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La Stampa Rassegna Stampa
14.02.2019 Conferenza di Varsavia: un fronte comune per fronteggiare il pericolo Iran
Cronaca di Francesca Paci. Nulla su tutti gli altri quotidiani

Testata: La Stampa
Data: 14 febbraio 2019
Pagina: 11
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Israele e sunniti, a Varsavia la rete anti-Iran. Pompeo porta l’Italia nella nuova coalizione»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/02/2019, a pag. 11, con il titolo "Israele e sunniti, a Varsavia la rete anti-Iran. Pompeo porta l’Italia nella nuova coalizione", la cronaca di Francesca Paci.

A destra: Benjamin Netanyahu incontra il Ministro degli Esteri dell'Oman a Varsavia

La Stampa è oggi l'unico quotidiano che pubblica una cronaca della importante conferenza di Varsavia sul Medio Oriente che ha il chiaro scopo di stabilire un fronte comune contro la grande minaccia che incombe sull'Europa e sul Medio oriente, l'Iran degli ayatollah (e i suoi alleati Turchia e Russia).
Israele, Stati Uniti e Paesi arabi sunniti pragmatici, messi sotto pressione dall'espansionismo militare e ideologico iraniano, cercano una linea per fronteggiare le politiche fondamentaliste e terroriste di Teheran.

Ecco l'articolo:

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Francesca Paci

Sotto un cielo bianco e compatto Varsavia ha accolto le delegazioni dei 65 Paesi che stamattina siederanno intorno al tavolo della conferenza «Promuovere un futuro di pace e sicurezza in Medioriente» voluta da Washington proprio qui, nella capitale polacca, l’estrema trincea americana nel vecchio continente ancora una volta diviso. Mentre le principali cancellerie europee hanno reagito infatti con freddezza all’invito, a partire da Parigi e Berlino presenti con funzionari minori per marcare la distanza dalla decisione americana di rompere l’accordo sul nucleare iraniano, l’Italia ha scelto di esserci al top con il ministro degli Esteri Moavero che, unico rappresentante Ue insieme al collega britannico Hunt, compare nella lista degli alleati citati esplicitamente dal Dipartimento di Stato.

Gli Stati Uniti tenevano molto a questo appuntamento per il quale hanno schierato un parterre de roi, il segretario di stato Mike Pompeo, il vice presidente Pence, il genero di Trump e architetto del piano di pace per il Medioriente Jared Kushner. Secondo fonti italiane che hanno lavorato all’appuntamento, il nostro far parte di questa coalizione di fatto contro l’Iran (seppure mai definita tale) va letto proprio nel quadro di una ribadita amicizia atlantica, notata e apprezzata alla Casa Bianca, soprattutto dopo le divergenze sul Venezuela (l’Italia tra l’altro, seppur esonerata per sei mesi delle sanzioni, ha già smesso di comprare petrolio iraniano).

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Mike Pompeo


Originariamente il focus avrebbe dovuto essere il contenimento della Repubblica Islamica al suo 40° anno di vita, ma le defezioni di molti attori importanti hanno orientato gli organizzatori a un format più ampio in cui si parlerà di Siria, Yemen e di pace israelo-palestinese. Al netto di tanti tavoli tecnici però, dietro le quinte c’è l’Iran, intorno cui gli americani stanno cercando di creare una cintura di sicurezza mettendo insieme Israele, Arabia Saudita, buona parte del mondo arabo sunnita e quel che c’è dell’Ue in una prossimità senza precedenti dai colloqui di Madrid all’inizio degli anni ‘90.

L’appuntamento è allo stadio nazionale Narodowy, dove da due giorni stazionano chiedendo il «cambio di regime» mujaheddin del popolo iraniano, sigla fuorilegge in patria ma sdoganata in Europa e negli Stati Uniti. I tassisti chiedono con insistenza ai giornalisti cosa abbia da guadagnare la Polonia dall’inimicarsi un Paese che non la minaccia ma la risposta è nella visita alla base Nato di Orzysz, nei pressi del confine russo, dove Pompeo ha implicitamente assicurato agli ospiti protezione americana extra contro Mosca.

«L’Unione europea ha bisogno degli Stati Uniti per stabilizzare il Medioriente» ripete il ministro degli Esteri polacco Czaputowicz rivolgendosi implicitamente a Parigi, a Berlino ma anche all’alto rappresentante degli affari esteri Federica Mogherini che, a detta del quotidiano Guardian, «ha boicottato l’incontro» e vedrà Pompeo domani a Bruxelles. Tra Washington e l’Ue i rapporti sono tesi sull’Iran ma anche sull’annunciato ritiro americano dalla Siria, mentre Francia, Germania e Regno Unito hanno appena varato il sistema finanziario Instex per aggirare le sanzioni indirette a Teheran.

Le carte, sebbene l’Iran minimizzi il vertice cui non è stata invitata, sono in tavola. «Varsavia è fredda ma le nostre relazioni diplomatiche si stanno riscaldando» commenta il premier israeliano Netanyhau dopo la stretta di mano con il ministro degli Esteri dell’Oman. È arrivato in Polonia dopo aver rivendicato l’ultimo blitz contro obiettivi iraniani a Qunetra e Jubata al Khashab, il terzo attacco in Siria in un mese e mezzo, ma Bibi sa che la partita è più ampia. Il «New York Times» ha rivelato ieri l’esistenza di un programma di sabotaggio dei missili iraniani che l’amministrazione Trump avrebbe accelerato in questi mesi.

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lettere@lastampa.it

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