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La Stampa Rassegna Stampa
25.03.2019 Concerto neo-fascista a Milano nonostante il divieto: iniziative da bloccare
Cronaca di Francesco Rigatelli

Testata: La Stampa
Data: 25 marzo 2019
Pagina: 4
Autore: Francesco Rigatelli
Titolo: «Saluti romani, teste rasate e nazi-rock. La notte fascista nel capannone di Milano»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/03/2019, a pag.4 con il titolo "Saluti romani, teste rasate e nazi-rock. La notte fascista nel capannone di Milano", la cronaca di Francesco Rigatelli.

Il partito fascista in Italia è fuorilegge, vietata la sua ricostituzione ed è reato l'apologia di fascismo. E' quindi da vietare ogni iniziativa che sia di aperta rivendicazione nei confronti del fascismo e dei suoi crimini. Che il blogger Diego Fusaro - spesso ospite in televisione - sostenga il totalitarismo nero dei nostalgici e degli aderenti di Casa Pound non stupisce.

Ecco l'articolo:

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Una immagine del concerto fascista a Milano

«Cento anni dopo siamo ancora tutti qui, sotto al cielo di Milano», festeggia Gianluca Iannone, 44 anni, leader del gruppo rock Zetazeroalfa, dal palco del capannone di via Toffetti, a sudest del centro. Dovrebbero essere i vent’anni del suo complesso, ma sono anche i cento dalla nascita dei Fasci mussoliniani, così gioca sull’equivoco il cantante e fondatore del centro sociale romano, poi partito neofascista, CasaPound.

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Diego Fusaro


A sentirlo cantare sono arrivati in qualche centinaio da tutta Italia e pure da oltre confine. Un appuntamento fissato da settimane, come dimostrano cartoline e biglietti, ma definito all’ultimo minuto tramite passaparola alla moda delle feste più ambite dalla destinazione segreta. Solo che invece di un appuntamento trendy, la febbre del sabato sera ha preso i neofascisti che hanno festeggiato a braccia tese per il saluto romano fino a tarda notte. Magliette con citazioni mussoliniane rigorosamente nere, teste pelate, poche ragazze e molta birra.
Il raduno in pubblico era stato vietato dal prefetto Renato Saccone e definito dal sindaco Giuseppe Sala «oltremodo oltraggioso», ma CasaPound ha tenuto lo stesso in privato l’evento nel ventennale del gruppo Zetazeroalfa e nel centenario della nascita, proprio a Milano, dei Fasci italiani di combattimento ad opera di Benito Mussolini. Questi ultimi furono co-protagonisti del cosiddetto biennio rosso 1919-1921, in cui si scontrarono con i comunisti che volevano importare in Italia la rivoluzione russa del 1917 e anche con normali cittadini e lavoratori. Allo stesso modo, il gruppo di Iannone fa «rock contro il comunismo» con lo slogan ripreso su magliette e social: «Abbiamo cento anni, ma ce ne sentiamo venti».

E se i riferimenti non fossero abbastanza chiari, i cancelli del concerto sono stati aperti alle 19,19 in omaggio alla fondazione dei Fasci, prima che sul palco si susseguissero i gruppi Ultima frontiera, Fantasmi del passato, Spqr e infine i Zetazeroalfa. Dall’esperienza aggregativa di questi ultimi, con esibizioni dalla Spagna alla Finlandia, ha origine il movimento CasaPound, attorno a cui esiste «un mondo sommerso», come lo definisce Iannone, di complessi rock e rap, senza contare una casa discografica, i dibattiti e il quotidiano online Il primato nazionale, che si definisce «sovranista», ospita il blog “La ragion populista” di Diego Fusaro e ieri titolava «Draghi ha chiesto austerità e il governo si è piegato: lo conferma la Bce».

Altro mezzo della galassia CasaPound per avvicinare i giovani, oltre alla presenza sui social, è Blocco studentesco, associazione presente in oltre cinquanta città italiane e presente al concerto di sabato sera con molti suoi esponenti. Alcuni di loro, assieme a un centinaio di neofascisti con tanto di vessilli della Repubblica di Salò, tra cui esponenti di Lealtà azione, alternandosi a una manifestazione antifascista, si sono incontrati all’ora di pranzo di sabato al Cimitero monumentale di Milano per leggere i nomi dei camerati caduti e depositare una rosa sulla cripta fatta costruire da Mussolini per onorarli nel 1925.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

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