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La Stampa Rassegna Stampa
28.06.2018 Un fanatico anti Israele fa la predica sui diritti umani
Mario Platero intervista l'Alto Commissario Onu dei Diritti Umani

Testata: La Stampa
Data: 28 giugno 2018
Pagina: 6
Autore: Mario Platero
Titolo: «L'Europa non deve chiudere le frontiere, le parole di Salvini incitano all'odio»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/06/2018, a pag-6, con il titolo "L'Europa non deve chiudere le frontiere, le parole di Salvini incitano all'odio" l'intervista di Mario Platero a Zeid Raad.

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Mario Platero

Inizia nel modo peggiore la sua collaborazione alla Stampa l'ex del Sole24Ore Mario Platero. Intervista l'Alto Commissario dell'Onu per i Diritti Umani Zeid Raad, un organismo noto unicamente per le sue condanne continue a Israele mentre tace regolarmente su quanto accade nei paesi arabo-islamici. Mai una una condanna, una segnalazione, Raad vive su una nuvola, forse per via della sua qualifica di "Alto" commissario. Vive talmente in alto che gli sfugge ciò che avviene nel mondo, così per giustificare la sua presenza prende di mira Israele, mentre dovrebbe portarla ad esempio.

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Zeid Raad

Zeid Raad, l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, ex ambasciatore al Palazzo di Vetro di suo cugino, re Abdullah di Giordania, difende senza tregua i diritti dei più deboli. Si è schierato contro potenze come la Russia, la Cina, l'India, la Turchia, l'Arabia Saudita e una cinquantina di altri Paesi in violazione di quanto sottoscritto da 190 Paesi nella Carta Universale dell'Onu per i Diritti Umani, emanata nel 1948. Ha pagato con pesanti attacchi, ma non si è mai piegato e oggi in questa rara intervista esclusiva, ha scelto la Stampa per mandare un messaggio molto diretto, come suo stile, all'Europa, ai ministri degli Interni di Germania e Italia («Irresponsabili») proprio nel giorno in cui parte uno dei più importanti Consigli europei degli ultimi anni, con una polemica sui migranti e sui confini che potrebbe «tecnicamente» far saltare Schengen.
È preoccupato? «Lo sono, certo. Faccio appello all'Europa perché rifletta sui suoi valori fondamentali e trovi una soluzione condivisa, comune. La sola minaccia di chiudere i confini vuol dire concedere una vittoria a chi in Europa vuol far prevalere il razzismo». Più che di razzismo, si dice di voler far rispettare la legalità «Non sono d'accordo. Pensi alle dichiarazioni del presidente ungherese Viktor Orban che ha letteralmente detto di non volere gente del suo colore mischiarsi con gente di altro colore: la repulsione di Orban è per l'altro colore non per l'illegalità. Purtroppo quella retorica funziona, certi politici sfruttano la situazione, creano colli di bottiglia chiudono i confini e alimentano l'odio per chi viene percepito come diverso».
In Italia il ministro Salvini ha chiuso i porti in risposta a una reale preoccupazione popolare. È stato eletto e ha mantenuto le sue promesse. Anche questa è democrazia.
«C'è il diritto di proteggere i confini. E certamente la democrazia esprime il volere e la sovranità del popolo, ma nel contesto di leggi esistenti, che rispettano i diritti umani, altrimenti il mondo precipita nel caos. L'Italia o il suo modo di essere non è certo a rischio e la preoccupazione c'è anche perché c'è chi la esaspera politicamente invece di moderarla. La retorica del ministro Salvini è studiata per fomentare sentimenti anti immigrazione per poi introdurre quelle che per noi sono chiaramente misure discriminatorie contro gruppi vulnerabili, composti da migranti e rom, domani da chissà chi altri. Ma la xenofobia una volta che parte non si ferma. Per questo noi crediamo che le dichiarazioni di Salvini siano irresponsabili, incitano all'odio, alla violenza da parte di gruppi estremisti. Guardi cosa è successo in Ucraina pochi giorni dopo le dichiarazioni di Salvini sui rom, sugli zingari: un gruppetto di giovani estremisti ha attaccato un campo di rom e ha ucciso una persona. Vogliamo arrivare a questo?».
Jim Wolfensohn della banca mondiale, lasciando il suo incarico mi disse che temeva un esodo di 15-20 milioni di persone dall'Africa verso l'Europa. Condivide?
«No, assolutamente no. È questo il punto: stiamo parlando di numeri tutto sommato minimi! L'Europa ha bisogno di forza lavoro, di crescere con una popolazione ferma. Ero in Libia: solo il 12% degli immigrati arrivati là poi parte. In Ungheria solo 1300 persone sono afro-ungheresi su 10 milioni di abitanti. Il Bangladesh ha accolto 600.000 rohingya in fuga! Quello è altruismo. In Europa si colpevolizzano i migranti, ma il vero problema è lo sciovinismo, la xenofobia».
Il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer vuole rimandare in Italia migranti irregolari, l'Italia minaccia di chiudere i confini. Cosa propone?
«Non credo ci sia bisogno di ricordare alla Germania, ma anche all'Italia, le loro storie. Nel 1938 i Paesi europei attaccavano la loro stessa popolazione, abbiamo visto la tragedia dei campi di concentramento e i crimini colossali commessi nel cuore dell'Europa. Dico solo, abbiate coscienza della vostra storia, della storia del continente. Le guerre mondiali sono scoppiate in Europa. Ci sono ragioni per le quali l'Europa è stata all'avanguardia nell'introdurre certe leggi e certi standard. Torno a dire: i migranti sono una scusa. La molla politica è la xenofobia. È stata l'idea di creare una purezza etnica a portare alla spaccatura della ex Jugoslavia. E ho vissuto quella guerra. Quando lo sciovinismo è in moto è difficile fermarlo, come fai dopo anni in cui dici che la tensione è solo colpa dei migranti? Che si deve essere più italiani, più francesi, più tedeschi? Il messaggio perla divisione è subliminale. E tutti dobbiamo stare molto attenti. L'Europa deve trovare una soluzione comune fuori dalla retorica pericolosissima perla divisione e per l'odio».

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