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La Stampa Rassegna Stampa
22.01.2019 La fondazione della figlia dell'architetto di Hitler per aiutare le artiste ebree
Commento di Letizia Tortello

Testata: La Stampa
Data: 22 gennaio 2019
Pagina: 16
Autore: Letizia Tortello
Titolo: «Premiata la figlia dell'architetto del Reich Speer: aiutò 150 ebree»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/01/2019, a pag.16, con il titolo "Premiata la figlia dell'architetto del Reich Speer: aiutò 150 ebree" la cronaca di Letizia Tortello.

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Hilde Schramm, i peccati dei padri non ricadono sui figli
 

Con il denaro dei nazisti Hilde Schramm ha dato voce agli ebrei. La figlia ha dato voce agli ebrei. La figlia dell’architetto di Hitler, Albert Speer, ha avuto di fronte a sé un dilemma morale negli Anni 90: che fare dei tre quadri ricevuti in eredità da suo padre, quasi certamente proprietà sottratte agli ebrei e trattenute dal progettista, che fu anche ministro degli armamenti del Führer? Speer fu processato a Norimberga e condannato a 20 anni, scontati nel carcere di Berlino. Schramm oggi ha 82 anni. Non volle mai quei quadri preziosi, anzi decise di restituirli e intraprese una campagna per sostenere la riconsegna alle famiglie dei sopravvissuti dell’arte rubata. Con i soldi delle opere del padre, Schramm ha dato vita a una fondazione chiamata «Zurückgeben» (restituire), con cui aiuta dal 1994 donne ebree, artiste, giornaliste, scienziate, in Germania. Finanzia per loro viaggi di ricerca, fondi che possono essere usati per realizzare film, mostre, progetti di danza e libri.

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Albert Speer con Adolf Hitler


Il suo scopo é «restituire»
Ieri sera, la figlia di Speer è stata premiata a Berlino con il German Jewish History Award, un riconoscimento per chi si è distinto con programmi di educazione alla memoria degli orrori dell’Olocausto. La fondazione ha finora promosso le iniziative di 150 ebree, oggi vive di donazioni private che lei stessa cerca personalmente. Schramm ha sempre detto di non considerare la sua storia familiare solo un lancinante peso da vivere, ma anche come un impulso per «restituire», appunto, in valore artistico ciò è incommensurabilmente stato sottratto dal Reich, cioè la vita di milioni di ebrei.
Hilde Schramm è diventa educatrice, è stata in passato eletta con i Verdi nella Camera dei deputati di Berlino. La sua battaglia è volta ad aumentare la consapevolezza nella società tedesca che le opere rubate dal regime nazista vanno restituite. Come fece in punto di morte il collezionista Cornelius Gurlitt: nel 2014, nel suo testamento, lasciò al Kunstmuseum di Berna 1500 capolavori, che furono scoperti due anni prima grazie ad accertamenti del fisco. Il padre di Cornelius, Hildebrand Gurlitt, fu incaricato da Hitler di progettare un museo personale per il Führer, e di rintracciare in giro per l’Europa quadri di arte contemporanea dipinti da quegli artisti che lui considerava «degenerati», ebrei o in connessione con loro, o che creavano scompiglio nel mondo dell’arte: Marc Chagall e Max Beckmann, Ernst Ludwig Kirchner, Franz Marc e Otto Dix.La collezione Gurlitt suscitò grande scalpore internazionale, quando fu scovata, prima che l’erede decise di donare tutto alla collettività.

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