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La Stampa Rassegna Stampa
05.12.2018 Hezbollah sotto controllo, distrutto il tunnel, ma Ue e Onu devono intervenire
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 05 dicembre 2018
Pagina: 11
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Israele demolisce i tunnel di Hezbollah per arginare l’Iran - Operazione 'Scudo del Nord' per neutralizzare i tunnel del terrore di Hezbollah»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/12/2018, a pag. 11, con il titolo "Israele demolisce i tunnel di Hezbollah per arginare l’Iran" la cronaca di Giordano Stabile; il comunicato del governo israeliano "Operazione 'Scudo del Nord' per neutralizzare i tunnel del terrore di Hezbollah".

A destra: due soldati israeliani all'imboccatura di un tunnel di Hezbollah al confine tra Libano e Israele

Segnaliamo il breve commento a firma R.E. pubblicato da AVVENIRE oggi a pag. 13, con il titolo "Operazione militare contro i tunnel di Hezbollah", per una volta equilibrato nel descrivere la situazione senza pregiudizi.

IL MANIFESTO, al contrario, non perde occasione per demonizzare Israele. Il pezzo odierno di Michele Giorgio, a pag. 9, è intitolato "Israele 'svela' i tunnel di Hezbollah e apparecchia la guerra". Il quotidiano comunista rovescia la realtà - come fa sempre - e scarica su Israele le responsabilità dei conflitti passati e perfino di quelli ipotetici futuri. A tanto giunge il pregiudizio e l'odio contro lo Stato ebraico.

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Giordano Stabile: "Israele demolisce i tunnel di Hezbollah per arginare l’Iran"

Immagine correlata
Giordano Stabile

Un commento completo che merita un elogio.

Israele lancia l’operazione “Scudo del Nord” per distruggere i tunnel di Hezbollah e il Libano si ritrova di nuovo al centro dei conflitti mediorientali. La tregua nella Striscia di Gaza e il cambio al vertice della Difesa, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha assunto la guida del ministero, hanno ribaltato le priorità strategiche dello Stato ebraico. Il premier è convinto di poter ora concentrare le sue forze al settentrione, senza correre il rischio di una guerra su due fronti. L’annuncio di ieri mattina, dopo che prima dell’alba potenti escavatrici avevano cominciato a demolire le gallerie a ridosso del muro al confine, è quindi militare e politico. Se l’Iran pensa di aver ottenuto campo libero in Siria e Libano con la vittoria nella guerra civile siriana e la protezione dell’ombrello anti-aereo russo, dovrà rivedere le sue convinzioni.

Per questo l’operazione è stata preparata come una vera offensiva, con l’intero settore militare Nord chiuso al traffico, e il capo delle Forze armate Gadi Eseinkot sul posto a supervisionare il lavoro di genieri e militari. Il primo tunnel è stato distrutto fra la cittadina di Kafr Kila, sul lato libanese, e il centro abitato di Metula. L’esercito ha specificato che era «lungo 200 metri, di cui 40 in territorio israeliano, in flagrante violazione della nostra sovranità, largo 2 e correva a una profondità di 25 metri». Una galleria «non ancora operativa» ma che in breve avrebbe potuto permettere ai miliziani sciiti di sbucare all’improvviso al di là della barriera. L’operazione andrà avanti «per settimane». Come ha precisato il portavoce delle Forze armate Ronen Manelis, «dobbiamo prepararci a tutti gli scenari, compresi alcuni non nel nostro territorio». Ciò significa che alcune gallerie andranno distrutte anche sul lato nemico.
L’esercito libanese ha però minimizzato e ribattuto che «la situazione è calma e sotto osservazione, siamo pronti ad affrontare ogni emergenza». Anche la missione dell’Onu Unifil ha gettato acqua sul fuoco e precisato che «sta lavorando con tutte le parti per mantenere la stabilità». Ufficiali israeliani, libanesi e dell’Unifil si riuniscono con regolarità al cosiddetto «tavolo tripartito» ed è probabile che Israele abbia avvertito delle operazioni.

Israele era a conoscenza dell’attività di scavo fin dal 2006, al termine della guerra «dei 33 giorni». Ma dal 2014 ha sviluppato una tecnologia all’avanguardia, basata su microsismi indotti, che le permette di individuare le gallerie a grande profondità. Dal 2016 sono cominciati i preparativi per distruggere quelle individuate: l’operazione «è stata preparata per due anni e mezzo». L’enfasi nell’annuncio serve quindi anche da guerra psicologica. Secondo l’analista militare Amos Harel «i passi intrapresi sono molto lontani dallo scatenare un conflitto aperto» anche se, dal punto strategico, la distruzione dei tunnel «priva Hezbollah di un’arma offensiva fondamentale», soprattutto dopo che il primo dicembre il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva di nuovo minacciato di «conquistare la Galilea».
Ma il disegno di Netanyahu va oltre il Libano. Limitare le capacità di Hezbollah di colpire in territorio israeliano, anche se la milizia sciita dispone di decine di migliaia di razzi e missili, significa limitare l’Iran. Lunedì il premier è volato a Bruxelles per incontrare il segretario di Stato americano Mike Pompeo e controparti europee. Ha avvertito del rischio di una guerra in Libano se «non saranno trovate soluzioni» per frenare l’espansione iraniana nel Levante arabo. La guerra ai tunnel è un avvertimento a Teheran ma anche agli Stati Uniti e all’Europa.

Operazione 'Scudo del Nord' per neutralizzare i tunnel del terrore di Hezbollah
Comunicato del Ministero degli Affari Esteri di Israele

Immagine correlata
Una scavatrice israeliana distrugge l'ingresso di un tunnel dei terroristi di Hezbollah


 Questa mattina l'IDF ha lanciato un'operazione per denunciare e neutralizzare i tunnel del terrore che penetrano nel territorio israeliano dal Libano. Dopo la seconda guerra del Libano nel 2006, Hezbollah ha avviato un'ampia espansione della sua infrastruttura terroristica sotterranea. Hezbollah sta costruendo questi tunnel criminali per attaccare Israele, prendere in ostaggio cittadini israeliani e diffondere terrore. Il progetto del tunnel di Hezbollah è un altro esempio del pericoloso rafforzamento di Hezbollah che è finanziato, sostenuto e diretto dall'Iran. I tunnel di Hezbollah costituiscono una grave violazione sia della sovranità israeliana sia delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1701 (2006) e 1559 (2004). Come parte del dispiegamento israeliano contro la minaccia di Hezbollah, negli ultimi anni Israele ha implementato una serie di iniziative difensive all'interno del territorio israeliano, tra cui la costruzione di recinzioni e ostacoli per interrompere e bloccare gli sforzi delle forze di Hezbollah di infiltrarsi nel territorio israeliano. Hezbollah ha preso il controllo del Libano e sta rappresentando la realizzazione del progetto iraniano per trasformare quel paese in una base per gli attacchi contro Israele. Le sue azioni danneggiano il Libano e minacciano di rendere inutili gli enormi investimenti della comunità internazionale. Questa è un'ulteriore prova di belligeranza da parte dell'Iran, che è in grado di finanziare Hezbollah con i miliardi di dollari ricevuti nell'ambito dell'accordo nucleare. Hezbollah sta commettendo un doppio crimine di guerra: opera all'interno della popolazione civile del Libano, al fine di colpire la popolazione civile israeliana. Il governo libanese è responsabile di tutte le attività svolte all'interno del territorio libanese. Lo scavo dei tunnel per attaccare Israele conferma che le Forze armate libanesi (LAF) non assolvono le loro responsabilità in Libano e che l'organizzazione terroristica Hezbollah ha il controllo e abusa delle infrastrutture civili per condurre attacchi terroristici contro civili israeliani. Israele ha monitorato le iniziative di Hezbollah e ha attaccato le attività dei tunnel per anni. L'operazione corrente continuerà come necessario, insieme alla costruzione di una barriera al confine settentrionale. Israele distruggerà i tunnel di Hezbollah al confine nord esattamente proprio come ha fatto con i tunnel criminali di Hamas lungo il confine meridionale. Israele continuerà a pretendere che Hezbollah venga fermato a livello mondiale in quanto organizzazione terroristica, attraverso imponenti sanzioni. L'UNIFIL deve approfondire le sue operazioni per assicurare l'attuazione delle risoluzioni sia della UNSCR 1701 che del 1559.

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