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La Stampa Rassegna Stampa
16.05.2019 Sputa sul vetro dell'auto dell'Ambasciatore polacco a Tel Aviv: ma per Giordano Stabile è un 'assalto'
Come ingigantire una notizia da nulla per disinformare

Testata: La Stampa
Data: 16 maggio 2019
Pagina: 15
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Aggredito l'ambasciatore polacco: 'Siete razzisti'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/05/2019, a pag.15 con il titolo "Aggredito l'ambasciatore polacco: 'Siete razzisti' ", la cronaca di Giordano Stabile.

Giordano Stabile è eccessivamente tenero con la Polonia, che ha varato un anno fa una legge che apre le porte al negazionismo della Shoah punendo chi parla di collaborazionismo di polacchi negli anni dello sterminio organizzato degli ebrei. Stabile descrive i fatti di Tel Aviv come un "assalto" e una "aggressione", mentre si è trattato di uno sputo su un vetro dell'auto dell'ambasciatore polacco. Per approfondire, ecco il link alla pagina di IC del 14 maggio: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=74625

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

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L'ambasciatore polacco in Israele Marek Magierowski

 

Un assalto con sputi e insulti all’ambasciatore polacco a Tel Aviv riaccende lo scontro fra Israele e Polonia, proprio nei giorni che vedono lo Stato ebraico festeggiare il 71esimo anniversario della sua fondazione e ospitare l’Eurovision, una vetrina mondiale in grado di far passare in secondo piano il conflitto con i palestinesi. Le tensioni si sono riaccese dopo l’annuncio da parte del governo israeliano di sollevare la questione della restituzione del patrimonio ebraico perso dopo l’Olocausto, un caso considerato chiuso da Varsavia. Ma si trascinano ormai da anni, dopo la controversa legge, dal sapore negazionista, con la quale il governo polacco voleva proibire ogni accostamento della Polonia alla Shoah, poi emendata per l’intervento del presidente Andrzej Duda.
Il diplomatico Marek Magierowski si trovava nella sua auto quando un uomo si è avvicinato gli ha sputato e gli ha inveito contro, ha spiegato il portavoce della polizia Micky Rosenfeld. L’assalto è stato compiuto in pieno giorno vicino all’ambasciata e il sospettato, un uomo di 65 anni con residenza a Herzliya, è stato arrestato subito dopo. Degli insulti, in lingua ebraica, l’ambasciatore ha compreso soltanto la parola «polacco» ma è probabile che ricalchino le considerazioni dell’ex ministro Israel Katz, che lo scorso febbraio aveva sostenuto come i polacchi «succhino l’antisemitismo con il latte materno», a sua volta una citazione di Yitzhak Shamir.

La diplomazia al lavoro
Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha definito il gesto un’aggressione «razzista» e sottolineato come «non si debba mai tollerare la violenza contro i diplomatici o contro qualsiasi cittadino». L’ambasciatrice israeliana in Polonia Anna Azari è stata convocata dal governo di Varsavia per chiarire, mentre il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon ha invece espresso «la massima vicinanza all’ambasciatore e sgomento» per l’accaduto. Ma la diplomazia dovrà lavorare sodo per riallacciare fili che continuano a spezzarsi. La Polonia ha annunciato lunedì di aver annullato la visita di funzionari israeliani dopo che aveva saputo che avevano l’intenzione di riaprire il caso della restituzione dei beni confiscati agli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
Alla base di tutto c’è la legge sull’Olocausto, che inizialmente puniva anche con la reclusione chi accusava la nazione polacca di complicità con i nazisti. Anche se emendata, resta agli occhi della leadership israeliana un tentativo inaccettabile di riscrivere la storia, tanto che il premier Benjamin Netanyahu, nella sua visita lo scorso febbraio al ghetto di Varsavia, non ha esitato a ribadire che alcuni «polacchi collaborarono con i nazisti».

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