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La Stampa Rassegna Stampa
26.07.2018 Isis fa strage di kurdi, ma non era stata sconfitta?
Analisi di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 26 luglio 2018
Pagina: 25
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Kamikaze e scudi umani. L'Isis fa strage di civili»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/07/2018, a pag.25, con il titolo "Kamikaze e scudi umani. L'Isis fa strage di civili", la cronaca di Giordano Stabile

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Giordano Stabile              Sweida, Siria

L'Isis colpisce nel centro di Sweida, la capitale dei drusi in Siria, e dimostra Jche le sue cellule nel de seno sono ancora efficienti, letali e possono mettere in difficoltà le forze di sicurezza del regime. L'offensiva di ieri è stata condotta da più veicoli kamikaze, sia nei villaggi attorno alla città, arroccata su un fianco del Jabal Druze, la montagna dei drusi, che in centro. Un terrorista suicida ha fatto strage in un mercato, un altro a un checkpoint di combattenti filogovernativi, altri due sono stati abbattuti, mentre un commando di islamisti catturava decine di civili, trasformati in scudi umani. n bilancio dei morti ieri sera era ancora incerto, fonti vicine al governo di Damasco parlavano di 195 vittime, negli «attentati più sanguinosi quest'anno». Due terzi sono civili. L'esercito di Bashar al-Assad ha poi ripreso il controllo dei villaggi attaccati, tre, e liberato gli ostaggi. Lo choc restava forte. L'Isis era considerato sconfitto, relegato in qualche area desertica, oltre che in una piccola sacca incuneata alla frontiera fra Siria, Giordania e Israele. Qui sono state spostate le più efficiente forze antiterrorismo, a cominciare dalle Qawet al-Nimir, le Tiger Forces che hanno già dato la caccia ai jihadisti nella vasta zona desertica che va dalla periferia orientale di Damasco fmo all'Eufrate e al confine con l'Iraq. Gli ultimi brandelli del Califfato hanno saputo riorganizzarsi. Gli islamisti sono sbucati dal deserto e hanno colpito nel giorno in cui l'Isis rivendicava attacchi dal Canada, due morti, al Pakistan, 31, in un revival del terrore. L'offensiva del regime Da quando il regime ha lanciato l'offensiva per riconquistare le province di Daraa e Quneitra, confinanti con Sweida, l'Isis ha tentato di infiltrarsi più volte nell'area drusa. Questa volta la guardia era abbassata. Damasco è concentrata nell'annientare la sacca alla frontiera, dove martedì ha subito anche l'abbattimento di cacciabombardiere Su-24, sconfinato nello spazio aereo israeliano e colpito da un missile Patriot. Eun fazzoletto di territorio, 30 chilometri per 20, ma impervio, con la valle incassata del fiume Yarmouk, un affluente del Giordano, ideale per nascondersi e tendere agguati. È un luogo fondamentale nella storia araba: nell'agosto del 636, in quella valle, le truppe del califfo Omar, guidate dal generale Khalid ibn alWalid, sconfissero ibizantini e fondarono il primo grande impero musulmano. L'Isis spera forse di ripetere la storia ma dovrà scontrarsi questa volta con la potenza di fuoco dell'aviazione russa, che ieri sera ha lanciato un'ondata di raid di rappresaglia. Mosca pare intenzionata a prendere in mano anche l'ultima offensiva contro i jihadisti

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