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La Stampa Rassegna Stampa
29.11.2018 Onu sui migranti: Italia fuori dall'accordo
Cronaca di Federico Capurso, Ilario Lombardo

Testata: La Stampa
Data: 29 novembre 2018
Pagina: 13
Autore: Federico Capurso, Ilario Lombardo
Titolo: «Patto Onu sui migranti, Salvini sfila l’Italia e imita Orban e Kurz»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/11/2018, a pag.13, con il titolo "Patto Onu sui migranti, Salvini sfila l’Italia e imita Orban e Kurz" la cronaca di Federico Capurso, Ilario Lombardo.

Per la prima volta l'Italia si schiera in modo netto, all'Onu su migranti e rufugiati, contro gli altri Paesi fondatori dell'Unione Europea, a partire da Francia e Germania, e al fianco degli Stati Uniti e di numerosi Paesi dell'Europa orientale.

Ecco l'articolo:

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Federico Capurso, Ilario Lombardo

L’Italia non aderirà al Global compact sui migranti né al Global compact
sui rifugiati, i due accordi promossi dalle Nazioni Unite per favorire la cooperazione internazionale in materia di immigrazione. Lo ha deciso il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, annunciando alla Camera che nessun rappresentante del governo italiano sarà l’11 dicembre a Marrakech, in Marocco, per la firma dei trattati. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, invece, si è limitato a confermare quanto già stabilito dal leader leghista. E lo ha fatto costringendo se stesso a una giravolta tanto vistosa da instillare forse un dubbio nei pensieri dei leader che incontrerà in questi giorni al G20 in Argentina, circa il reale potere decisionale di Salvini, sulla carta semplice «partner di minoranza» del governo.

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Appena due mesi fa, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu, Conte assicurava infatti il «sostegno italiano al Global compact, perché i fenomeni migratori richiedono una risposta strutturata, multilivello, di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale». Più di recente, appena una settimana fa, il ministro degli Esteri Enzo Moavero interveniva a Montecitorio per ribadire «l’orientamento favorevole» nei confronti del Global compact. Oggi, invece, per accarezzare i desideri di Salvini, Conte sfila di fatto il governo dall’accordo, «riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato». Il Global compact, aggiunge, «è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea, ma essendo un documento che ha valore politico abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio in aula». La via d’uscita parlamentare, però, sembra nascere solo per rendere più digeribile ai Cinque stelle l’ennesima sconfitta interna. E infatti i leghisti già esultano: «Il Global compact non arriverà mai in aula, i grillini lo sanno benissimo. Fino a gennaio c’è la manovra, poi chissà. La questione, ormai, è chiusa».

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L'Assemblea generale dell'Onu

Come gli Stati Uniti di Donald Trump, come i paesi del gruppo di Visegrad, dell’Ungheria di Viktor Orban e dell’Austria di Sebastian Kurz, l’Italia di Salvini, unico tra i Paesi fondatori dell’Unione europea, si allinea all’asse sovranista. Il segretario generale dell’Onu Guterres ha definito «deplorevole la decisione italiana di rigettare il processo multilaterale». Nel Movimento si sollevano voci critiche. E la conseguente frattura che si crea all’interno della maggioranza di governo si riflette anche in Europa, dove gli eurodeputati di Lega e M5S ieri hanno votato in modo opposto la proposta di discutere il Global compact all’Europarlamento. Chi tra i Cinque stelle si oppone con più forza alla posizione leghista è il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. È lui a chiedere, nella notte di martedì, un incontro a Palazzo Chigi con Conte, Moavero e Salvini, per tentare di convincere il leader del Carroccio della bontà del Global compact. «Non è vincolante», viene detto a Salvini, «possiamo firmarlo e poi non seguire le linee guida». Ma il tentativo di convincimento fallisce. Dall’altra parte della barricata, il sottosegretario leghista agli Esteri Guglielmo Picchi lavora da settimane alla bocciatura del Global compact. Tanto che persino i deputati M5S della commissione Esteri finiscono per fare riferimento a lui: «Quando ho chiesto chi stesse seguendo il dossier - confessa Sabrina De Carlo - Di Stefano mi ha risposto di parlare con Picchi». Il dubbio su chi abbia davvero potere decisionale all’interno del governo, evidentemente, sta venendo anche ai Cinque stelle.

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