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La Stampa Rassegna Stampa
12.01.2019 La forza della Memoria e l'esempio di Elie Wiesel
Il direttore Maurizio Molinari risponde a un lettore

Testata: La Stampa
Data: 12 gennaio 2019
Pagina: 26
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Per gli individui come per gli Stati la vera forza è nella capacità di conservare la memoria del passato»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/01/2019, a pag.26 con il titolo "Per gli individui come per gli Stati la vera forza è nella capacità di conservare la memoria del passato" la risposta a un lettore del direttore Maurizio Molinari.

Ecco lettera e risposta:

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Maurizio Molinari

Caro Molinari, una persona comune spreca un sacco di tempo per rimediare alle cose che dimentica. Ogni giorno che passa le cose da ricordare aumentano: nomi, password, appuntamenti. Siamo bombardati da nuove informazioni ma il nostro cervello riesce a conservarne solo una minima parte: la memoria è sempre stata importante e il suo allenamento dovrebbe essere considerato formativo per il carattere. Con l’ avvento della stampa diventò sempre meno importante ricordare ciò che la pagina stampata poteva ricordare al posto della memoria umana. Nel passato la memoria era il fondamento della cultura, ma gradualmente è stata soppiantata da un’infinità di supporti esterni. Se la memoria è il mezzo con cui conserviamo quello che consideriamo prezioso, essa è legata alla nostra transitorietà. I nostri ricordi muoiono insieme a noi: l’elaborato sistema di memorie esterne è un modo per eludere la mortalità. Un tempo ci si sforzava per riempire di dati la propria mente, oggi la stragrande maggioranza si fida poco o nulla della propria memoria e trova un’infinità di scorciatoie al fine di non dovervi ricorrere, ma nessuna memoria esterna ha mai prodotto una battuta, un’invenzione, un’intuizione o un’opera d’arte che durino nel tempo. Le scuole inculcano nella testa degli studenti enormi quantità di informazioni senza però insegnare come conservarle. Il cervello è un muscolo e l’addestramento mnemonico è una forma di allenamento mentale: secondo gli oratori dell’antica Roma era uno strumento ideale per sviluppare nuove idee. In un’epoca in cui il ruolo della memoria perde sempre più valore dobbiamo coltivare la nostra capacità di ricordare. Sono i nostri ricordi, la capacità di cogliere il lato ironico della vita, di stabilire legami tra concetti separati a renderci quello che siamo, la sede dei nostri valori e la fonte della nostra personalità.

Mauro Luglio, Monfalcone

Ecco la risposta di Maurizio Molinari

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Elie Wiesel


Caro Luglio, la memoria è una sfida per l’intelletto ma può rafforzare uomini, famiglie, comunità e nazioni sviluppando gli anticorpi necessari per imparare dalle esperienze del passato. Si tratta di una sfida per l’intelletto perché ci mette a dura prova: obbliga a guardarci dentro, esaminare scelte ed errori, rileggere percorsi e passi falsi. Ma per chi trova, dentro di sé, la capacità di riuscirci schiude praterie sconfinate ovvero assegna la capacità di affrontare ogni sfida. Dunque, siamo tanto più forti e capaci quanto abbiamo la capacità di ricordare. E vale anche per le nazioni perché quelle che scelgono di non ricordare hanno difficoltà nel progredire. Dagli Stati Uniti che celebrano in ogni scuola i Padri Fondatori all’Australia orgogliosa del riscatto dei coloni ex carcerati, dalla Russia che sfila ogni anno per rendere omaggio alle vittime della guerra antinazista ai musei italiani custodi dei gioielli del Risorgimento riappropriarsi costantemente del passato è il momento che consente di guardare in avanti. Chi invece sceglie di dimenticare il passato segue il cammino opposto: offendere le battaglie delle suffragette per i diritti delle donne, esaltare la schiavitù del prossimo, rubare le pietre di inciampo che ricordano le vittime dei nazifascisti e depennare dai libri le atrocità sovietiche significa renderci più vulnerabili agli errori del passato. Il vero interrogativo è come preservare la memoria di generazione in generazione e la risposta più convincente resta quella che diede Elie Wiesel: studiare, studiare e studiare. E spetta ad ogni genitore trasmettere ad ogni figlio questo valore.

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lettere@lastampa.it

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