giovedi` 02 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
27.11.2018 Siria: i kurdi catturano il numero due dello Stato Islamico, ci auguriamo una condanna esemplare
Cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 27 novembre 2018
Pagina: 19
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Catturato dai curdi il numero due dell'Isis»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/11/2018, a pag.19, con il titolo "Catturato dai curdi il numero due dell'Isis" il commento di Giordano Stabile.

A destra: peshmerga kurdi

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Giordano Stabile

I curdi catturano il numero due dell’Isis e bloccano i contrattacchi dello Stato islamico nell’Est della Siria. È una svolta positiva che arriva a interrompere un mese e mezzo di rovesci per le Forze democratiche siriane, appoggiate dagli Stati Uniti. Awaid Al-Ibrahim, conosciuto come Abu Zeid, era considerato il numero due dell’Isis, subito dopo Abu Bakr al-Baghdadi, ed era di fatto il “ministro dell’Interno” dell’ultimo lembo del califfato, che si stende su un area di circa duemila chilometri quadrati lungo la sponda orientale dell’Eufrate.
Si nascondeva in un villaggio ai bordi di questo territorio, Al-Tayyana, quando è stato sorpreso da un commando di forze speciali curde e americane. Era in un tunnel sotto una casa, con indosso una cintura esplosiva innescata, per non farsi catturare vivo. Gli ha salvato la vita la sorella minore, che ha condotto il commando fino la nascondiglio e lo ha bloccato prima che si facesse saltare in aria. Nel tunnel sono stati trovati 80 lingotti d’oro, migliaia di dollari in contanti e una ventina di telefonini. Merce di scambio per i traffici che permettono a quel che resta dell’Isis di rifornirsi ancora in armi e munizioni e continuare a combattere.

Immagine correlata
Abu Zeid


La resistenza
La caccia ai capi è fondamentale per spezzare la resistenza dei jihadisti, andata oltre ogni previsione. Tredici mesi fa cadeva Raqqa, lo scorso febbraio l’Isis era ormai ridotto a una esile striscia lungo l’Eufrate, attorno alla cittadina di Hajin, 40 mila abitanti, l’ultima roccaforte in Siria. La fine sembrava questione di settimane. E invece gli islamisti hanno prima bloccato l’avanzata delle forze curdo-arabe delle Sdf. Poi, da metà ottobre, hanno lanciato potenti controffensive e triplicato il territorio sotto il loro controllo. Il loro contingente è stimato fra i 2 mila e i 4 mila uomini, per metà almeno foreign fighters. Sfruttano le ondate di maltempo di quest’autunno, quando l’azione dei bombardieri americani è limitata.

Ma c’è anche un altro fattore. I curdi hanno ritirato dalla prima linea la maggior parte dei loro combattenti, per dirottarli a guardia della frontiera con la Turchia. I miliziani arabi delle Forze democratiche siriane sono meno addestrati e motivati, si limitano a controllare il fronte e subiscono l’iniziativa dei jihadisti. Lo stesso Abu Zeid è sospettato di aver organizzato le controffensive negli ultimi due mesi. Con la sua cattura i curdi e gli alleati americani contano di stoppare il momento favorevole all’Isis e di conquistare Hajin. Il tutto mentre si è riacceso anche il fronte fra forze governative e ribelli a Idlib: dopo un sospetto attacco con proiettili al cloro da parte di un gruppo jihadista la Russia ha ripreso i raid, sospesi da due mesi.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT