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La Stampa Rassegna Stampa
21.04.2019 Libia: Trump si schiera dalla parte di Haftar
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 21 aprile 2019
Pagina: 13
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Sarraj lancia la controffensiva per fermare le forze di Haftar»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/04/2019, a pag.13 con il titolo "Sarraj lancia la controffensiva per fermare le forze di Haftar"  la cronaca di Giordano Stabile

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Giordano Stabile              Haftar, la scelta di Trump                   

Il premier Fayez al-Sarraj lancia la controffensiva contro le forze di Khalifa Haftar a Sud di Tripoli, ma intanto deve incassare il colpo della telefonata di Donald Trump al maresciallo. Il contenuto del colloquio, reso noto venerdì, è preoccupante per il governo di unità nazionale (Gna), pur riconosciuto come l’unico legittimo dalle Nazioni Unite. Per questo il premier cerca nuove sponde diplomatiche e non vuole perdere l’appoggio dell’Italia. Intanto bisogna rompere l’assedio alla capitale. I governativi hanno individuato nel settore meridionale il punto debole dello schieramento nemico. Un blitz ha portato le forze di Al-Sarraj fino alla periferia della cittadina di Al-Gharian, 80 chilometri a Sud di Tripoli, ma non è chiaro quanto siano solide le nuove posizioni. «Abbiamo cominciato la fase d’attacco», ha confermato un portavoce del Gna, Moustafa alMejii. Ieri mattina si sono sentite esplosioni in vari quartieri della capitale, mentre le forze governative si attestavano ad Ain Zara e la linea degli scontri si è spostata qualche chilometro verso Sud. L’annuncio arriva il giorno dopo la notizia della telefonata fra Trump e Haftar. Il presidente Usa ha chiamato l’uomo forte della Cirenaica lunedì scorso ma il contenuto è stato diffuso venerdì. I due hanno concordato su una «visione comune per la transizione in Libia, verso un sistema politico democratico e stabile». Ma soprattutto Trump ha lodato «il ruolo significativo di Haftar nella lotta al terrorismo e nella messa in sicurezza delle risorse petrolifere in Libia». I gruppi “terroristici” Frasi che fanno suonare l’allarme rosso a Tripoli perché la versione ufficiale del maresciallo è che la sua sia una operazione contro «i gruppi terroristici che infestano la capitale». Una versione sulla falsariga delle operazioni a Bengasi e Derna, che hanno visto dall’inizio del 2014 lunghi assedi e battaglie urbane con migliaia di vittime. A Tripoli, dal 4 aprile, ci sono stati già 250 morti, 1.500 feriti e oltre 28.000 sfollati, secondo fonti governative. Drammatico anche il bilancio relativo ai bambini, 77 sono rimasti uccisi. A Tripoli la notizia della telefonata di Trump ha scatenato la rabbia popolare, con 2 mila persone scese in Piazza dei Martiri a protestare la sera di venerdì. Al-Serraj cerca anche di rompere l’assedio diplomatico e ieri ha inviato il suo vice Ahmed Maitig ad Algeri per incontrare il presidente ad interim Abdelkader Bensalah. Maitig ha chiesto appoggio alla «richieste del popolo libico per l’istituzione di uno Stato civile, un nuova costituzione ed elezioni libere» contro il «golpe militare» di Haftar.

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