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La Stampa Rassegna Stampa
03.11.2018 Iran: sanzioni durissime dagli Usa e in arrivo (forse) dalla Danimarca
Servizi di Giordano Stabile, Rolla Scolari

Testata: La Stampa
Data: 03 novembre 2018
Pagina: 13
Autore: Giordano Stabile-Rolla Scolari
Titolo: «Sanzioni Usa all'Iran-'Complotto iraniano'Copenhagen minaccia sanzioni all'Iran»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/11/2018, a pag.13 con il titolo "Sanzioni Usa all'Iran, l'Italia sarà esentata" la cronaca di Giordano Stabile. A pag.12, con il titolo "'Complotto iraniano'Copenhagen minaccia sanzioni all'Iran" la cronaca di Rolla Scolari, preceduto da un nostro commento.

Sanzioni Usa all'Iran, l'Italia sarà esentata
Servizio di Giordano Stabile

Scrive Stabile: "L'Alto rappresentante Federica Mogherini ha espresso «profondo rammarico» per la decisione" La Mogherini profondamente rammaricata è la conferma che la scelta del Presidente Trump è quella giusta.

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Giordano Stabile    Federica Mogherini preoccupata? una buona notizia

Trump impone all'Iran le sanzioni «più dure della storia» ma lascia la possibilità a otto Paesi, compresa l'Italia, di comprare il petrolio iraniano, un regalo inaspettato alla Repubblica islamica. L'annuncio arriva con un tweet che fa il verso alla serie tv «Trono di spade»: «Le sanzioni stanno arrivando». È il tono di una resa dei conti cominciata a maggio, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo sul nucleare firmato nel 2015 da Obama. Ora «tutte le sanzioni» saranno reimposte, a partire da lunedì. Settecento individui, aziende, compagnie marittime e aeree saranno posti nella lista, comprese le più importanti banche ed esportatori di petrolio. A Teheran si chiede di smettere di sostenere gruppi sciiti come Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen e di ritirare le milizie controllate dai Pasdaran dalla Siria. Trump vuol costringere gli ayatollah a firmare un «trattato molto più incisivo» che induda anche lo stop ai missili balistici. Il punto centrale, però, è bloccare la vendita di petrolio. Pompeo ha rivelato che ci saranno «eccezioni per otto giurisdizioni», in gergo «Stati». Non ha fatto nomi. Fonti saudite hanno detto che fra gli esentati c'è anche l'Italia, oltre a Corea del Sud, Giappone, India e Turchia, che ha confermato. Queste nazioni sono state favorite «perché hanno già ridotto l'import e cooperato con gli Usa in altri campi». La Casa Bianca ha invece respinto la richiesta dell'Ue di essere esentata in blocco. Bruxelles aveva chiesto di poter continuare a usare la piattaforma Swift per le transazioni con l'Iran, per mettere al riparo le proprie aziende. L'Alto rappresentante Federica Mogherini ha espresso «profondo rammarico» per la decisione.

'Complotto iraniano' Copenhagen minaccia sanzioni all'Iran
Cronaca di Rolla Scolari

La differenza tra gli Usa e l'Europa è evidente nella diversità del linguaggio. Trump impone le sanzioni all'Iran, la Danimarca le minaccia. Sappiamo per esperienza quanto poco serva minacciare le dittature, sono i fatti che contano. Una realtà che le democrazie europee, Italia compresa, non capiscono ancora

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Rolla Scolari

Copenhagen isolata per ore, mentre gli elicotteri delle forze dell'ordine sorvolano la capitale danese, posti di blocco, ponti chiusi, perquisizioni, centinaia di agenti mobilitati. Sembrerebbe la scena di una serie televisiva. Invece è quello che è accaduto a settembre in Danimarca. Quell'operazione e l'inchiesta che ne è seguita hanno portato a un arresto, a ottobre, di un cittadino norvegese di origini iraniane, sospettato di organizzare l'assassinio di un dissidente iraniano residente nel Paese scandinavo. Ora, l'accusa mossa da Copenhagen martedì nei confronti di Teheran è inedita, pesante e carica di conseguenze: ci sarebbe l'intelligence iraniana dietro a quel piano. La crisi diplomatica innescata dagli eventi rischia di costare all'Iran le relazioni con alcuni governi europei, proprio a pochi giorni dall'imposizione del secondo round di sanzioni americane, e mentre la Repubblica islamica cerca di conservare Bruxelles fedele all'accordo nucleare siglato nel 2015, e da cui l'Amministrazione Trump si è ritirata a maggio. «Abbiamo a che fare con l'intelligence iraniana che pianifica attacchi sul suolo danese - ha detto Finn Borch Andersen, capo dei servizi di Copenhagen -. Ovviamente, non possiamo accettarlo e non lo accetteremo». L'obiettivo dell'uomo arrestato a ottobre era, secondo gli inquirenti, il leader di un gruppo arabo separatista, «Asmla», che rivendica l'indipendenza del Khúzestán, ricca regione petrolifera nel Sud-Ovest della Repubblica islamica, dove vive gran parte della minoranza araba del Paese. Nella capitale, Ahvaz, un attentato durante una parata militare ha ucciso a settembre 29 persone: fonti ufficiali iraniane hanno da una parte accusato della strage i separatisi e dall'altra lo Stato islamico. A rivendicare l'attacco era stato sia Isis, sia un gruppo vicino agli indipendentisti. La rete in Europa Un anno fa, in Olanda, un altro membro di Asmla è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. E accuse simili a quelle danesi sono state portate all'intelligence iraniana dalla Francia. Un diplomatico di Teheran è sotto inchiesta in Belgio, sospettato di aver preso parte a un piano che prevedeva di colpire un raduno di dissidenti iraniani a Parigi. L'attività dei servizi segreti iraniani in Europa, che ricorda i precedenti russi, è stata intercettata dalla Danimarca attraverso informazioni del Mossad israeliano. Rivela una profonda inquietudine del regime per il dissenso interno di questi mesi, scanditi da costanti proteste anti-governative nelle regioni più remote del Paese. I membri dell'Unione europea sono stati infatti finora interessati alla salvaguardia di un accordo nucleare ormai abbandonato dall'America. E alcune cancellerie sono ancora scettiche su nuove sanzioni. I fatti danesi però potrebbero cambiare gli equilibri. Copenhagen ha richiamato in patria il suo ambasciatore in Iran. Il premier Lars Lokke Rasmussen è stato duro: sono già stati contattati gli alleati europei per «trovare una risposta unificata» che prevederebbe sanzioni (ma non la cancellazione del trattato), ha detto. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno subito appoggiato la fermezza di questa posizione. Se per ora Bruxelles ha reagito con cautela alle notizie in arrivo dalla Scandinavia, il fatto che la Norvegia abbia convocato l'ambasciatore iraniano a Oslo - l'uomo arrestato in Danimarca è cittadino norvegese - mostra che altri Paesi potrebbero presto trovarsi d'accordo con i danesi sull'imposizione di misure economiche contro Teheran.

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