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La Stampa Rassegna Stampa
22.10.2018 Usa, verso il Midterm: Trump dovrebbe farcela
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 22 ottobre 2018
Pagina: 10
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Taglio alle tasse, migranti e diritti, Trump tira la volata ai repubblicani»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/10/2018, a pag.10, con il titolo "Taglio alle tasse, migranti e diritti, Trump tira la volata ai repubblicani" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

L’ultima idea di Trump è un nuovo taglio alle tasse, stavolta mirato per aiutare la classe media. E con questa proposta, che sia fattibile o meno entro l’apertura dei seggi, ha definito il programma con cui spera di far vincere ai repubblicani le elezioni Midterm del 6 novembre, che lui stesso ha definito in referendum sulla sua presidenza. I pilastri sono tre: immigrazione e sicurezza; crescita economica e lavoro; e i temi sociali incarnati dalla battaglia per la conferma del giudice Kavanaugh alla Corte Suprema. Il tutto riassunto nel nuovo slogan secondo cui i democratici producono “mobs”, ossia la teppaglia che ha cercato di deragliare le audizioni al Senato, mentre i repubblicani producono “jobs”, ossia lavoro e benessere per tutti.

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Donald Trump


Durante l’estate i democratici puntavano sull’ondata blu, che avrebbe dovuto togliere al Gop la maggioranza a Camera e Senato, per punire Trump. Ora è chiaro che non avverrà, per almeno tre motivi: primo, le previsioni estive sono spesso sballate; secondo, i repubblicani hanno ritrovano le motivazioni per andare ai seggi, in parte proprio a causa della battaglia su Kavanaugh, che ha ricordato ai conservatori le ragioni di fondo per cui avevano appoggiato Donald nel 2016; terzo, perché la popolarità del presidente è cresciuta, grazie ai buoni risultati dell’economia. Secondo il sondaggio pubblicato ieri da Wall Street Journal e Nbc, il 47% degli elettori approva Trump e il 49% lo disapprova, cioè un miglioramento del 3% rispetto a settembre. Il 68% dei repubblicani è molto interessato alle elezioni, contro il 72% dei democratici, che quindi conservano un vantaggio molto ridotto in termini di entusiasmo. Il 50% degli americani vorrebbe che i democratici controllassero il Congresso, contro il 41% che preferirebbe i repubblicani, ma la differenza scende a 48% contro 41% tra gli elettori registrati per votare. Fra gli indipendenti, però, l’opposizione è avanti 41 a 27%. I democratici continuano ad avere un forte vantaggio nelle città, e i repubblicani nelle zone rurali, e quindi le aree suburbane saranno decisive. Tra le donne il partito dell’asinello resta il preferito, 57 a 32%, tra gli uomini è vero l’inverso, 52 a 38%.

In queste condizioni, secondo gli analisti di Cook i democratici hanno tra il 70 e il 75% di possibilità di riprendere la maggioranza alla Camera, mentre il sito FiveThirtyEight di Nate Silver dà loro l’84% di probabilità, strappando 39 seggi al Gop. Silver però sottolinea che questo margine non è sicuro, mentre al Senato i repubblicani hanno 7 possibilità su 9 di conservare la maggioranza. Questo perché è vero che i democratici dovrebbero recuperare solo due seggi, ma rischiano di perdere in North Dakota, Florida e Missouri, e forse anche in West Virginia e Montana.

Trump ha approfittato della sua ripresa, puntando sui temi che lo avevano fatto vincere nel 2016. Ha usato la carovana dei migranti in arrivo dall’Honduras per chiedere di eleggere parlamentari favorevoli al muro lungo il confine col Messico; ha sfruttato il caso Kavanaugh per ricordare ai conservatori che lui è l’unica speranza per evitare la deriva liberal nella società; ora rilancia i tagli alle tasse perché la prima riforma fiscale ha aiutato soprattutto le imprese, ma se la classe media vuole ricevere gli stessi vantaggi non deve abbandonarlo. Il responso verrà nel referendum del 6 novembre.

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