioni di immagine ha evitato l’incontro di persona, mentre ha visto il ministro degli Esteri Hunt e quello dell’ambiente Gove, pur negando poi di conoscerlo bene. Questi contatti sono serviti a preparare il dopo May, così come l’appuntamento privato con Farage, che poi ha rivelato: «Vuole fortemente la Brexit, è preoccupato che stia prendendo così tanto tempo».
Con il nuovo premier la Gran Bretagna potrebbe cambiare posizione, diventando la testa di ponte della nuova strategia transatlantica di Trump, che punterebbe anche oltre lo smantellamento della Ue. L’unico argine a quel punto diventerebbe la Regina, che durante il banchetto di lunedì lo ha ammonito a non demolire le istituzioni internazionali costruite con gli alleati dopo la Seconda Guerra Mondiale, affinché «le nazioni continuino a lavorare insieme per salvaguardare la pace duramente conquistata».

Alessandra Rizzo: "Pupazzi, slogan e gabinetti d’oro. Khan: è il volto dell’ultradestra"

Alessandra Rizzo non è nuova ad articoli scatenati contro Donald Trump (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=74834). Il suo pezzo di oggi comincia in questo modo: "Resistere a Donald Trump misogino, bugiardo, fascista. Resistere a Trump il guerrafondaio, a Trump che nega i cambiamenti climatici e sta distruggendo il pianeta, a Trump che separa le famiglie al confine. Resistere". Rizzo si schiera senza se e senza ma dalla parte di chi protesta contro Trump, invece di riportare semplicemente l'accaduto e le diverse posizioni come dovrebbe fare un giornalista. Lo abbiamo già scritto ma non possiamo evitare di ripeterlo: i suoi pezzi sono peggio di quelli del Manifesto quanto a ideologia. Che scriva sulla STAMPA rimane un mistero. Chiedetelo al direttore Maurizio Molinari lettere@lastampa.it

Ecco il commento:

Immagine correlata
Donald Trump

Resistere a Donald Trump misogino, bugiardo, fascista. Resistere a Trump il guerrafondaio, a Trump che nega i cambiamenti climatici e sta distruggendo il pianeta, a Trump che separa le famiglie al confine. Resistere. È scritto sui cartelli e urlato dai megafoni che accompagnano le voci di migliaia di manifestanti a Trafalgar Square, il cuore di Londra che dice no al presidente americano mentre la famiglia reale tira fuori il servizio di piatti buono e Theresa May celebra «i fantastici rapporti» tra i due Paesi. «Non si merita il tappeto rosso, siamo qui per dimostrare che c’è un’altra parte del Paese che non gli dà il benvenuto», dice Stephanie Lunn, cartello in mano e compagno Billy al seguito.
La manifestazione, durante i colloqui tra il presidente e la premier May a Downing Street, si è tenuta in un’atmosfera gioiosa e tranquilla nonostante il cielo plumbeo, tra cartelli, pupazzi e cori: parrucche gialle, un sosia in giro tra la folla, donne vestite come le ancelle soggiogate di «Handsmaid Tale» per difendere i diritti femminili, carta igienica con la faccia di Trump in offerta. L’attrazione principale, per restare in tema, è stata un’enorme statua animata del presidente seduto su un gabinetto dorato intento a twittare, mentre l’enorme pupazzo gonfiabile «baby Trump», pannolino e telefono in mano, si è alzato nuovamente nel cielo.
Ma la protesta, tra Trafalgar Square e Piazza del Parlamento, è stata contenuta nei numeri, alcune migliaia secondo le stime, lontana dalle manifestazioni oceaniche per cui i londinesi si sanno mobilitare, e anche più piccola di quella tenuta durante la prima visita del leader americano lo scorso anno. Trump, per parte sua, ha detto di aver visto molto sostegno e solo sparuti gruppetti di contestatori, e tutto il resto è «fake news». Merito del cordone di sicurezza che ha tenuto i manifestanti a distanza.
Trump è tra i politici stranieri meno amati dai britannici. Secondo un sondaggio di YouGov, solo il 21% ha un’opinione positiva del presidente, anche se il 46% ritiene che la visita di stato non sia un problema.
A Londra, capitale cosmopolita che ha votato contro la Brexit, il presidente sta particolarmente antipatico. E la polemica con il sindaco Sadiq Kahn, da lui definito «perdente», non aiuta. Lo ha difeso Jeremy Corbyn, il leader laburista che lunedì sera aveva rifiutato l’invito al banchetto di stato a Buckingham Palace (ma che aveva chiesto un incontro con Trump, respinto). «Sono orgoglioso – ha detto intervenendo alla manifestazione - che la nostra città abbia un sindaco musulmano». Ieri Khan è comunque tornato all’attacco dicendo che «Trump rappresenta il modello dell’ultradestra mondiale».
La protesta, che hanno chiamato «Carnevale per la Resistenza», è stata organizzata da gruppi disparati, attivisti, Ong, socialisti, tutti uniti dal disprezzo per Trump. «Praticamente dovunque tocca fa danni: i cambiamenti climatici, il commercio e le tariffe, la difesa e la guerra», dice Charlie Rome, bandiera della Ue legata al passeggino in cui porta i due figli piccoli, Zac e Sam. Molti si dicono delusi dalla famiglia reale. «Capisco che come paese dobbiamo avere dei rapporti con l’America, ma era proprio necessaria una visita di stato? Era proprio necessario spendere tutti questi soldi?» si chiede Manvir, venuta con la figlia Reya, 17 anni. «In quale mondo saranno costretti a vivere i nostri figli a causa dei danni fatti da Trump?»

 

 

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