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La Stampa Rassegna Stampa
14.12.2018 Sanzioni all'Iran terrorista: Donald Trump contro il governo 5Stelle
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 14 dicembre 2018
Pagina: 11
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Washington avverte: 'Sanzioni all’Iran, l’esenzione italiana non sarà rinnovata'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/12/2018, a pag.11, con il titolo "Washington avverte: 'Sanzioni all’Iran, l’esenzione italiana non sarà rinnovata' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Opportuna la decisione Usa, l'esenzione non avrebbe dovuto neppure essere stata concessa.

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Paolo Mastrolilli

L’esenzione dell’Italia dalle sanzioni americane contro l’Iran non verrà più rinnovata. Le nostre compagnie dovranno decidere se concludere affari con gli Usa, o con la Repubblica islamica, e le violazioni saranno punite. A lanciare questo avvertimento è Brian Hook, rappresentante speciale di Washington per la nuova politica verso Teheran, avviata dopo la denuncia dell’accordo nucleare negoziato dall’amministrazione Obama.

Mercoledì il segretario di Stato Pompeo è venuto all’Onu per chiedere al Consiglio di Sicurezza di vietare i test missilistici iraniani. Alcuni osservatori hanno chiesto se questa strategia non sia in realtà la preparazione del terreno per un intervento militare, come era accaduto con l’Iraq nel 2003. Dopo l’intervento al Consiglio, Hook ha incontrato un gruppo ristretto di giornalisti per spiegare gli obiettivi degli Usa. La Stampa gli ha chiesto se Washington è disposta ad estendere l’esenzione che ha concesso all’Italia, oltre i sei mesi previsti: «Gli Stati Uniti - ha risposto - non stanno considerando di concedere waiver alla nostra campagna di massima pressione economica sul regime. Abbiamo dato esenzioni petrolifere ad alcuni Paesi, principalmente perché all’epoca c’era un mercato molto fragile. Non avremmo svolto bene il nostro compito se avessimo provocato un aumento del prezzo del petrolio, dando all’Iran un vantaggio proprio mentre cerchiamo di imporre pressione economica. Siamo riusciti a togliere dal mercato oltre un milione di barili iraniani tra maggio e novembre. Abbiamo concesso alcuni waiver e il prezzo del petrolio è sceso. Noi pensiamo che nel 2019 l’offerta supererà la domanda. Ciò ci mette in una posizione molto migliore per accelerare la strada verso zero importazioni di greggio iraniano. L’80% dei ricavi del regime viene dalle esportazioni di petrolio. Se vuoi essere serio nella deterrenza di questo stato, primo sponsor mondiale del terrorismo, devi colpire i soldi, e ciò significa il greggio. Nel prossimo futuro vedremo meno petrolio sul mercato, e non intendiamo offrire esenzioni, perché è molto importante negare al regime le risorse che usa per destabilizzare il Medio Oriente, e mettere pressione affinché torni al tavolo negoziale per ottenere un nuovo accordo migliore». Oltre al petrolio, l’Italia ha molti altri interessi nella Repubblica islamica. Alla domanda se gli Usa stanno monitorando come Roma disinveste, e cosa si aspettano da noi, Hook ha risposto così: «Io ho avuto buoni incontri con il governo italiano. Sono stato in Italia dopo la sua formazione, e continuo ad essere in contatto regolare con le mie controparti italiane».

 

 

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Donald Trump, Hassan Rohani

Una questione sul tavolo è anche il sostegno dell’Unione Europea per l’accordo nucleare, che continua, e lo «special purpose vehicle» che Bruxelles vorrebbe costruire per proseguire gli scambi commerciali con Teheran senza usare il dollaro. «Lasciatemi prima dire che abbiamo visto solo conformità in sostegno alle nostre azioni da parte delle compagnie europee: se devono scegliere tra il mercato iraniano e quello americano, sceglieranno sempre l’America. Perché è molto più grande. Quando fai affari in Iran, non sai mai se stai aiutando il commercio o il terrorismo, perché la Guardia repubblicana è responsabile di oltre la metà dell’economia locale. Ho fatto questo preambolo, perché non vedo molta domanda per lo special purpose vehicle, non vediamo compagnie che vogliono avvalersene. Come ha detto il segretario Pompeo, se l’obiettivo è facilitare le transazioni umanitarie, che le nostre sanzioni incoraggiano, va bene. Noi però sanzioneremo qualunque comportamento sanzionabile. Tuttavia la mia impressione è che non sarà necessario, specialmente con l’Europa, perché abbiamo visto solo sostegno dalle sue compagnie». Diverso è il discorso con Russia e Cina, con cui «siamo in disaccordo».

Hook ha ribadito che l’obiettivo degli Usa non è il cambio di regime, ma spingere il regime a cambiare politica: «Quando vedi i complotti iraniani per un attacco con le bombe a Parigi, un tentato omicidio in Danimarca, o il massiccio traffico di eroina che il governo italiano ha appena intercettato, queste non sono azioni difensive. Hanno condotto attacchi terroristici in cinque continenti. Perché il principale sponsor mondiale del terrorismo ha bisogno di missili capaci di raggiungere il cuore dell’Europa, o gli Usa? Questa tecnologia può essere trasferita ai vettori intercontinentali. Perciò dobbiamo essere vigilanti, e non possiamo aspettare che la minaccia si materializzi. L’Iran ci sta aiutando a costruire il caso per fermare i suoi test missilistici, la proliferazione, e l’aggressione regionale».

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