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La Stampa Rassegna Stampa
23.08.2018 Usa verso il Midterm: partita decisiva per Donald Trump, rinsavirà il Partito Repubblicano?
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 23 agosto 2018
Pagina: 11
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Donald compatta la base per evitare l’impeachment»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/08/2018, a pag. 25 con il titolo "Usa, strategia in due mosse contro l'Iran", il commento di Paolo Mastrolilli.

A destra: Donald Trump

La partita che si giocherà alle elezioni di metà mandato (Midterm) in America sarà decisiva per il proseguimento delle politiche nuove di Donald Trump dopo la presidenza Obama. Per questo la seguiremo con attenzione.

Ecco l'articolo:

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Paolo Mastrolilli

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Partito Repubblicano: si va in battaglia per proteggere il Presidente

Mentre l’avvocato Cohen patteggiava la sua pena per la violazione delle leggi sui finanziamenti elettorali, e il manager della campagna presidenziale del 2016 Manafort veniva condannato per frodi fiscali e bancarie, Donald Trump volava in West Virginia per un comizio elettorale. Non è un caso, perché la sopravvivenza politica del presidente dipende ora tutta dal risultato del voto midterm del 6 novembre. Se i democratici riconquisteranno la maggioranza alla Camera, potranno aprire le procedure di impeachment, o comunque paralizzare l’Amminstrazione con una serie di inchieste e il blocco dell’agenda legislativa. Se i repubblicani conserveranno il controllo del Congresso, o quanto meno quello del Senato, riusciranno a fermare l’incriminazione di Trump, mentre lui potrà sostenere che gli elettori stanno ancora dalla sua parte, rifiutano il complotto dell’establishment per abbatterlo, e vogliono la sua conferma nel 2020.
Nelle urne del voto midterm saranno in palio tutti i 435 seggi alla Camera, 35 seggi su 100 al Senato, e 39 poltrone da governatore. I repubblicani hanno 235 deputati, contro 193 democratici e 7 posti vacanti. Quindi, per ottenere la maggioranza l’opposizione ha bisogno di togliere almeno 24 seggi al Gop. I distretti competitivi sono circa 50, e 25 di questi erano stati vinti da Hillary Clinton nel 2016. Secondo le analisi di Real Clear Politics, al momento i repubblicani sono sicuri di conservare 193 seggi, mentre i democratici ne hanno 199 in tasca. Questa è la ragione per cui il sito FiveThirtyEight di Nate Silver prevede che l’opposizione ha il 73,4% di possibilità di riconquistare la Camera a novembre. Al Senato la situazione è più complicata. È vero infatti che la maggioranza dei repubblicani si è ridotta ad un solo seggio, ma dei 35 posti in palio 26 appartengono ai democratici e 9 al Gop, che quindi avrà un compito più facile per vincere.

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La Camera è l’aula dove cominciano le procedure di impeachment, e quindi è la preda più ambita. Trump ha bisogno di conservarla per almeno due ragioni: primo, evitare incriminazione e inchieste; secondo, dimostrare ai colleghi repubblicani che gli elettori stanno ancora con lui, e quindi non possono abbandonarlo. La strategia per riuscirci è chiara. Come prima cosa, il presidente rivendicherà di aver mantenuto le promesse elettorali del 2016. Dove non ci è riuscito, tipo Obamacare e immigrazione, la colpa è dell’ostruzionismo democratico e repubblicano, che si supera solo mandando al Congresso i suoi candidati. Quindi userà lo spettro dell’impeachment per mobilitare la base, dipingendo l’inchiesta di Mueller come un complotto dell’establishment per impedirgli di fare la volontà del popolo. Infine esalterà i successi economici, per spingere gli elettori a votare con la mano sul portafoglio, che rischia di svuotarsi se lui verrà sconfitto.

La Camera è l’aula dove cominciano le procedure di impeachment, e quindi è la preda più ambita. Trump ha bisogno di conservarla per almeno due ragioni: primo, evitare incriminazione e inchieste; secondo, dimostrare ai colleghi repubblicani che gli elettori stanno ancora con lui, e quindi non possono abbandonarlo. La strategia per riuscirci è chiara. Come prima cosa, il presidente rivendicherà di aver mantenuto le promesse elettorali del 2016. Dove non ci è riuscito, tipo Obamacare e immigrazione, la colpa è dell’ostruzionismo democratico e repubblicano, che si supera solo mandando al Congresso i suoi candidati. Quindi userà lo spettro dell’impeachment per mobilitare la base, dipingendo l’inchiesta di Mueller come un complotto dell’establishment per impedirgli di fare la volontà del popolo. Infine esalterà i successi economici, per spingere gli elettori a votare con la mano sul portafoglio, che rischia di svuotarsi se lui verrà sconfitto.

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