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La Stampa Rassegna Stampa
10.02.2019 Giovane israeliana pugnalata a morte da un palestinista: lo riferisce un solo quotidiano
Cronaca di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 10 febbraio 2019
Pagina: 16
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Giovane ebrea trucidata da un affiliato ad Hamas»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/02/2019, a pag.16, con il titolo "Giovane ebrea trucidata da un affiliato ad Hamas" la cronaca di Francesca Paci, preceduta da un nostro commento.

a destra: Ori Ansbacher, la 19enne
pugnalata a morte

La STAMPA è l'unico quotidiano, sottolineiamo l'unico,  a riportare la notizia dell'orribile morte della 19enne Ori Ansbacher, pugnalata a morte dal palestinista Arfiyeh Arafat.
Ciò detto, non possiamo esimerci dal criticare l'impostazione del pezzo di Francesca Paci: 

1. Le cronache del conflitto israelo-palestinese ci hanno abituato a leggere le più diverse interpretazioni a seconda della linea dei media che le pubblicano. Un dato comune è comunque la maggior attenzione verso le vittime del 'fuoco israeliano', così viene chiamata la difesa di Israele contro il terrorismo palestinista.
2. Poco rilievo viene invece dato agli attentatati contro i civili israeliani, che interessano poco. Il massacro di intere famiglie nelle loro case,  ottiene la pubblicazione accanto, a mo' di giustificazione, al fatto che erano 'coloni', ignorando che quei luoghi non sono 'occupati' ma 'contesi'.
3. Di questo stravolgimento soffre anche la cronaca di Francesca Paci, che pure riferisce con correttezza l'orrendo massacro della giovane ebrea. Il criminale viene però identificato come 'affiliato' ad Hamas, quando era sufficiente dire che abitava a Hebron. Come aver citato lo spostamento dell'ambasciata americana a Gerusalemme o il 'ritorno dei profughi' come se fossero in relazione all'assassinio della giova Ori Ansbacher.

Ecco la cronaca:

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Francesca Paci

Ha confessato il ventinovenne palestinese accusato di essere l’assassino della diciannovenne israeliana Ori Ansbacher, trovata giovedì sera orrendamente mutilata in un bosco a Sud di Gerusalemme. L’uomo è stato arrestato nei pressi della città cisgiordana di Ramallah, dove si nascondeva nella zona residenziale della moschea Abdel-Nasser, durante un’operazione congiunta dell’unità speciale Yamam e dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna. Corpo trafitto da almeno 12 coltellate Arfiyeh Arafat, 29 anni, originario di Hebron, sarebbe uscito di casa giovedì armato di coltello per dirigersi a Gerusalemme. Secondo un reporter di Ynet Elior Levy, che cita fonti palestinesi, Arafat è un affiliato di Hamas, proviene da un distretto di Hebron dove il gruppo islamista ha un forte radicamento ed è già stato più volte nelle carceri israeliane. La tensione tra israeliani e palestinesi è tornata a salire negli ultimi mesi, con la spaccatura fra l’Autorità palestinese e Hamas a livelli da insolubilità nonostante i negoziati egiziani in corso.Gli scontri al confine tra Israele e Gaza, dove due giorni fa sono stati uccisi due palestinesi di 13 e 17 anni, continuano. L’intelligence ha letto subito la morte di Ori Ansbacher come un crimine legato al contesto politico. Venerdì diverse centinaia di persone hanno partecipato ai funerali della giovane donna a Tekoa, nell’insediamento ebraico di Gush Etzion, in Cisgiordania, dove viveva con la famiglia e il padre, il rabbino Gadi Ansbacher. A settembre, sempre a Gush Etzion, un israeliano era stato accoltellato e gravemente ferito da un palestinese in un attacco che media e politici avevano associato alla minaccia «dell’intifada dei coltelli». Nello stallo in cui stanno annegando i negoziati di pace, con il riconoscimento di Gerusalemme da parte dell’amministrazione americana e la polarizzazione della regione nello scontro tra sciiti e sunniti, il tema degli insediamenti resta rovente come quello del «diritto al ritorno» dei profughi palestinesi, per cui da mesi si moltiplicano i venerdì della rabbia. Giovedì Ori Ansbacher aveva detto di volersi immergere nella natura. Ore dopo il suo corpo è stato trovato nella foresta di Ein Yael, tra lo zoo biblico e il villaggio di Walaja, in Cisgiordania. L’assassino l’avrebbe accoltellata «almeno 12 volte», lasciando sul suo corpo numerose profonde, ferite. Il portavoce della polizia ha ammesso che si tratta di uno dei crimini «più orrendi» mai commessi


lettere@lastampa.it

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