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La Stampa Rassegna Stampa
21.11.2018 Trump, fatti non chiacchiere contro l'Iran degli ayatollah
L'analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 21 novembre 2018
Pagina: 8
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Sanzioni Usa a Russia e Iran per il petrolio ad Assad»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/11/2018, a pag.8 con il titolo "Sanzioni Usa a Russia e Iran per il petrolio ad Assad" l'analisi di Paolo Mastrolilli

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Paolo Mastrolilli

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni su una rete di compagnie russe e iraniane, accusate di fornire il petrolio della Repubblica islamica al regime di Assad, in cambio di soldi e assistenza per gli agenti di Teheran che operano in Siria. Una mossa che punta il dito contro Mosca, e rientra nel quadro della massima pressione esercitata dagli americani sugli ayatollah, dopo aver denunciato l’accordo sul programma nucleare. Il dipartimento al Tesoro ieri ha colpito nove obiettivi: il cittadino siriano Mohamed Amer Alchwiki, il russo Andrey Dogaev, i loro complici Rasul Sajjad e Hossein Yaghoobi della Banca centrale iraniana, e il membro di Hezbollah Mihammad Qasim al Bazzal; le compagnie russe Global Vision Group e Promsyrioimport, sussidiaria del ministero dell’Energia; la banca russa Mir Business Bank e la struttura umanitaria iraniana Tadbir Jish Medical and Pharmaceutical Company. Anche la Banca centrale di Teheran era quindi coinvolta nell’operazione.

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 Secondo lo schema ricostruito dagli investigatori, l’Iran forniva il petrolio, gli intermediari russi lo vendevano e lo trasportavano in Siria, e il regime di Assad pagava dando soldi e assistenza ad Hezbollah e agli uomini della Guardia repubblicana impegnati ad aiutarlo nella guerra civile in corso ormai da anni. Il tutto mascherato come un’operazione umanitaria per portare medicali e altre forniture sanitarie. L’esistenza dell’asse tra Assad, la Russia e l’Iran nel conflitto siriano non è una novità, ma i dettagli di questa operazione vanno oltre la collaborazione militare, ed includono transazioni commerciali sanzionabili dall’Office of Foreign Assets Control del dipartimento al Tesoro americano. Lo scopo dell’operazione lanciata da Washington è duplice. Da una parte si punta ad eliminare risorse energetiche ed economiche, che servono ad alimentare il conflitto ed aiutano la Repubblica islamica a realizzare i propri obiettivi di influenza nella regione. Dall’altra si vuole sottolineare la complicità politica della Russia non solo nella guerra, ma anche nelle mire egemoniche sul Medio oriente, e confermare le motivazioni relative al comportamento maligno di Teheran, che rafforzano la scelta di abbandonare l’accordo nucleare.

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