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La Stampa Rassegna Stampa
16.12.2018 Israele:Confine di guerra, ora confine di pace
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 16 dicembre 2018
Pagina: 11
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «La bonifica di Qsdr al-Yahud, il luogo del battesimo di Gesù liberato da mine e ordigni»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/12/2018, a pag.11, con il titolo "La bonifica di Qsdr al-Yahud, il luogo del battesimo di Gesù liberato da mine e ordigni" la cronaca di Giordano Stabile

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Giordano Stabile            Qsdr al-Yahud

Il terreno fangoso, che d’inverno viene spesso allagato dalle acque del Giordano, rende il lavoro ancora più difficile. Le mine seppellite lì cinquant’anni fa tendono a spostarsi e gli sminatori non possono fare totale affidamento sulle mappe fornite dall’esercito israeliano, con la localizzazione dettagliata degli ordigni. Ma l’opera di bonifica va avanti comunque, a ritmo accelerato, in uno dei luoghi al mondo a più alta densità di santuari, e lungo un confine al centro del conflitto arabo-israeliano.
È una terra di nessuno dal 1967, attorno alla località di Qasr al-Yahud, a poche centinaia di metri dal punto preciso dove si crede sia stato battezzato Gesù.
Dal Quarto secolo, quando nell’impero romano finirono le persecuzioni contro la religione cristiana, sette chiese e monasteri sono state costruiti attorno al sito, una accanto all’altra, mete millenarie di pellegrinaggi.
Il punto debole
Dopo la Guerra dei sei giorni, però, Israele vede in quella striscia di terra un punto debole della sua linea difensiva lungo la frontiera con la Giordania. Il fiume è largo poche decine di metri, gli edifici sacri possono essere trasformati in fortini in un eventuale blitz del nemico. L’esercito decide di piazzare 6.500 mine anticarro e antiuomo. Le chiese diventano irraggiungibili. Fino a pochi giorni fa.
I segni della battaglia
L’intervento della ong britannica Halo, specializzata nello sminamento di aree coinvolte in passato da conflitti, ha dato un impulso formidabile alla bonifica, condotta al fianco dall’Autorità nazionale israeliana sulle mine e reparti speciali dell’esercito dello Stato ebraico. Sminatori georgiani hanno completato la pulizia attorno al monastero greco ortodosso, il più antico, la cappella francescana, e il monastero della chiesa etiope, che era una sorta di foresteria per pellegrini. La cappella ortodossa russa, il monastero copto e quello cattolico rimangono ancora da liberare. Ma già ora la gran parte del patrimonio è stato recuperato, anche se le pareti degli edifici sacri sono crivellate dai colpi di arma da fuoco, il segno della battaglia combattuta nel giugno del 1967.
Halo ha finanziato i lavori con 2,6 milioni di dollari, gli israeliani con 2 milioni. «Israele ha minato la zona fra il 1967 e il 1971 - ha spiegato Marcel Aviv, a capo dell’Autorità sulle mine -. Era una zona di guerra, ora è un confine di pace. Contiamo di finire il lavoro entro dicembre del prossimo anno».
La Giordania ha firmato la fine delle ostilità nel 1994, secondo Paese arabo dopo l’Egitto. Anche se le tensioni sono riemerse sulla questione di Gerusalemme, i due Stati contano di rilanciare assieme il turismo religioso, che avrebbe effetti positivi su tutte e due le sponde del Giordano. Quest’anno 800 mila visitatori sono arrivati sul sito battesimale, ma Israele conta di triplicare gli arrivi una volta liberate tutte le chiese. Pace e affari, un buon binomio.

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