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La Stampa Rassegna Stampa
23.08.2018 Tutto quello che dovete sapere sui deserti del Negev e di Arava
Commento di Fabiana Magrì

Testata: La Stampa
Data: 23 agosto 2018
Pagina: 3
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: «Nei deserti degli sportivi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/08/2018, a pag.8, con il titolo "Nei deserti degli sportivi", il commento di Fabiana Magrì.

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Fabiana Magrì

Seduti all’ombra dello «shig», la tenda di lana di capra destinata agli ospiti, Salaam e Musa offrono tè, caffe e «libba», il pane tradizionale cotto sui carboni ardenti. Soprattutto offrono storie. I due fratelli vivono in uno degli ultimi piccoli autentici villaggi beduini del Negev, non lontano dal panoramico cratere di Ramon. Salaam è un narratore di talento ed è pronto a svelare i segreti del deserto e della sua comunità ai viaggiatori. Passare dallo stile di vita tradizionale a quello moderno è una sfida, per i beduini. La nuova generazione ha capito che per conservare usi e costumi, è necessario adattarli alla realtà. Da un lato continuano ad allevare capre, cammelli e pecore e dall’altro comunicano con gli smartphone. Gli uomini imparano l’ebraico e qualche parola di inglese mentre le donne parlano solo arabo e si dedicano alle attività artigianali di tessitura su telai orizzontali a terra. L’accoglienza dei turisti s’inserisce perfettamente in questo processo di cambiamento sostenibile perché l’ospitalità fa parte della tradizione.

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Arrampicata nel cratere di Mitzpè Ramon


Le attività
I beduini non sono i soli a chiamare il Negev la loro casa. In pochi giorni di escursioni a piedi attraverso cinque villaggi lungo i 40 chilometri tra la tomba del fondatore dello Stato di Israele David Ben Gurion e la città di Mitzpe Ramon, nata per ospitare gli operai al lavoro per costruire la strada per Eilat, si incontrano anche «kibbutznikim», comunità di ebrei ortodossi e un gruppo cosmopolita di accademici e scienziati che anima la succursale nel deserto dell’università Ben Gurion, nella città di Be’er Sheva. I sentieri sono segnati, il livello di difficoltà è alla portata di tutti e le sistemazioni lungo il percorso non sono care ma rispondono anche alle aspettative del viaggiatore che ama l’avventura senza per questo voler rinunciare alle comodità e non ha problema di budget.

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È per gli sportivi che i deserti israeliani di Negev e Arava sono un vero paradiso. Oltre alle escursioni a piedi lungo l’Israel National Trail, sono sempre più battuti i sentieri da percorrere in bicicletta. Una volta l’anno si corre la Samarathon (a febbraio), gara di mountain bike tra Negev e Arava. A Mitzpe Ramon c’è un Bike Hotel fondato da due israeliani appassionati di bici, punto di riferimento per i ciclo-escursionisti, e perfino il sito archeologico Timna Park è interamente attraversato dal Bike Trail. Chi invece preferisce correre la maratona, può scegliere tra quella di Eilat (a novembre) e quella notturna da Arad a Masada (a giugno).

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Percorrendo le dune rocciose del Negev, può capitare di trovarsi improvvisamente davanti a una macchia verde. A ben vedere non si tratta necessariamente di oasi spontanee lungo il corso dei «wadi», come quella bellissima nella riserva di Ein Avdat, con tanto di cascata nella gola del canyon. A volte sono piccoli - e miracolosi - vigneti, frutto della tenacia e della conoscenza tecnologica che contraddistingue gli israeliani, come l’invenzione dell’irrigazione a goccia. La Strada del Vino nel deserto, tra Sde Boker e il Parco di Ein Avdat, è un’esperienza davvero insolita, arricchita da piccole aziende di sorprendenti allevatori e produttori - dalle capre ai formaggi all’olio d’oliva - che spesso offrono anche alloggio e attività ricreative.

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